Un’area storicamente povera e degradata diventata il fulcro dell’attività creativa della città sopratutto dopo l’apertura della Tate Modern, opera di ripristino eccelsa firmata da Herzog & de Meuron (ora in ampliamento) e il London Design Musuem. Oggi le zone di Bankside e Southwark sono tra le più ambite della capitale, con ristoranti e cafè di tendenza, spazi per concerti e mostre e river-view lofts. L’ OXO Tower oggi ospita nei sei piani dell’edificio industriale, risalente all’inizio secolo e precendentemente fabrica di dado OXO, una sezione dedicata a designer indipendenti e creativi contemporanei, mentre il London Eye, la ruota panoramica più alta del mondo di Marks Barfield Architects, contina ad attrarre turisti giorno e notte.
Il prossimo weekend Southbank, zona sud del Tamigi, ospita la dodicesima edizione del Thames Festival. Il 12 e 13 settembre l’area tra Westminster Bridge e Tower Bridge diventa palcoscenico di spettacoli dal vivo dalla danza agli artisti di strada, musica e mostre all’aperto e numerosi eventi di intrattenimento sull’acqua del Tamigi e sulla sponde del fiume.
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Sulle vette dell’ospitalità per dormire con le stelle, a 390 metri da terra. L’albergo più alto del mondo, il Park Hyatt di Shanghai, regala ai propri ospiti più di un’emozione. Conosciuto come il cavatappi di Shanghai, il grattacielo che lo ospita è situato nel World Financial Center e sul placido e trafficato Huangpu River. Tra il 79mo e il 93mo piano, l’hotel dispone di 175 camere di lusso, con vista mozziafiato sulla città. Non è l’ideale per chi soffre di vertigini ma per chi volesse vivere nuove sensazioni è il posto giusto. Anche la zona benessere è pensata per stupire. Pavimenti riscaldati e, come se piovesse, il getto d’acqua delle docce arriva da 330 metri d’altezza. Ma non finisce qui: prendere l’ascensore offre un’altra esperienza Zen. Si schizza in alto in 51 secondi da brivido ascoltando musica jazz e ammirando il panorama dalle magnifiche vetrate che si affacciano nel brulicante centro finanziario. Eccezionale il design d’interni rifinito con legno Tabu selezionato dall’architetto newyorkese Tony Chi dell’omonimo studio. La finitura evoca la sensazione tattile della pesca o della pelle vellutata cosparsa di talco. La nuova struttura simbolo rappresenta il grande lavoro di accoglienza e di sviluppo che la metropoli cinese sta intraprendendo in vista del prossimo Expo 2010.
E’ finalmente atterrata l’astronave di Zaha Hadid nel Burnham pavilion. Ha aperto i battenti la scorsa settimana per celebrare il centesimo anniversario del Daniel Burnham’s Plan di Chicago, architetto statunitense che aderì allo stile neoclassicista europeo dell’Ecole des Beaux-Arts divenendo uno dei principali esponenti del movimento americano City Beautiful e progettando nel 1909 il nuovo piano urbanistico di Chicago. Inaugurato in pompa magna nel Millennium Park, si presenta come una scultura permanente dalle forme aliene in perfetta sintonia con le forme naturalistiche circostanti. Fino al prossimo 31 ottobre, aperta con ritardo, considerata la complessità della struttura, è visitabile davvero per pochissimo tempo. L’opera è costituita da 7.000 elementi di alluminio coperti da tessuto. Nella sua molleggiante agiatezza, il Cloud Gate, già soprannominato The Bean (il fagiolo) offre un’esperienza multimediale: una video installazione dell’artista inglese Thomas Gray. Un’opera nell’opera che racconta la storia delle trasformazioni di Chicago.
Campagna, boschi, aria buona e tanto relax. In un luogo magico, vicino Todi, si trova La Casa Rossa, un’elegante dimora del XVIII secolo, recentemente ristrutturata dall’architetto Michela Genghini di Assostudio. Tre livelli per 500 mq immersi nel verde, in una straordinaria varietà di piante e fiori e una piscina dove nuotare e rinfrescarsi. Dotata di tutti i comfort possibili, dispone di quattro camere matrimoniali e due doppie con bagno privato, soggiorno con camino e cucina professionale con tavolo per 12 persone. Tra i servizi, linea Adsl, lavanderia, governante, giardiniere, parcheggio e riscaldamento autonomo in ciascun ambiente (per l’inverno). L’antico Borgo di Todi è raggiungibile anche a piedi (3,5 km) attraverso un percorso nella natura incontaminata del bosco.
Mancano solo quarantotto ore alla chiusura della mostra internazionale d’arte contemporanea, “Pianeta Sacro“, ospitata nel Castello Medievale di Monteverde Irpino (AV). Il progetto, nel suo complesso, rappresenta una ricerca estetica sui temi dell’ecologia e dell’ambiente. Nelle opere figurano immagini di un rapporto con la natura che diviene parte dell’animo umano, che entra nei sogni, che si fa colore. I lavori esposti cercano di dare una risposta estetica ad un bisogno d’armonia e ad una crisi ambientale che stenta a trovare altrove adeguate soluzioni. Il tentativo di riconciliarsi con la natura è avvertito da artisti che provengono da diverse aree del mondo. Dalla Cina, Liu Yang, Liu Wei e Wang Tiewei, dalla Corea, Shin Hye Park, dalla Corea del Sud, Mardiyantoro dall’Indonesia, Setyo, da Israele, Orna Adoram e Tamar Sorkin, dall’Italia, Guido Della Giovanna, Giovanni Mangiacapra, Vincenzo Montella e Fulvio Moscaritolo, dalla Malesia, Yeoh Kean Thai e Jinleng Yeoh, dal Venezuela, Alberto Allup, Orlando Campos, Belinda Casanova, Linda Morales, Ana Teresa Pesce, Socorro Peraza, Miguel Rivero e Carlos Triana. Una menzione speciale merita l’artista sudafricana, Jeannette Unite, amica storica di Viaggi di Architettura, che attraverso le sue opere d’arte e di design è presente nelle più prestigiose collezioni del mondo.La mostra è curata da Giovanni Mangiacapra e Vincenzo Montella e organizzata dalla Proloco di Monteverde Irpino e la Galleria d’arte Il Ramo d’oro.
Senza turbolenze, senza cinture di sicurezza e senza bagagli a mano. Nel centro di Tapei il ristorante A380 In Flight Kitchen non vola ma offre squisiti piatti da gustare, spesso di ricette occidentali servite in contenitori di plastica. Proprio come sulla confortevole poltrona dell’aereo, i passeggeri si accomodano e ordinano alle cameriere vestite da hostess filet mignon o waffles, oppure pesce e carne con contorno. Come negli autobus del cielo, ai clienti viene dato il benvenuto a bordo e consegnata una carta d’imbarco per l’attesa del proprio tavolo. Degli 84 posti a sedere, 20 sono first class oppure riservati a gruppi che prenotano anticipatamente. L’unico dubbio che salta in mente è che nell’Airbus possa essere servito cibo delle compagnie aeree. Così non è. Il menù è vario e l’esperienza simulata funziona.
Premio speciale all’opera prima: è la casa unifamiliare a Deruda, (PG) progettata dall’architetto Alessandro Bulletti a vincere la medaglia d’Oro all’Architettura Italiana. Le ragioni del riconoscimento risiedono nella “capacità di maneggiare con abilità e appropriatezza il tema funzionale e il tema paesistico ambientale. La geometria fondativa dell’insediamento risulta enfatizzata dalla scelta di un linguaggio chiaro e legato a pochi materiali: la massività minerale del podio e la leggerezza vetrosa della loggia superiore. La casa diventa così un osservatorio che inquadra e scompone il paesaggio a seconda dei diversi livelli di fruizione”.
Il carattere insediativo dell’edificio è dettato dalla topografia del luogo, dove i continui cambi di quota e i diversi livelli di terrazzamento hanno determinato la costruzione di un piano orizzontale, un podio che, pur fuoriuscendo dal terreno, si inserisce perfettamente nel contesto. I locali di servizio dell’abitazione e le camere sono ospitate nella parte del basamento – podio interrato a monte e fuori terra, verso valle, e si aprono su una grande loggia scavata all’interno del volume di pietra. Uno spazio rettangolare, più piccolo, vetrato, con ampi infissi di legno, occupa la metà della superficie sopra il basamento dove è ubicata la zona giorno della casa e si libra verso la terrazza dove, scavata nel volume di pietra, si trova la piscina. Tra trasparenza, leggerezza e un nuovo modo di sperimentare il rapporto con il paesaggio circostante, l’edificio offre un’esperienza ricca dove protagonisti sono il paesaggio e la natura.
Un nuovo gioiello architettonico si impone all’attenzione di architetti e designer. E’ il Wisa Design hotel nel cuore di Helsinki. Un progetto che porta la firma dell’architetto Pieta Linda Auttila e che mette in evidenza l’utilizzo del legno come materiale versatile per la costruzione e per il design. Aggiudicatosi il primo premio al concorso WISA Design Workshop, la proposta di Auttila è riuscita ad attrarre il consenso unanime di architetti, produttori di legno e designer. Ad attirare l’attenzione è l’atrio cortile al centro della struttura. Il legno morbido, utilizzato con coraggio e forte senso di sperimantazione, sembra che sia plasmato dal vento che lo sfiora. La struttura ondulata è penetrata dal sole per creare giochi di luce e ombre spettacolari, dal mattino fino ai bagliori del sole di mezzanotte.
“Paper City: Urban Utopias” E’ il titolo della mostra ospitata alla Royal Academy di Londra che espone una selezione straordinaria di disegni, fotomontaggi, collage già prodotti per il prestigioso Blueprint Magazine, con la città protagonista dei cambiamenti e delle utopie urbane. Tra i lavori spiccano le idee degli architetti Peter Cook e James Wines. Oltre ai lavori originali, campeggiano anche disegni in formato tascabile che gli ospiti possono portare via come ricordo. Accanto alla mostra una proposta originale e creativa: ai visitatori viene chiesto di immaginare la città e di esprimere, disegnando, la propria idea di città e di utopia urbana: il solo limite è il foglio di carta. La competizione è aperta e il verdetto finale verrà comunicato a fine evento, il 27 ottobre prossimo. Tra i premi, il Crevasse Vase di Zaha Hadid disegnato per Alessi e altri oggetti d’arte. Peter Cook, architetto, Sara Fanelli, illustratrice di Blueprint e Vicky Richardson, editor del Magazine inglese, oltre a Kate Goodwin curatrice della mostra per la Royal Academy, selezioneranno i lavori e annunceranno i vincitori della competizione.
Spettacolo e innovazione. Design e cura del corpo al 1835 White Palm Hotel di Cannes. Vetro, acciaio, pietra e legno grezzo canadese sono i materiali utilizzati per l’albergo culto della costa azzurra che, nell’esclusivo centro HO2 Thermes Marins offre Thalasso terapia, insieme a design d’eccellenza. Sparsi per l’hotel installazioni di Tokujin Yoshioka, Brad Howe, Nada Debs, e dell’immancabile Philippe Stark; e per le ampie camere dove c’è anche la possibilità di scegliere tra 6 diversi tipi di cuscini. Tra le tante novità, anche il “coach seduction”, consigli su misura per trucco, taglio di capelli e colore più adatto per le signore. Ma non è tutto: il ristorante della Spa, Le Bio, propone menù leggeri in packaging nipponici, come la bento box, con alga kombu, cereali, verdure, pesce. Per ottimizzare gli effetti delle cure anche un personal shopper d’eccezione, il cuoco Raynard Thivet con cui andare a comprare, al vicino mercato Forville e da un erboristeria vicina, le piante giuste da associare ai cibi. Per una remise en forme perfetta.