Materiali locali e tradizioni costruttive sono il modus operandi dello studio di architettura Virgula, che recentemente ha completato la ristrutturazione e l’ampliamento dell’Hotel Minho a Vila Nova de Cerveira in Portogallo.
Il Minho fa parte di un progetto di rinnovamento con nuove aree pubbliche e centro benessere di un edificio costruito nel 2006. L’hotel si trova in una regione dove i boschi, il fiume e le tradizioni locali sono le principali attrazioni, il redesign molto naturale, che sembra essere lì da secoli, attraverso l’introduzione di una nuova forma ha ottenuto un tocco più efficace ed impattante all’immagine dell’hotel. Design pulito ed essenziale tra scatole di legno, che creano un filtro visivo di vuoto per pieno e di toni di luce tra il design interno ed esterno, indicando una forte continuità tra i singoli piano ed aree.
Gli elementi decorativi variano dai mobili all’illuminazione o addirittura dalla segnaletica del sistema alberghiero fino agli sprazzi di colore verde del tetto.
Il progetto ha escluso ogni forma di progettazione di tendenza o di confezionamento alla “boutique hotel”. Infatti, per ottenere questo risultato, il viaggio è stato focalizzato sulla sintonia tra i diversi elementi esistenti e nuovi soprattutto nella cura dell’arredamento d’interni come la tappezzeria o persino attraverso le caratteristiche di trattamento spa, proprio per raggiungere il giusto impatto visivo nel complessivo.
“Costruire sul costruito può essere un’occasione di riqualificazione diffusa, di riconquista dello spazio” dichiara lo studio RPBW di Renzo Piano, che ha recentemente costruito la nuova sede della Fondazione Jérôme Seydoux.
Creatura extraterreste ed organica inserita nel centro di un isolato del XIII arrondissement di Parigi in sostituzione di un vecchio teatro di metà ‘800, trasformato a inizio ‘900 in sala cinematografica (una delle prime di Parigi), completamente modificato negli anni ’60 e oggi archivio della cineteca di Pathé per promuovere il futuro dell’arte cinematografica. L’edificio è racchiuso all’interno di una pelle trasparente in vetro e acciaio, che permette una sorprendente illuminazione a giorno del tutto naturale, mentre alla notte assomiglia ad una leggera apparizione luminosa. L’architettura ospita numerosi spazi espositivi per le collezioni permanenti e temporanee, una sala di proiezione da 70 posti e uno spazio per uffici sito sull’attico.
Per il valore storico e artistico, è stata conservata e restaurata la facciata esistente, che conserva due sculture giovanili di Auguste Rodin.
L’ingresso della Fondazione è oltre la facciata, attraverso una costruzione trasparente, simile ad una serra. Da qui verso una corte, si entra nel corpo principale dell’architettura fino ad arrivare al giardino di betulle; isola vegetale nel denso contesto urbano.
Scultoreo tetto curvato in cemento armato della chiesa cattolica Shonan, sita lungo la costa della baia di Sagami nella prefettura di Kanagawa, in Giappone, a firma di Takeshi Hosaka.
Un progetto di 175 m² in cui l’architettura si caratterizza da sei lastre concave, che simboleggiano i giorni della creazione scritti nella Bibbia. La forma del tetto è stata progettata per fornire benefici strutturali d’illuminazione e d’acustica. Infatti, attraverso anche a scanalature verticali scavate nelle pareti di cemento si esaltano le vibrazioni canore o omelie, poste centrali alla struttura, garantendo la nitidezza dei suoni e l’assorbimento dei rumori esterni all’edificio. Ciascuno dei pannelli curvi ha una portata di 7,5 m e uno spessore di 25 cm, anche se dall’interno dell’edificio appaiono “pieni”.
Strisce di vetro inserite tra gli spazi vuoti di collegamento tra le lastre del tetto, fanno da passaggio alla luce solare, che nel corso della giornata, il singolo fascio luminoso ne annuncia il passare del tempo e organizza le tempistiche dei servizi della chiesa. Righe di semplici panche di legno offrono posti a sedere, dalle quali si può scorgere l’esterno grazie a piccole finestre rettangolari poste su entrambe i lati dei banchi.
Infine, a destra della sala d’ingresso, una serie di scomparti rivestiti in legno chiaro fanno spazio per una sala riunioni, ripostigli, una cucina e servizi igienici.
Foto di Koji Fujii / Nacasa & Partners.
Per il progetto di riqualificazione urbana volto a rivitalizzare il centro di Blaibach, in Germania, l’architetto Peter Haimerl ha progettato un volume rettangolare rivestito in pietra locale per una sala da concerto.
Una struttura, che emerge dal terreno, inclinata per produrre la pendenza necessaria per l’ubicazione dei posti a sedere all’interno del teatro, ma anche per creare un ingresso principale dalla piazza pubblica adiacente. Quando si accede all’architettura, gli ospiti scendono una scala, proprio posta sotto alla massa angolata per raggiungere il foyer per le aree funzionali come il guardaroba, i bagni e il bar. Le superfici interne della sala da concerto sono realizzate sovrapponendo pannelli di calcestruzzo prefabbricato, la cui composizione nasconde all’interno delle pareti e al soffitto l’illuminazione a LED per produrre gradienti luci indirette e regola le qualità acustiche dello spazio.
Il design d’interni è volutamente minimal e quasi trasparente, come apparentemente fluttuante, come le sedute in fil d’acciaio sostenute da sottili alette.
Foto di Edward Beierle
È dello studio Metaphor il progetto House of Salad di Bangkok: una “casa vetro” nel cortile di un artista.
Attraverso l’uso del colore, della luce e degli arredi, i 140 mq reinterpretano lo spazio in un rifugio onirico dall’atmosfera rilassata e dedita alla creatività. Al suo centro, il ristorante con cucina a vista per il palcoscenico di lavoro degli chef, incorniciata da una struttura in legno e vetro. Tavoli e sedie in legno, abbinati con profili neri e coordinati da divani bianchi. Una grande tenda suddivide l’ambiente in uno spazio intimo e raccolto.
Il viaggio all’interno del House of Salad è reso sensoriale dai materiali: pareti in mattoni dalle sfumature grigio tenue che uniformano l’ambiente grazie a delle sfere luminose, che scendono dal soffitto e infondono una luce calda dai toni seppiati. Schizzi, disegni, spartiti e strumenti musicali sono appesi ai muri rendendo il ristorante ancora più coinvolgente. Le aste dei tendaggi si piegano sotto il peso dei panneggi e cornici vuote sui muri simulano le finestre mancanti attraverso le quali i clienti possono guardare fuori usando la propria immaginazione.
Gli architetti di Grupo Spazio hanno progettato ad Aguascalientes, in Messico, un’area di 528 m² dedicata alla ristorazione giapponese.
Sushi-Koi è un mix di mood estremo oriente, musica lounge e design contemporaneo. Infatti, il concetto del ristorante è il cibo giapponese in combinazione con la musica lounge. La pelle della sua facciata principale ricorda un’astrazione di una foresta di bambù. Un’architettura suddivisa in tre aree principali legate fra di loro da un camminamento che emula un viaggio, che incomincia dal basso e da una superficie di acqua, una specie di piccolo stagno con tanto di pesci koi, che continua fino a raggiunge il cielo (il tetto), passando attraverso la zona abitata e cioè quella riservata al ristorante per i clienti.
In quest’area gli ambienti sono adornati da 250 busti di Buddha con soffitti alti, illuminati da colori accesi.
Foto di Oscar Hernandez
Rotterdam ha una nuova icona, il Markthal Rotterdam a firma di MVRDV e Provast.
Il più grande mercato coperto dei Paesi Bassi circondato da un condominio di 228 appartamenti a forma di arco e sito in pieno centro, nel bel mezzo del vivace quartiere Laurens vicino alla stazione Blaak.
Si tratta di un design eccezionale non solo per la sua forma, i colori e l’imponente altezza, ma anche per le caratteristiche architettoniche funzionali, dalla combinazione degli spazi per il tempo libero, per la vita di tutti i giorni così come la facilità di parcheggiare (ricordiamo nel centro cittadino) con 1.200 posti auto posti nel seminterrato. Gli appartamenti seguono le rigide leggi olandesi in materia di luce naturale: tutte le stanze sono situate sulla parte esterna. Le cucine, le sale da pranzo e di stoccaggio sono posizionate sul lato del mercato, per stabilire anche un collegamento con il mercato e quindi lo shopping.
Particolarità di questo edificio è l’arco a ferro di cavallo alto 40 m. Altro record è il suo interno tutto finestrato e rivestito da un’opera d’arte di ben 11.000 m² a firma di Arno Coenen e Iris Roskam. Immensi frutti e fiori, stampati con tecnologia pixar su pannelli fonoassorbenti di alluminio perforato, che creano un lento vortice grazie ad una proiezione in Ultra HD. Alla sera vengono proiettale in ‘real time’ immagine del cielo.
Nella piccola località balneare di Knokke in Belgio, una tradizionale casa è stata ristrutturata da Bea Mombaers come super stylish B&B.
La classica fattoria olandese con un tocco di cottage inglese è un accogliente e affascinante luogo di soggiorno e di relax. Soffitti alti e spazi aperti, pavimenti in cemento, grandi finestre e un mix invidiabile di mobili originali che spaziano dal design anni ’50 fino agli anni ’80 con nomi del calibro di Verner Panton, Arne Jacobsen, Charles & Ray Eames e molti altri.
Lo stile inconfondibile di Bea è il vintage e il ricercato design di bei mobili. L’architettura d’interni del Bed & Breakfast è semplicemente un delizioso piacere per gli occhi e una fonte infinita di ispirazione per la maniacale ricercatezza del dettaglio.
Rebel Architecture si presenta come una serie di documentari dedicati all’architettura. Ogni episodio è incentrato sul profilo di un architetto che utilizza il suo stile ed il design dei suoi progetti in forme di attivismo e di resistenza, nell’affrontare la crisi economica che si riscontra nel tessuto urbano con spazi abbandonati o in disuso, nonché situazioni di riqualificazione ambientali e sociali nel mondo.
La serie è dedicata ad architetti provenienti dal Vietnam, Nigeria, Spagna, Pakistan, Israele / Cisgiordania e Brasile, che credono che l’architettura può fare di più oltre a torri iconiche ed appartamenti di lusso esteticamente emozionali di poca funzionalità per il sociale e quindi, allontanarsi dall’élite della “Starchitecture” e progettare per la maggioranza.
La sezione africana nell’episodio 5 ha per tema il ‘LAVORO SULL’ACQUA’ e si concentra sul lavoro dell’architetto nigeriano Kunle Adeyemi, che sperimenta edifici galleggianti per risolvere il problema delle inondazioni, che colpiscono centinaia di migliaia di abitazioni in Nigeria e in altre città costiere africane, tra cui i 85.000 residenti del Lagos, Makoko Bassifondi. Nel suo studio hanno creato un prototipo di un edificio galleggiante, di facile edificazione e a basso costo. Pur vincendo numerosi premi, Kunle Adeyemi sta ancora lottando per ottenere l’approvazione da parte delle autorità per estendere il prototipo nei centri abitati.
E infine, per citare altri filmati della serie che consigliamo la visione, il GUERRILLA ARCHITECT capitanato dall’architetto più sovversivo di Siviglia, Santiago Cirugeda.
Endless City, un grattacielo concettuale, che potrebbe ospitare un’intera città, è il progetto dello studio cinese SURE Architecture per il Super SkyScrapers Awards a Londra.
Con un proprio ecosistema e la forma a spirale, l’avveniristico edificio potrebbe estendersi in altezza all’infinito. Immaginato come una città verticale, permetterà di estendere i quartieri londinesi di comunità residenziali, aziende, scuole, centri commerciali, piazze pubbliche e persino parchi in un “viaggio” verso il cielo. L’edificio è progettato anche per massimizzare l’uso di energia passiva, con affidamento minimo sulla luce artificiale e la ventilazione meccanica. La peculiarità è data da una coppia di rampe, intrecciate in modo intermittente da ponti, che si snodano intorno al perimetro dell’edificio. Questi saranno sostenuti da enormi tubi in acciaio e in cui verranno inseriti gli ascensori adibiti al trasporto di persone, energia, rifiuti e acqua. I tubi inoltre, potranno anche essere utilizzati per sollevare elementi strutturali sulla parte superiore della struttura di 300 m, consentendo di sviluppare volumi in altezza.
“Le strade di Londra potranno essere sviluppate sia orizzontalmente che verticalmente e in modo continuo”, ha spiegato il team nella loro partecipazione al concorso. “Non ci saranno più difficoltà tra il livello della strada e quello di un grattacielo, tanto meno tra i piani degli stessi grattacielo. Piuttosto che sovrapporre un piano sopra l’altro senza una vera continuità, il nostro progetto è pensato come due rampe infinite che circumnavigano continuamente e in aumento gradualmente con un basso gradiente dal piano terra al cielo.”