Redazione

Città del Messico | Aeroporto di Foster e Romero

Il nuovo aeroporto di Città del Messico è un progetto vincitore di un concorso di progettazione guidato dalla squadra creata dal team britannico Norman Foster e dall’architetto messicano Fernando Romero. Progetto voluto dal governo del Messico con l’obiettivo di rivoluzionare l’infrastruttura aeroportuale e il suo design per dare al Paese una nuova icona architettonica, anche se dal render aereo ricorda vagamente il Ferrari World – Parco di divertimento ad Abu Dhabi progettato da Benoy Architects nel 2005.

Unico terminale di 555.000 m² a gridshell; un design creato con un sistema costruttivo prefabbricato per consentire all’aeroporto di essere completato rapidamente e senza bisogno di impalcature. La forma monumentale in vetro e acciaio è caratterizzata da campate di oltre 100 m, senza colonne e da un tetto a volta in simbolismo alla tradizionale architettura messicana. Altri simboli e mitologie locali si distinguono nel design dell’edificio, come un giardino di cactus che segna l’ingresso o le strade a forma di aquila e di serpente.

Massimizzazione della sostenibilità strutturale, mantenendo confortevoli le temperature interne per la maggior parte dell’anno, grazie alla ventilazione naturale, e utilizzando l’energia solare e la raccolta dell’acqua piovana per ridurre l’impronta di carbonio dell’edificio, per dare alla città la possibilità di ottenere la certificazione LEED Platinum come aeroporto più eco-friendly al mondo.

Melbourne | Transformer Fitzroy di Breathe Arch.

Per chi ha in programma un viaggio nell’Australia sud-orientale ed è interessato all’architettura studiata per la sezione ‘Mangiare fuori’, a Melbourne c’è il nuovissimo ristorante Transformer Fitzroy a firma di Breathe Architecture (Jeremy McLeod e Bettina Robinson).

Location abbandonata per molti anni, in precedenza una fabbrica di elettronica, la sua architettura è un inno al verde; esplosivo sia al suo esterno che all’interno. L’edificio pre-esistente conserva a strati il carattere del suo passato, muri con mattoni a vista e lunghe perline in legno per il rivestimento a falde della copertura, tra cui anche un piccolo cortile alberato, che nasconde dietro ad un muro di edera rampicante un magazzino, e che si rifà al fondamento del nuovo concept design e cioè di ampliare l’esperienza del giardino all’interno di una struttura.

Fioriere in cemento a bassa altezza creano percorsi e spazi per intime sedi per i commensali. Illuminazione soft e low-tech sono la chiave per rendere questo ristorante unico. Inoltre, la tavolozza dei materiali è una raccolta di materiali comune agli ambienti da giardino, come il calcestruzzo gettato in opera, il legno chiaro e riciclato, l’acciaio annerito, le rifiniture in ottone, i tessuti outdoor e una, ovviamente,  grande varietà di piante.

Foto di Peter Clarke.

Ho Chi Minh City | Thao Ho Home Furnishings di MW

Nel chiassoso ed altamente inquinato distretto vietnamita di Tan Binh, il Thao Ho Home Furnishings è un satellite ‘green’, che nasce dall’attuale concept dell’architettura responsabile nel proteggere l’ambiente.

A firma del MW Archstudio, il design dello showroom, simile all’installazione di Ai Weiwei per il padiglione Germania alla Biennale del 2013, è studiato per essere bar, ristorante, spazio espositivo e persino abitazione. L’illuminazione non è artificiale e la ventilazione naturale è favorita dall’esposizione dell’edificio, che riesce a minimizzare il rumore e la polvere dall’atmosfera circostante. L’areazione funziona ugualmente anche in assenza di circolo d’aria grazie a dei ventilatori a soffitto che consumano pochissima energia.

L’edificio è realizzato con materiali di riciclo da rifiuti industriali e al suo interno sono presenti diversi alberi, che agiscono da filtro all’inquinamento atmosferico ed espongono il messaggio positivo di benessere e di salute.

Seul | House of Dior di C. de Portzamparc

Architettura scultorea agli antipodi da quella degli edifici nel quartiere di Gangnam-gu a Cheongdam-dong di Seul, la nuova boutique House of Dior nasce da un progetto dall’architetto francese, vincitore del Premio Pritzker, Christian de Portzamparc.

Facciata imponente rivestita da pannelli voluminosi in resina e fibra di vetro, che ricordano il tipico motivo cannage di Dior di una monumentale gonna rovesciata. “Ho ripensato al movimento delle stoffe, alla trama dei tessuti, e ho progettato una facciata che gioca un po’ con questi elementi”, spiega l’architetto. “Questo candore delicato è come la tela del grande sarto quando viene lavorata: possiede quel movimento che gioca con la luce… Questa morbidezza scultorea è stata il mio punto di partenza.”

Haute couture e architettura si fondono in un’unica creazione, dove, infatti, anche gli abiti cult della Maison come Cyclone e Cocotte, disegnati da Christian Dior nel 1948, hanno ispirato il design esterno dell’edificio.
Struttura su sei piani, con interni progettati dall’architetto americano Peter Marino, per l’esposizione di accessori, gioielleria e abbigliamento con aree dedicate ad una sala VIP, una galleria per esposizioni temporanee e un caffè con terrazza panoramica, gestito dal famoso pasticcere francese, Pierre Hermé.

Arnhem | Stazione di UNStudio

Sinuosa e soprattutto nuova, dopo 20 anni di sviluppo, la stazione ad Arnhem nei Paesi Bassi a firma di UNStudio, in collaborazione con lo studio di ingegneria Arup.

Masterplan sulla trasformazione dello snodo di trasporti della città e del suo circondario, è la nuova sala di trasferimento, che comprende in una rete complessa di piani intermedi e rampe, aree di attesa, zone di servizio per treni, tram e autobus, così come una serie di spazi commerciali come negozi, ristoranti, uffici e un centro conferenze. Oltre alle concrete forme curve, sia all’interno che all’esterno dell’edificio, sono stati progettati due livelli interrati per il deposito delle biciclette e parcheggio auto. Ampie vetrate sulla facciata dell’edificio si estendono fino al tetto per formare dei lucernari e soffitti in legno ondulati sono progettati per l’orientamento dell’illuminazione naturale.

Mentre il design degli spazi pubblici circostanti della stazione con lastre di pietra intervallate da elementi in acciaio inox per la pavimentazione in ispirazione alla topografia naturale sono dell’azienda di architettura del paesaggio olandese Bureau B + B.

Serifos | chiesa della Santa Croce di OPA

Segno distinitvo dello Studio OPA di Jaffa Noga Qtr, Tel Aviv, è l’orientamento verso lo spazio urbano in cui un’architettura è collocata, come di recente ha proposto per il progetto della cappella della Santa Croce sull’isola di Serifos in Grecia.

Design concettuale per un edificio religioso, che si traduce in evocazione simbolica tra tradizione e fede in un contesto di materialità semplice armonizzato dall’architettura ispirata dai modelli dinamici di pattern luminoso su cemento nudo utilizzato a ‘Ronchamp’ di Le Corbusier e nella ‘chiesa di luce’ di Tadao Ando.

La cappella è una croce estrusa su tre livelli che dall’interno della scogliera si affaccia sul Mar Egeo. E come per tutti gli edifici sotterranei, uno dei benefici principali è l’isolamento termico, che mantiene la temperatura degli ambienti stabile grazie al cappotto naturale dato dal terreno circostante. Legno, vetro e cemento sono gli elementi base utilizzati per l’edificio e studiati per essere in sintonia al territorio circostante. Il vetro corre lungo la spina dorsale dell’edificio e si conclude con la facciata, sempre a forma di croce, che si presenta come elemento illuminante o faro per la notte.

Madalena | Cella Bar di FCC Arquitectura

Cella Bar a Madalena in Portogallo è la rinascita di una piccola struttura abbandonata in ristorante e bar di tapas di design, concepito dall’unione collaborativa tra lo studio FCC Arquitectura e l’interior designer Paulo Lobo.

La creatività architettonica si evidenzia da un’estensione scultorea in legno sinuosa ed organica, in netto contrasto con il linguaggio della lingua classica ed ortogonale dell’edificio in cui è incorporato. Il design plastico è definito, sia in termini di forme che di materiali, dalla marcata ispirazione all’ambiente naturale circostante come il profilo dell’isola, le rocce o le balene.

30 m² ca. completamente ristrutturati, mantenendo le caratteristiche essenziali della costruzione originale, dove gli interni sono stati ridisegnati ad hoc per sviluppare la funzione del ristorante. Composto da diverse zone e ambienti: un ampio patio in pietra, una terrazza sul tetto, un muro in pietra per la sala da pranzo e il bar in legno disegnato per essere come una lingua ondeggiante. Il Cella Bar è da intendere come un’opera d’arte di architettura e design, ma anche un rifugio rilassante in cui godere di una vista mozzafiato sulla costa e sul mare.

Foto di FG+SG.

San Francisco | SFMOMA di Snøhetta

È agli ultimi ritocchi il nuovo SFMOMA – San Francisco Museum of Modern Art di Snøhetta, lo studio internazionale di architettura e design di interni con sede a Oslo e New York.

Design ispirato alla nebbia di San Francisco e alle acque circostanti. Attraverso pannelli in fibra di vetro rinforzati con polimeri punteggiati da finestre a nastro orizzontali, la facciata striata ed increspata è una netta distinzione tra il nuovo edificio e le geometrie regolari dell’architettura postmodernista progettata da Mario Botta nel 1988. 15 m più alto dell’edificio di Botta “È – spiega Craig Dykers, fondatore di Snøhetta – come avere un compagno di ballo. Non vuole essere come il partner che ti pesta i piedi, ma come quello che ha la propria personalità e danza liberamente insieme a voi.”

21.832 m² su 10 piani, studiati per ospitare l’enorme crescita di visitatori, sono il grande cambiamento di ampliamento del museo con nuovi spazi per eventi, quali un teatro, un centro di formazione, una biblioteca, uffici amministrativi, due terrazze all’aperto, un giardino decorato da sculture d’arte, e 9.290 m² di gallerie distribuite sui cinque piani centrali dell’edificio. Percorsi pedonali animeranno le strade che circondano il museo per creare un effetto corteo di scale e piattaforme che portano al nuovo edificio, riecheggiando la rete dei sentieri, delle scalinate e dei terrazzamenti, elementi urbani identificativi della città.

Tokyo | Book & Bed Hostel di Suppose Design

Paese dei fumetti manga e di grandi scrittori, da poco a Tokyo si è aperto il Book & Bed Hostel a firma di Suppose Design Office. Creato in collaborazione con R-Store srl e Shibuya Publishing & Booksellers, il Book & Bed Hostel è una libreria di giorno e un ostello di notte.

Dedicato agli amanti del libro, inteso come vero feticcio da scoprire, sfogliare e ovviamente leggere o per fare una citazione dello scrittore Nabokov, che tutti conoscono per essere l’autore del celebre libro ‘Lolita’, diceva “Sapere che si ha qualcosa di bello da leggere prima di coricarsi è una delle sensazioni più piacevoli della vita.” Situato al 7° piano, l’entrata è in una stanza con esposti oltre 1.700 libri e fumetti. I letti delle 12 camere a capsula sono nascosti dagli scaffali pieni di libri e raggiungibili solo salendo una scala, dotati di booklight e wi-fi gratuito.

Il connubio tra albergo e libreria non è un esempio di stile molto diffuso. L’unico e lampante è il celebre e storico Shakespeare & Co. di Parigi, fondato nel 1919 da Sylvia Beach, dove si stima hanno dormito più di 40mila visitatori e milioni di fruitori l’anno.

Amsterdam | Tennis club di MVRDV

Rosso brillante è il tennis club a IJburg nella zona est di Amsterdam, a la firma di MVRDV, il celebre studio di architettura e progettazione urbana di Rotterdam.

Non più gradinate lineari e parallele ai campi da gioco, qui, la tribuna, che può ospitare fino a 200 spettatori, è un’alzata doppia con gradoni che si elevano verso l’alto come su un’onda. Un’architettura di 36 m di lunghezza dalla struttura plastica come una tavoletta di plastilina, che da semplice parallelepipedo viene schiacciato al suo centro fino al livello strada, ottenendo al lato opposto un effetto ad orogenesi in zolle.

Il progetto è stato completato in collaborazione con un’azienda locale, Studio Bouwkunde. È l’ottavo progetto di MVRDV costruito ad Amsterdam, come il condominio policromo Silodam e lo sviluppo immobiliare Parkrand.

Foto di Daria Scagliola e Stijn Brakkee.

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