‘Diamoci del tu. Dialoghi fra arte e design‘ è la seconda edizione del Milano Design Weekend 2011 e VdA è partner ufficiale!
Una quattro giorni, dal 6 al 9 ottobre, fitti di eventi ed iniziative speciali dedicati al design, all’arte, all’architettura e alla musica in show-room monomarca, negozi multimarca di arredamento, bookshop museali e department store.
Coinvolti anche musei, studi di architettura e le principali librerie della città, tutti aperti fino a tardi per l’immancabile “notte del design”, nonché occasione per conoscere luoghi inediti della città, aperti straordinariamente al pubblico durante i giorni della manifestazione.
La scena notturna di Phuket, in Thailandia, ha cambiato volto in maniera permanente lo scorso autunno, quando ha aperto i battenti il Sound Phuket night-club. Situato al terzo piano dello shopping Jungceylon nella zona di Patong, il locale, realizzato da Orbit Design Studio in collaborazione con Bed Supper Club, può ospitare un numero impressionante di clubbers; si contano più di 700 tesserati.
Dj-set internazionali ed esclusivi dalle vibrazioni contemporanee, che esaltato uno spazio morbido e dagli gli effetti visivi caleidoscopici. Pareti e arredamento curvilinei e arrotondati, che contribuiscono a creare un ambiente audio di notevole effetto. L’illuminazione dalle suggestioni simili al super-umano o extra-umano sono progettate da Inverso, che utilizza la più recente tecnologia in materia. Una delle attrazioni del club è al centro dove c’è il bar, illuminato da un equalizzatore grafico a LED di 19 metri ed uno schermo sincronizzato con la musica e il tema della nottata.
500 litri di vernici colorate ed ecologiche a base d’acqua sparpagliati dal passaggio di 2000 automobili sull’asfalto dell’incrocio di Rosenthaler Platz a Berlino.
Urban design o arte pubblica dell’artista olandese IEPE Rubingh, che per un giorno ha trasformato un’importante arteria cittadina, in prossimità dell’aeroporto, in una variopinta tela a grandi dimensioni.
Un guerrila paint in stile artistico in scala 1:1, che con l’organico movimento dei passanti di veicoli, ciclisti e pedoni ha comportato ad una dinamica e visiva mappatura della vita e dell’intersezione cittadina.
Video e foto © iepe.
Gli architetti spagnoli Josè Selga e Lucia Cano hanno progettato il proprio studio fuori Madrid, dove poter lavorare immersi nella natura tra le montagne Topenga, in un ambiente tranquillo e concentrarsi solo nella creatività.
Una spettacolare struttura rettangolare a tunnel dal forte impatto non visivo, visto che si mimetizza e fonde in un tutt’uno col paesaggio. Emerge una lastra di 20 mm di plexiglass curvata e trasparente, che forma la facciata nord, mentre quella sud, costituita da un pannello sandwich di 110 mm di spessore e fibra di vetro, è opaca e ad ombrellone, che offre protezione dalla luce solare diretta. Un’apertura a cerniera collegata ad un meccanismo a carrucola e contrappesi posta su un lato, permette di gestire la ventilazione naturale. Gli interni minimal con mobili sobri così come i colori a base epossidica, il tutto sempre in rispetto all’ambiente circostante.
Foto di Iwan Baan.
Restyling del vecchio teatro di Zurigo in Svizzera, ad opera dello studio EM2N, in un edificio multifunzionale per eventi, convegni e mostre, il Teatro 11 sito accanto alla Fiera di Zurigo e al Hallenstadion, oggi nuovo magnete culturale nel Nord Zurigo.
Il rinnovamento del teatro musicale costato € 14,2 milioni, conta 1.500 posti a sedere (700 in più) ed una hall più grande rispetto a prima, creando un nuovo volume che si differenzia dal contesto urbano circostante. MCH Group è la compagnia responsabile alla gestione tecnica del teatro, mentre la direzione artistica viene svolta dal Gruppo Freddy Burger Management.
Una pelle di lamiera forata in acciaio e alluminio ricorda un capannone industriale che di notte, grazie ad una membrana traslucida interna che filtra la luce artificiale, illumina l’edificio come se fosse una lanterna. Grandi finestroniin un bivio come occhi in vetro ed incorniciati in alluminio, permettono di rendere visibili le attività del foyer dall’esterno. L’ingresso è posto da essere così visibile da tutte le direzioni. Il ristorante, spostato da una posizione originale poco attraente da Wallisellenstrasse, ora è sulla Thurgauerstrasse, un lato importante perchè visibile direttamente dalla fermata del tram e dallo stadio. Muri e pavimento sono in cemento colorato e la forte illuminazione crea un ambiente vibrante e stimolante, mentre l’auditorium è deliberatamente pianificato per essere scuro e raccolto in quanto è lo spettacolo e la musica sul palco a primeggiare.
Senza ombra di dubbio è il luogo ideale per tutti quei i creativi che vorrebbero nel loro posto di lavoro trovare un ambiente stimolante e confortevole. Lo troviamo a Bangkok, precisamente al DTAC, una grande azienda tailandese da 3.200 dipendenti. Tavoli da biliardo, salette per esibizioni musicali live, punti lounge, un anfiteatro enorme con biblioteca circolare, un intero ‘funfloor’ con calcetto, tavoli da ping pong, una pista da corsa e diversi distributori automatici, che del lavoro sembran più prendersene beffa, eppure, sono la fortuna di questa stravagante società leader nelle telecomunicazioni.
Nel 09/09/09 (come data inaugurale di buon auspicio) DTAC ha riunito il suo team da sei edifici separati in quest’unico e nuovo stabilimento di 62.000 mq su 20 piani con terrazzo, che si affaccia sullo skyline della città. Design contemporaneo e all’avanguardia ad opera dello studio australiano Hassell, che ha vinto il concorso per la progettazione dello spazio, creando su misura un luogo aperto (in tutti i sensi) e versatile, prediligendo materiali naturali come il legno e seguendo la filosofia aziendale di “giocare e imparare“.
La DTAC House è un esempio della nuova tendenza delle grandi imprese a puntare sul comfort e benessere dei propri dipendenti per ottenere alti livelli di resa e di entusiasmo, dato che il personale è maggiormente incoraggiato ad essere fantasioso ed originale nelle proprie scelte di lavoro.
Struttura coperta con due vasche da 50 metri e una piscina da 25 per immersioni, è una delle sedi principali dei Giochi Olimpici Estivi di Londra 2012 nel Parco olimpico di Stratford a est di Londra.
Progetto dell’archistar Zaha Hadid in grado di contenere 17.500 persone per il periodo dei Giochi, che a conclusione, verrà ridotto a 3.500. Caratteristica architettonica è il tetto ondulato simile ad una gigantesca onda, in acciaio rivestito in alluminio che si estende su 160 m di lunghezza e 90 m nel punto più largo e tre colonne in cemento, come sotto sforzo a sostenere i trampolini. Un landbridge pedonale attraversa la struttura sopraelevata di ben 3.000 tonnellate, più le piattaforme subacquee, permettendo di osservare in dettaglio il tetto monolitico in calcestruzzo con il suo schema ripetitivo di penetrazioni all’interno della cassaforma, che generano dei vuoti atti ai lucernari a far penetrare la luce in modo uniforme.
Un centro acquatico da € 83 milioni e dalle numerose critiche in particolare sul fatto di non essere un esempio attendibile (nelle spese) nell’ottenere come obiettivo del governo, un milione di persone in più a praticare sport tre o più volte a settimana.
Hopetel: Transitional High-rise Housing situato al di sopra del tessuto urbano esistente, l’edificio occupa lo spazio tra la 22 °-14 °-6 ° e 7 ° Avenue di New York City.
Il suo scheletro in acciaio consente la formazione di unità abitative indipendenti alla già fitta rete di alloggi. E’ un tessuto residenziale in una griglia di torri per uffici di grandi dimensioni, che consentono di avere un ambiente unico, dove lavoro e residenza sono insieme, così come sono condivisi i servizi: dalla lavanderia, deposito, docce, bagno alla cucina, distribuiti lungo i vari livelli. Sulle torri è previsto un grande parco pubblico, che guarda a 360° sopra la città, lontano dall’intensa vita urbana. Inoltre, il parco offre ai residenti e ai visitatori una via di fuga e un’immersione nella natura, mantenendo un legame visivo diretto con la metropoli.
Il progetto del giovane Asaf Dali di Los Angeles è stato inserito con la menzione d’onore tra i top 35 al 2011 Skyscraper Competition indetto da eVolo; una tra le più realistiche proposte, perchè innesca il concetto di densità verticale tentando di aiutare anche gli sfollati dalla crisi immobiliare in quelle città come NY straboccanti di abitanti o persino di casa-transito in aiuto a quelle persone senza tetto a causa della crisi economica e delle calamità.
Kirk Originals eyewear è un’azienda, gestita da più di due decenni da Jason e Karen Kirk, che ha aperto il suo primo flagship store a Londra in Conduit Street, nel West End.
66 mq di boutique progettato da Campaign Design Studio dalla tavolozza non colore, cioè in bianco e nero. Il soffitto, le pareti e i pavimenti sono tutti in tonalità di nero e grigio. Soltanto una parete è per gli occhiali esposti su 187 “teste” bianche con dipinti su di ognuna i propri occhi. Sul retro del negozio, una proiezione, sempre in bianco e nero, del logo Kirk Originals mostrato attraverso un ciclo caleidoscopico. Ciò che realmente aiuta a creare l’aspetto di una galleria d’arte all’interno del negozio è la mancanza di arredi e attrezzature aziendali relativi, in quanto le visite oculistiche ed il montaggio avvengono nel seminterrato, lontano appositamente dallo spazio-vetrina principale.
Non ci sono prezzi, brochure, pubblicità o segnaletica, è sufficiente la vetrina simile ad un’installazione grafica a grandi dimensioni di occhi ammiccanti, che parlano un linguaggio chiaro e diretto su ciò che si vende all’interno.
Tutta la storia dell’Andalusia al The MA – Centro Cultural Memoria de Andalucía, sito in Granada, Spagna, per opera dell’architetto Alberto Campo Baeza.
15.000 mq vertono in un cortile centrale ellittico e bianco accecante dalle dimensioni simili a quelle del cortile del Palazzo moresco di Carlo V nel Alhambra, con rampe circolari nel suo nucleo, che creano una tensione spaziale molto interessante e che collegano i tre livelli del museo.
Per entrare nel museo si passa sotto ad un ampio edificio, che ospita una biblioteca ed un ristorante dalla vista panoramica sulla città e sulle cime della Sierra Nevada. I primi due piani sono dedicati alle mostre che spiegano la storia dell’Andalusia a partire dall’ottavo secolo ai giorni nostri con installazioni video interattive (non touchscreen, ma sensibili ai movimenti della mano). Adiacente un gigantesco monolite finestrato della stessa altezza e larghezza dell’edificio principale della Caja Granada, come se si trattasse di una porta alla città od una specie di screen-facade che invia il suo messaggio (visibile dall’autostrada) di una città al passo con i tempi. Infine, una grande piattaforma orizzontale che attraversa la strada ed il fiume Darro e che serve da spazio pubblico.