Design sexy e progetto dei talentuosi architetti ch + qs a poche fermate di metro dal centro di Madrid, si trova il Matadero, un centro comunale di sostegno alla creazione contemporanea.
148.300 m2 di padiglioni polifunzionali in mattone dall’architettura industriale tipica dei primi del ‘900, che rispecchia il progetto originale dell’architetto municipale Luís Bellido, costruito per il mercato di bestiame con mattatoio stalle e persino servizi ferroviari. Dal 2006 si è approvato un piano speciale trasformare definitivamente lo spazio in quello che oggi è un hub culturale d’avanguardia, dove si può entrare gratuitamente per assistere a pieces teatrali, studiare nella biblioteca, ammirare esposizioni d’arte, partecipare a seminari o corsi, seguire una rassegna cinematografica, sentire un concerto o semplicemente fare una passeggiata.
Attualmente il Matadero è in gemellaggio con altri centri internazionali di creazione artistica come Le 104 di Parigi, Les Abattoirs di Toulouse, Le Lieu Unique di Nantes, il MACRO di Roma e la Delfina Foundation di Londra.
Esistono degli alberghi che fanno venire voglia di chiudere le tende ed appendere il cartellino ‘Do Not Disturb’ per qualche ora, ogni qual volta metti piede in camera.
Non importa se sei a Montecarlo o a Montecatini, in piccole boutique indipendenti o in una catena multinazionale… sono ambienti caldi ed accoglienti, con tessuti lussureggianti, mai illuminazione diretta e mobili con linee morbide, decisamente molto diversi dagli spazi minimalisti e monocromatici tanto in voga negli ultimi anni.
Ahimé! Viaggio quasi sempre senza il mio compagno e quindi, ho poche opportunità di fare R&D serio sul campo, ma in questo elenco c’è il meglio delle location viste e vissute durante i miei ultimi viaggi.
La mia classifica si basa su teorie più o meno fondate con un pizzico di sensazioni “a pelle” e poi, de gustibus non disputandum est. I massimi esperti del ‘colour therapy’ assicurano che il rosso è il pigmento dell’attrazione. Rosso che accende (o riaccende?) il fuoco della passione. Può essere anche non fiammante: basta una punta di rosso per rendere l’azzurro in un lilla, il marrone in un leggero bordeaux o un tocco al bianco per creare un rosa quasi impercettibile. Materiali e mobili rigorosamente in fibre naturali: legno, cuoio, lana, cotone e seta con ovviamente nessuna traccia di fibra sintetica. Da mettere in soffitta i tessuti ‘animalier’! L’arte del Feng Shui insegna come sprigionare cariche di energia positive ed “armonia” nel luogo in cui si vive. Il dictat mette in pensione stereotipi che per anni sono stati considerati un must del sexy; ecco che fuori classifica abbiamo le camere di albergo con specchi, quegli ampi specchi in camera da letto, di fronte, sopra e a fianco al letto che fanno riflettere e infiltrare altre persone nel rapporto. No agli hotel con vasche da bagno in camera da letto (passé quindi anche quelle con doccie a vista), perché il Fung Shui insegna che l’acqua spegne il fuoco e quindi anche quello sotto alle lenzuola. Si dovrebbe inoltre, ricercare arredi in coppia o mai singoli come: due candelieri o vasi, lumi o poltrone, quadri … Gli elementi appuntiti in camera da letto producono troppo Yang e i maestri consigliano di predominare l’energia femminile dello Yin con curvilinee dolci. Anche l’elettronica produce Yang, quindi via il lampadario sopra il letto ed il pc, kindle, il tablet e lo smartphone dal comodino, possibilmente nascosti in un’altra stanza o nell’armadio. Personalmente, lo Yang non mi è mai dispiaciuto, però è meglio non correre rischi. Ecco la mia classifica per il 2012 di hotel dove fare l’amore in giro per il mondo:
Secondo il Sunday Times Magazine, Roma è una delle città piu sexy al mondo, dove consumare le proprie “fughe erotiche”. Appena sopra il flagship di Ferragamo su via Condotti, anche se l’ingresso è più discreto in via Bocca di Leoni, si trova il Portrait Suites; un boutique hotel che rievoca gli anni ’50 della ‘Dolce vita’ romana e sfoggia un lusso tutto Made in Italy. L’ascesa di Salvatore Ferragamo nel campo dell’Haute hospitality ha visto l’inaugrazione di questa struttura con vista spettacolare sulla Città Eterna e Trinità dei Monti; 14 eleganti suite a 5 stelle dalle boiserie in sfumature di grigio e lilla, quadri ‘limited edition’ della collezione Ferragamo e tutte interamente curate dell’architetto fiorentino Michele Bönan.
Nella zona in forte sviluppo del South Bund di Shanghai, gli architetti cinesi NHDRO hanno trasformato una sede in disuso dell’esercito giapponese in un industrial-chic-hotel. Pareti in cemento armato, mattoni a vista e acciaio corten sono gli elementi essenziali per gli interni di un albergo di 19 camere, decorate da morbidi tessuti e pochi, ma essenziali, mobili di design dai colori decisi e di grande impatto. Dal terrace bar al 5° piano e anche dalle camere, c’è decisamente una delle viste migliori sulla città con i grattacieli di Pudong ed il fiume Huangpu.
Raffinatissimo boutique hotel a due piani, caratterizzato dai suoi eleganti frangisole e sito nel quartiere culturale di Belèm. Un gioiello di design, sobrio e pieno di luce per opera dello studio Risiko (aka Tomàs Salgado & Co.). Gli interni sono adornati da tessuti lussureggianti con texture di giganti fantasie floreali, in memore di un Giappone d’altri tempi e gammature forti color ocra, porpora e bordeaux. Le camere con bagno rivestito in pietra naturale, sono in parquet e hanno tende telecomandate, che coprono vetrate 4 x 2 dalla vista a perdita d’occhio sul fiume Tago, dove sono ormeggiate migliaia di barche a vela, tutte colorate. D’obbligo la colazione a letto.
Un boutique hotel nel Riad di Marrakech, antico quartiere del Moqf nel cuore della Medina. Con soli 4 suite e 2 appartamenti, Dar Darma è un recente recupero di una casa nobiliare del XVIII secolo, con i suoi elementi storici come il legno dipinto a mano, preziosi gessi, portali, pavimenti antichi e muri stuccati secondo la tradizione, cioè mai intonacati. La chiave contemporanea è presente nei tessuti e nelle tinte terrose e calde, il tutto per un’atmosfera semplice e assolutamente intima. Come vuole la cultura marocchina il patio con speccio d’acqua è nella corte centrale. Le terrazze sono salotti ombreggiati da tende, dove la zona sole è fornita di lettini e di piscina adornati da un inebriante profumo di gelsomino…
Un’altra creazione di Living Architecture, noti per le soluzioni di hospitality contemporanee e funky in hotel-monolocali per tutto il mondo. “A Room for London” è un pop-up hotel a forma di barca ed ormeggiato solo per il 2012 in occasione dei giochi Olimpici (vedi programma VdA), sopra al Southbank Centre di Londra, sede del Queen Elizabeth Hall, con solo una camera da letto e spazio per due persone. Il progetto è la creazione congiunta dell’architetto David Kohn con l’artista Fiona Banner, che si sono ispirati al libro ‘Cuore di tenebra’ di Joseph Conrad. Gli interni sono dotati di tutti i comfort: enorme letto con ampio bagno, grande quanto l’intera larghezza della barca e persino una scala, che accede al piano superiore dove c’è una piccola biblioteca e la terrazza all’aperto, dalla vista panoramica eccezionale sul centro città. Ha tutte le qualità per un soggiorno surreale e seducente, peccato che le prenotazioni per le prime 180 notti sono già state vendute e in soli 12 minuti dopo l’apertura della vendita on-line. Ora c’è d’attendere la prossima apertura.
Dopo cinque anni di lifting, lo storico edificio degli inizi del 20° sec, nel bel mezzo degli Eixample, nelle immediate vicinanze del celebre viale Passeig de Gràcia, ha riaperto un paio di mesi fa con 72 lussuose camere. Restaurato completamente e conservati gli elementi originali dalle ringhiere in ferro battuto, il pavimento, il soffitto alle porte in stile francese, per salvaguardare tutta la sua storia con il risultato di un hotel piacevole ed invitante, dove la tecnologia s’insinua in discreti elementi come la “chiave” per accedere alla vostra camera da letto, e cioè tramite la scansione del vostro dito. Un look decisamente ordinato dai toni lilla, azzurro, grigio e panna con arredi minimal accuratamente posizionati su pavimenti in parquet. Camere di 40 mq ciascuna, alcune di desgin contemporaneo con testiere del letto in pelle rifinite in morbido lino, altre in stile più classico. Da tornare al più presto.
Questo hotel non è sito nel miglior quartiere della città e nemmeno vicino al centro, ma ci permettiamo di ricordarvi che non siamo qui per la Movida. Ma, per i suoi 14 piani decorati da 19 grandi designer da tutto il mondo, dove ogni singolo piano ha un suo inconfondibile stile, in grado di rendere il soggiorno un’esperienza quasi indimenticabile.
> Da fare: fermarsi al 2° piano per ammirare gli impeccabili interni di Sir Norman: parquet, letti enormi con testate in pelle di grandi dimensioni e mensole in marmo retroilluminate – materiali che l’età rende sempre più belli. Le camere disegnate da Foster sono dotate di circa 10 soluzioni di illuminazione diverse (perché molti designer sottovalutano ancora l’importanza dell’illuminazione in un hotel?).
> Da fare: presso il bar al 13° piano ci sono ottimi sundowners e tapas.
> Da NON fare: è uscire dall’ascensore al piano 4 ° dopo un paio di aperitivi serali.
> Da NON fare: tuffarsi di testa nella piscina sul tetto, perchè è profonda di appena 1,50 m.
Il suo look sexy e scandinavo, in realtà è tutto italiano: Alessandro Catenacci, romano di nascita e primogenito di cinque fratelli di una famiglia di ristoratori, trapiantati a Stoccolma da oltre mezzo secolo, ha trasformato due edifici tradizional-borghesi in pietra nel migliore hotel di Stoccolma. In molti anni che viaggio ho sperimentato che l’eccellenza è data da un mix tra servizio, che dev’essere impeccabile, discrezione (in ogni aspetto), zona, luminosità e perfezione nell’illuminazione all’interno degli ambienti e nelle camere da letto. E qui ci sono tutti, assolutamente perfetto per il nostro obiettivo:
> colori morbidi che vanno dal cappuccino alla voluttuosa cioccolata calda, con sprazzi di viola e grigio;
> interni con mobili di design, premiati da Claesson Koivisto Rune;
> lenzuola morbide in cotone egiziano;
> letto gigante a baldacchino in suite rivestite in legno;
> migliori bar a Stoccolma con servizio in camera.
Kit Kemp è la trasformazione di ex parcheggio di SoHo in uno degli spazi più sensuali dell’hospitality di New York. E’ la prima avventura negli Stati Uniti dopo sei boutique hotel di successo in giro per Londra, con la differenza che al Crosby Street c’è una sala proiezioni in HD, che oltretutto la rende una delle favorite in città per gli amanti del cinema, con proiezioni aperte al pubblico la domenica sera. Enormi finestre come nei loft industriali, pavimenti spogliati di tutto e rivestiti in legno, caminetti e colori decisi mescolati a tessuti morbidi, che danno agli interi un luogo Biggie-Best-on-acid feeling. Stanze scultoree come la Meadow suite dalla tavolozza perfetta con soffici tappeti e porte francesi che si aprono ad un giardino segreto. Un albergo ancor più seducente per il suo carattere eco-friendly, per essere uno dei pochi in città ad avere la certificazione LEED Oro e dove si può trovare un vero e proprio orto (al 12° piano), che produce frutti da albero ed erbe aromatiche utilizzate nel ristorante.
In genere questo tipo di arte la si definisce ‘imbrattante‘, perchè a volte rovina gli esterni dei muri di case o persino dei mezzi pubblici, almeno in Italia, qui, in questo hotel è stata stravolta e rinominata come forma di design, che in un luogo pulito e candido emerge in maniera dirompente un mix esagerato e caotico di colori e parole, dove per una volta il “brutto” ha valore relativo a seconda, appunto, dei punti di vista.
Architettura&Moda, un connubio vincente non solo per aziende importanti e all’avanguardia, ma anche per centri ospedalieri per la cura del cancro come l’ultimo Maggie Centre, progettato da Piers Gough di CZWG in collaborazione con lo stilista Paul Smith per pazienti in cerca d’informazioni, consulenze da parte di esperti, per una terapia o punto dove poter condividere le proprie esperienze.
Quattro ovali rivestiti in piastrelle di ceramica verde mimetizzati tra gli alberi del parco di Nottingham University Hospitals. Una specie di “teiera” spaziale su due piani, dalla quale si accede da un ponte di legno per entrare un uno spazio accogliente ed illuminato da una lanterna di vetro sopra alle scale. Tutto è color blu e verde acquerello arredato da eleganti sedie rivestite con tessuti floreali, pavimenti e balconi in legno con personalizzazioni di paralumi o illustrazioni bizzarre di cani e gatti sui muri.
Alcune foto sono di Michael Whelan.
Infosys building, detto anche Cobra Towers per la sua forma curvilinea come un filamento di DNA o come due serpenti che s’intrecciano a spirale tra di loro, è un mega progetto in Kuwait a simboleggiare l’unità del Paese, del quale però, si sa ben poco.
In rete, su You Tube, circola un video che, qualcuno sostiene sia una bufala, mentre per altri rappresenta il reale… il problema è che non si sa neanche chi è l’autore di questo particolare progetto di ingegneria strutturale quasi ai limiti.
Staremo a vedere!
Definita la Venezia del Nord per il suo sistema di canali, è una delle mete turistiche assieme a Rotterdam in programma a maggio con VdA. Capitale del divertimento e del proibito, famosa per i suoi coffeeshop e la frenetica vita notturna, Amsterdam è rinomata anche per le molteplici attività culturali, le architetture antiche e moderne, e i suoi musei (Van Gogh Museum, Rijksmuseum, solo per citarne alcuni).
Rotterdam invece, è una città creativa e prospera ricostruita quasi da zero coniugando un’anima commerciale e una umana con architetture contemporanee sperimentali come le celebri Cube Houses di Piet Blom.
Dal 17 al 20 maggio, assieme alla guida specializzata in loco, si potranno ammirare e visitare anche in bici le architetture più importanti, alloggiando in hotel di design come il Lloyd Hotel di Amsterdam, considerato “ambasciata culturale” per designer, aritisti e creativi ed il New York hotel di Rotterdam.
Evocazione di una roccia erosa è il padiglione Snøhetta (candidati per il premio World Architecture Festival) nel Dovrefjell National Park a circa 330 km a nord di Oslo, commissionato dalla Norwegian Wild Reindeer Foundation.
Per resistere al clima rigido, lo scopo è stato creare un luogo di ritrovo protetto e caldo, grazie anche al grande camino di design al suo interno. 80 mq a circa 1.250 m sul livello del mare per scolaresche e visitatori in trasferta per ammirare le straordinarie vedute di questa zona montana ed avvistare la fauna nativa, in particolare le ultime mandrie di renne selvatiche, sopravvissute in Europa.
Forme organiche e contrastanti: una cornice esterna geometrica e rigida in acciaio grezzo simile al ferro trovato nella roccia locale, un nucleo interno sinuoso ed accogliente completamente rivestito in legno e materiali naturali, assemblati in modo tradizionale mediante picchetti in legno come dispositivi di fissaggio e muri vetrati dalla vista panoramica ininterrotta.
Struttura elegante e visivamente leggera, sita in centro Copenhagen con vista sul porto; The Crystal, la recente e nuova sede Nykredit dello studio Schmidt Hammer Lassen Architetti, che ha vinto l’Emirates Glass LEAF Awards nel 2011 nella categoria ‘Best Structural Design of the Year’.
Superficie geometrica multiforme con un ingresso principale ed una facciata a doppia pelle vetrata, che cattura e riflette i raggi del sole in tutte le ore del giorno, conferendo all’edificio un’espressione omogenea e dalla forma scultorea. L’edificio è principalmente supportato da un sistema di costruzione rombico posto immediatamente all’interno della facciata. Ed il suo interno è un open space tridimensionale in acciaio, libero da colonne con uffici e sale riunioni separati.
Un progetto nato per interagire con l’ambiente circostante, offrendo un collegamento sottile tra l’architettura formale del museo Glyptotek di Arte Antica e Moderna, e la zona del lungomare, che ne costituisce lo sfondo.
Foto © Adam Mørk.
Lo Studio O+A, società di design di San Francisco al servizio delle imprese a livello nazionale, ha progettato la nuova sede AOL di Palo Alto, California.
Un open space dall’aspetto originario del 1980 in stile industrial-chic; nervoso e dinamico con soffitti e pavimenti in calcestruzzo ed uffici separati da pareti in vetro trasparente. Ogni reparto è modellato con colori brillanti e arredi casual, per un ambiente caldo ed accogliente, quasi casalingo. Divani morbidi ed accoglienti per l’area d’incontro dove rilassarsi e discutere di lavoro, una cucina indipendente con sgabelli da bar e per il pranzo panche e tavoli in legno. Tutto nell’insegna dell’originalità e creatività a misura d’uomo anche nei momenti di relax o “pausa caffè” come nelle aree gioco fornite di tavoli da biliardo.
AOL ha lanciato un messaggio alle aziende: adattarsi ai cambiamenti e forzatamente rigenerarsi in linea con la cultura globale, in continua evoluzione.
Nel Melbourne Arts District ci sono due edifici nettamente separati stilisticamente entrambe però, a firma dello stesso architetto australiano Ashton Raggatt McDougall, e sono The Melbourne Recital Centre & MTC Theatre di prosa.
La facciata del MTC è rivestita da tubi in acciaio bianco dalle geometriche illusioni ottiche e progettata per apparire alla notte come una tavolozza dell’artista Aakash Nihalani o come un’ambientazione del film Tron. Mentre al suo fianco il Centro Melbourne Recital dalla facciata cellulare a nido d’ape, è un edificio più grande dotato di due sale su diversi livelli e uno spazio recital per performance per un pubblico limitato.
Esterni senza ombra di dubbio impegnativi, ma che offrono al quartiere un valore aggiunto di una città artistica e dal carattere ironico che poche altre città possono competere.