Immaginatevi un nido di merli grande quanto un’utilitaria, dentro un groviglio di rami di eucalipto. Immaginatevi che i numerosi spiragli lascino filtrare il vento tiepido e piacevole e che proprio sopra al vostro sacco a pelo si possano contare le stelle una ad una. Siete sul fianco di una collina che spiove sull’oceano Pacifico. Lontano gli elefanti marini cantano una rauca ninna nanna, una musica unica e ineguagliabile. In che film? Alice nel Paese delle meraviglie? Non proprio. Un’esperienza del genere è oggi del tutto possibile e costa quanto un buon albergo, diciamo 110 dollari a notte. La prenotazione è obbligatoria e a volte è un po' ardua. L’inventore di tutto ciò si chiama Jayson Fann, costruttore appunto di nidi, artista, animatore e musicista.
Racconta che il pernottamento nei suoi nidi è diventato così popolare che ci sono stati addirittura dei matrimoni fra nidiacei umani, con conseguente concepimento di bimbi da nido. Li chiama proprio così, nest babies. Quel che è certo è che i nidi stanno attraversando un momento di gloria. La scorsa primavera, Rosa Hefer, una produttrice di nidi del Sudafrica, ex dirigente creativa da Ogilvy & Mather, portò i suoi nidi in un tour di fiere e mostre di design. Chee Pearlman, un consulente di design, azzardò che i nidi sono la risposta più efficace, un vero e proprio antidoto contro il vetro-cemento-acciaio che sta invadendo il mondo, una città dopo l’altra.
Le opere di Fann e Hefer, tuttavia, non sono oggetti primitivi. I nidi sono stati progettati da infinite generazioni di uccelli e sono strutture di raffinata ingegneria anche se sono realizzate con materiali a portata di mano (o di becco), sempre reperibili a costo zero. Ma sono anche le architetture più solide, durature e accoglienti che si possano immaginare.
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