Redazione

Pagine d’autore: l’accoglienza dei Golden Book Hotel

Amore per le lettura e la letteratura. E’ l’elemento distintivo della catena Golden Book Hotels, una quarantina di alberghi italiani legati tra loro dalla scelta di far trovare in camera, ai propri ospiti, un volume da leggere, sfogliare e amare. Un souvenir originale per una vacanza dal valore speciale. Cinquencentomila libri è il totale degli libri offerti, negli ultimi tre anni, agli ospiti degli alberghi distribuiti non solo in Italia ma anche in Francia, Spagna, Germania, Svizzera, Austria, Inghilterra. I libri sono stati realizzati per il 65% in versione bilingue italiano / inglese, per il 25% in italiano / tedesco e per il 10% in italiano/francese, e si è iniziato recentemente a editarli anche in edizione italiano / spagnolo. Esistono anche alcune versioni internazionali dove l’ italiano non è presente, ma sono abbinate altre due lingue fra loro. Nelle speciali edizioni Golden Book Hotels sono presenti più di 80 titoli, suddivisi in diverse collane, seguendo sempre il criterio di offrire un mix di autori e di racconti brevi, storie, poesie, per fare in modo che l’offerta di lettura sia il più possibile diversificata. C’è  la collana Il Caffè, che riunisce i grandi classici; Le Menadi, dedicata agli scrittori toscani; I Rebbi, dedicata alla gastronomia; Le Naiadi, con storie di natura e ambiente; Le Mimose, racconti d’ autrice; Albatross, dedicata ad autori europei; i MiniLibri, nella versione ridotta di sole 64 pagine; una raffinata collana di letteratura erotica, chiamata X – Libris. E infine Eureka!, con i racconti di autori contemporanei emersi dai concorsi letterari che la stessa Golden Book Hotels bandisce ogni anno, dando spazio e vetrina al talento spesso sottovalutato di tanti bravi scrittori, dimenticati dai tradizionali circuiti di distribuzione libraria. Lontano dalle tentazioni mordi e fuggi, le proposte Golden Book Hotels mettono al centro della vacanza il ritmo lento e la ricerca di sè.

Prada Tranformer, l’avveniristico padiglione mutante

Dopo aver ospitato la quinta edizione del Waist Down – Skirts by Miuccia Prada, collezione di gonne in movimento che racconta il lavoro della stilista dalla prima sfilata a oggi, il Prada Transformer di Seul accoglie, dallo scorso 26 giugno fino a metà luglio, la rassegna cinematografica, Flesh, Mind and Seul che vedrà  protagonisti 14+1 film selezionati da Alejandro Gonzalez Inarritu (Babel, The Burning plain) assieme al critico cinematografico Elvis Mitchell. A rendere maggiormente speciali gli avvenimenti, è la location mutante che li ospita. La struttura del Prada Transormer, progettata da Rem Koolhaas e inaugurata lo scorso aprile, ha una forma assolutamente unica. L’avveniristico padiglione, cresciuto accanto al cinquecentesco Gyeonghui Palace si presenta come un’unica struttura a forma di tetraedro in grado di rendere disponibile in poche ore ognuno dei suoi quattro lati (un esagono, una croce, un rettangolo e un cerchio) come pavimento creativo per un utilizzo diverso a seconda dello spazio o dell’allestimento previsto. La copertura è una sottile membrana di origine bellico-aeronautica creata in Olanda da Cocoon Holland Bv. Questa rivoluzionaria “seconda pelle” elastica e traslucida di colore bianco, normalmente utilizzata per ricoprire e mettere in rimessaggio macchinari di grosse dimensioni come vecchi aeroplani, aderisce alla struttura di acciaio, in modo da lasciar trasparire le rigide geometrie delle quattro facciate e creando un collegamento informe tra di esse.

OB3 Architetti vince il concorso per la Città della Musica

Un nuovo contenitore culturale sorgerà a Viadana, (Mantova) nella zona residenziale di San Pietro. Sarà la Città della Musica per la quale, nei mesi scorsi, è stato indetto un concorso di idee. La soluzione progettuale proclamata vincitrice è stata progettata dal team degli architetti OB3 di cui fanno parte Ottorino Boesso, Fabrizio Michielon, Sergio de Gioia, e l’ingegnere Marco Broccardo. Tra le esigenze esplicitate nella competizione pubblica: spazi idonei all’insegnamento individuale e di gruppo della musica; locali deposito strumenti; un ufficio e sala riunioni; una “sala prove” e una “sala registrazione” per poter incidere la musica; spazi commerciali nella struttura principale; una struttura aggregativo-commerciale per giovani; una struttura commerciale di servizio, il tutto dotato di accessi a completa eliminazione delle barriere architettoniche e utilizzando tecnologie volte al risparmio energetico.

Il progetto concepito da OB3 prevede la realizzazione di un complesso articolato su più corpi funzionali. Una piastra che evita i problemi di falda freatica solleva la struttura e una pelle bianca d’intonaco grezzo riveste il volume dell’auditorium. L’esterno è coperto da una superficie di legno, a garanzia della performatività acustica dello spazio. Un’apertura diretta si affaccia sul palco dove sorge un anfiteatro. “Nasce da qui – spiegano i progettisti – una città della musica come forma antropica artificiale del parco, centrata in un doppio dialogo, formale – indiretto con la scala urbana e intimo – diretto con la natura. Da un blocco monocellulare si dividono più corpi, si separano, slittano in diverse direzioni, creano un complesso aperto e concatenato col verde pubblico. L’obiettivo è conservare i segni tipici del territorio quali i canali e i filari alberati, articolando in maniera organica e poco invasiva l’intervento”.

Una parte dei parcheggi viene inserita in un sistema baricentrico, funzionale sia alla città della musica che al nuovo parco urbano. Altre due aree per il posteggio delle autovetture, collocate a nord e a sud del complesso, saranno utilizzate in occasione degli eventi più importanti. Infine alcuni posti auto vengono riservati a musicisti ed operatori della Città della Musica. “L’impianto della viabilità stradale e pedonale è in studiato in modo da essere compatibile e complementare con la proposta di perequazione dell’area a sud del complesso”, aggiungono i progettisti. In premio per i progettisti: 6mila euro, mentre a secondo ed al terzo classificato spettano delle somme per il rispettivo importo di 3mila e mille euro.

La tazza che svela sorprese

Stain Teacup

Ci sono tazzine di caffè dal cui fondo si legge il futuro. Altre ancora che invece riservano sorprese, come la Stain Teacup, una serie comune di semplicissime tazze bianche che, al loro interno nascondono una decorazione. Se la preoccupazione principale per gli oggetti è di proteggerli, preservarli o evitare spiacevoli cadute o inconvenienti dovuti allo scorrere del tempo, le Stein Teacup dopo un utilizzo prolungato rivelano tutta la loro originalità. Con il tempo, invecchiando, le magiche tazzine diventano più belle. Singolari e interessanti, vengono vendute sul mercato al prezzo di £ 35,00. Per averle occorre contattare direttamente Bethan Laura Wood, la designer inglese che le ha concepite.

Andel’s Hotel: design di fabbrica

Andel’s Hotel

Recentemente inaugurato il quarto hotel della catena alberghiera Andel’s  nella città di Lodz in Polonia. La cura degli interni porta la firma dello studio di design Jestico + Whiles. Le stanze, 278 in tutto, sono state arredate in stile contemporaneo e in armonia con il carattere storico dell’edificio che, in passato ha ospitato una grande fabbrica di produzione tessile. Mattoncini, ferro colato, acciaio sono i materiali utilizzati e combinati con moderni accessori e mobili di design. Esclusività e amenità: il binomio caratterizza l’atmosfera dell’hotel, dove i colori e le forme prendono il sopravvento sull’ordinarietà delle combinazioni. L’albergo è dotato anche di una zona per la sauna e il wellness.

Inaugurato il nuovo museo dell’Acropoli ad Atene

New Acropolis Museum – Atene

Linee dure ma ammormidite, sale razionali e asettiche, è il nuovo Museo dell’Acropolis inaugurato la scorsa settimana ad Atene. Tre livelli di 23 metri di altezza su una superficie di 15.000 metri quadrati ciascuno in cui sono ospitate 350 vestigia e sculture dell’acropoli. “Un’opera al servizio dell’antico” – l’ha interpretata così Bernard Tschumi, l’architetto che l’ha progettata, definendola
“umile e al contempo arrogante”. Ai piedi dell’Acropoli, tra polemiche e ammirazione, giganteggia imponente un poderoso blocco di cemento e vetro. Rigore, nitidezza, discrezione: all’interno i marmi trafugati 207 anni fa dall’ambasciatore inglese Lord Elgin, hanno ritrovato la loro dimora naturale. Le metope, il fregio, le statue del frontone sono tornate nei luoghi d’origine ma l’opera tutta non è completa. Copie in gesso sostituiscono gli originali ancora in esilio a Londra. Di certo Atene non si arrende, ma Londra non demorde e custodisce i marmi patrimonio dell’umanità tra le mura del British Museum, “al riparo dall’inquinamento di Atene.” Tra le altre opere: statue, vasi, il tesoro di Afrodite e altre preziose antichità. Il nuovo museo dell’Acropoli apre al pubblico da domenica 21 al 23 solo a chi ha comprato un e-ticket, dal 24 biglietti normali. Fino al 31 dicembre 2009 l’ingresso costa un euro. Orario 8-20 chiuso lunedì.

Calais: la città internazionale del merletto

AFP/PHILIPPE HUGUEN

L’architettura sposa con audacia l’antichità alla contemporaneità. Succede a Calais, la città internazionale del merletto e della moda. Inaugurata lo scorso maggio, dopo anni di attese, la città del merletto ha inteso così salvare la struttura dello stabilimento Boulart dove è ubicato il museo del merletto, un edificio di mattoni del XIXmo secolo testimonianza dell’era industriale. Con un’estensione di 500 metri quadrati, la nuova struttura ospiterà mostre temporanee e servizi di ristorazione, oltre che una libreria. Nel percorso museale sono compresi i modellini di officine, pannelli esplicativi sulle vecchie tecniche di fabbricazione, scatole con sigillo a cera. Presente anche una sezione che mostra l’utilizzo del merletto nella moda: due secoli di lingerie e biancheria femminile, dalle camice da notte della nonna a mise sexy e seducenti. Non mancano costumi teatrali e di scena, capi di alta moda. C’è perfino un abito da sposa in merletti di carta. Gli architetti Moatti e Rivière hanno inteso così creare un centro propulsivo dove sopravvivono il know-how e le tecniche di fabbricazione legate al mercato dei merletti e dove la storia ha sposato il futuro per creare nuove tendenze.

Diecimila euro in sterline d’oro per “Esse come stella cometa”

Esse come stella cometa di Antonio Maria Fantetti

S’intitola “S come stella cometa” la foto vincitrice del concorso internazionale di fotografia, Obiettivo Matera, indetto dall’Agenzia Viaggi Lionetti di Matera in collaborazione con l’Apt, l’Agenzia Territoriale di Basilicata. In palio, per l’autore dello scatto, Antonio Maria Fantetti, ingegnere trentaquattrenne di Manfredonia, 10mila euro di sterline in oro. L’immagine raffigura uno scorcio inedito degli antichi rioni di tufo, in particolare la strada che congiunge il Sasso Barisano a quello Caveoso, illuminata da due fasci di luce a forma di esse che brillano e animano il percorso. Sullo sfondo la Chiesa di San Pietro Caveoso, arroccata sul grande vallone del canyon, e la Madonna dell’Idris con la sua imponenza, dominano lo scenario notturno. Nel cielo, le nuvole e le sfumature azzurre, creano degli attraenti giochi di luce in cui l’intensità dei colori è perfettamente equilibrata. La foto è stata scelta da Gianpiero Perri, Direttore Generale APT Basilicata, Rossella Tosto, giornalista-vice presidente Datacontact, Mikaela Bandini di Viaggi di Architettura e responsabile del concorso fotografico Obiettivo Matera insieme agli altri membri della giuria: Amerigo Restucci, architetto e neorettore dello Iuav (Istituto Universitario Architettura di Venezia) e Guido Alberto Rossi, fotografo. Lo scatto selezionato rappresenta, in modo inedito ed originale, un monumento della città di grande suggestione, unito anche a un bellissimo panorama, riuscendo ad attrarre l’attenzione e ad incuriosire al primo sguardo. Tra le altre foto risultate vincitrici, e per le quali ci sono in palio 1000 euro, le immagini intitolate: “Volti a confronto” della ventinovenne messinese Mariangela Insana per la categoria  Persone; “Arte e architettura” del trentenne materano Raffaele Contini per la categoria Architettura; “Ritorno dal pascolo” del cinquantenne materano, Pietro L’Annunziata per la categoria Paesaggi e “Turisti 1-2-3? del fotografo quarantatreenne barese, Giuseppe Di Giglio per la categoria Sequenze. Sono in tutto 448 le foto pervenute per il Concorso Fotografico Obiettivo Matera – dichiara Mikaela Bandini -. La città è stata ritratta da nuove angolazioni e con nuovi profili e molti degli scorci raffigurati, raccontano i cambiamenti che hanno caratterizzato lo sviluppo urbano dell’ultimo decennio.” L’agenzia di Promozione Territoriale di Basilicata – dichiara Gianpiero Perri – attraverso questa azione di co – marketing ha voluto contribuire a veicolare l’immagine della città di Matera. La competizione artistica ha favorito l’espressione creativa di fotografi professionisti e amatori che partecipando al concorso, attraverso i loro scatti, hanno arricchito il patrimonio pubblico di fotografie della città dei Sassi. Adesso gli operatori turistici, le associazioni culturali, i blogger e il popolo di internet hanno a disposizione un repertorio di immagini da utilizzare a fini promozionali.” Le foto sono visionabili sul sito SassiWeb e sul canale youtube dell’agenzia. Lo slide show è accompagnato dal commento musicale del brano “Mareverderame” tratto dal disco di Meridiana Group di Gegè Telesforo, con musica scritta e arrangiata da Dino Plasmati. Sulla bacheca del gruppo Obiettivo Matera presente sul social network Facebook, è possibile lasciare commenti e votare virtualmente le immagini pervenute al concorso. Le foto del concorso Obiettivo Matera verranno esposte in una mostra fotografica, nel complesso alberghiere delle Monacelle, nel prossimo mese di settembre durante l’evento letterario internazionale, Women’s Fiction Festival.

Lisbona: riaperto il Museo del Design e della Moda

Sulla scena ritorna il MUDE, il nuovo Museo del Design e della Moda di Lisbona che dopo tre anni ha riaperto i battenti riconquistandosi immediatamente la leadership in Europa. Trasferitosi dal Centro Culturale di Belèm nel cuore cittadino, presso la sede storica del Banco Nacional Ultramarino, in Rua Augusta, il Museo ospiterà la collezione di Francisco Capelo, con una serie di pezzi unici, pietre miliari nella storia del design e della moda europei. In occasione dell’apertura è stata inaugurata anche l’esposizione temporanea “Preview, da Corbusier a Alaïa” che si terrà fino all’11 ottobre. L’ingresso al museo sarà libero fino al 1° luglio. Situato nel quartiere Baixa, il museo si propone l’ambizioso obiettivo di essere non solo un luogo di ammirazione delle creazioni passate, sotto le diverse prospettive e i diversi linguaggi, ma anche un vero e proprio centro di aggregazione, di scambio e di discussione fra intellettuali, artisti o semplici appassionati per far sì che il design e la moda traggano linfa vitale e si rinnovino col passare del tempo. Oltre agli spazi dedicati alle esposizioni, il pubblico avrà anche a disposizione una libreria con titoli specializzati, una caffetteria e una sala polivalente, tutti spazi utili per lo svolgimento di attività culturali accessorie o di eventi mirati.
Orario di apertura: Martedì-giovedì e domenica: dalle 10,00 alle 20,00. Venerdì e sabato: dalle 10,00 alle 22,00. Chiuso il lunedì. Catalogo euro 5,00 disponibile dal 18 giugno 2009.

L’arte del mattoncino

New Orleans – Nathan Sawaya

Un milione e mezzo di piccoli pezzi di costruzioni Lego sono stati usati dall’artista Nathan Sawaya per costruire sculture surreali, gadget, opere con specifiche connotazioni architettoniche e urbanistiche. Per la comunità, per eventi internazionali, per istituzioni pubbliche, i suoi monumenti di plastica prendono forma anche da schizzi e disegni realizzati dai bambini. Come nel caso della Biblioteca di New Orleans che, nell’ambito della Campagna Lego sui costruttori del futuro, gli ha commissionato un’installazione permanente ospitata all’interno dell’istituzione culturale. Un progetto tanto speciale quanto unico perchè nato dalla fantasia dei bambini che, attraverso i loro disegni, hanno immaginato una Nuova New Orleans, ricostruita a loro piacimento, con servizi per la comunità: dalla stazione dei vigili del fuoco all’ospedale, dalle scuole ai parchi pubblici, dalle case agli hotel e alle biblioteche. L’artista si è lasciato ispirare dalle creazioni dei più piccoli per creare sculture colorate, leggermente distorte, con finestre non perfettamente allineate che, nella loro originalità e unicità celebrano la rinascita della città del Jazz.

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