Nella solare città spagnola di Siviglia, ‘El Pinton’ è un grazioso ristorante progettato da Lucas y Hernández-Gil Arquitectos.
Discreta e raffinata unione tra il forte legame dell’architettura tradizionale con l’approccio di uno stile nuovo e contemporaneo. Elementi di interventi precedenti come le modanature sono state completamente rimosse per far spazio alle texture originali di grande pregio estetico.
Uno spazio di 250 m² distribuiti su differenti aree. Il cortile è il fulcro del ristorante attorno al quale si articolano i vari ambienti e si distingue per il suo carattere ambiguo ed ambivalente tra interno ed esterno. Per meglio connotarlo e valorizzarlo è stato arredato da piante, mobili da giardino, ghirlande, lanterne e tessuti ombreggianti. L’architettura d’interni è una combinazione tra design da collezione di noti brand come Magis, Fermob e Driade, e illuminazioni disegnate ad hoc e realizzate a mano da Marset.
Photography by Juan Delgado.
Lungo le rive del fiume Saona a Lione, lo studio di architettura Jakob + Macfarlane ha progettato due edifici distinti: uno arancione, completato nel 2011, e uno verde, più recente, che costituisce la sede di Euronews.
Il progetto fa parte di un vasto masterplan di rinnovo e di riqualificazione della banchina portuale, Rambaud.
Oltre al colore impattante, l’edificio verde ha sulla facciata (lato verso il fiume) due atri conici simili a due grandi occhi, che oltre all’architettura simbolica essi introducono luce e ventilazione naturale nel cuore della struttura.
La facciata è rivestita da un involucro fitto e perforato irregolarmente; una tramatura vetrata e in alluminio. La scelta coraggiosa del verde è stata data dall’artista francese Fabrice Hyber, che spesso lo usa nelle sue opere, e in questo caso, è un riferimento al colore del fiume che sancisce il dialogo tra l’urbano e la natura. L’edificio al suo interno ha due principali sedi: spazi di servizio pubblico al piano terra, tra cui la hall d’ingresso e il ristorante, e la sede di Euronews completa di uffici, studi di registrazione e spazi multimediali, distribuiti su sei livelli.
Foto di Nicolas Borel.
A 3 anni dal completamento dei 300 m d’altezza della torre The Shard alla stazione di London Bridge, Renzo Piano si ripropone per il progetto di un altro grattacelo residenziale, in collaborazione, nuovamente, con Sellar Property Group per la riqualificazione dell’ex sede Royal Mail alla stazione di Paddington.
A differenza di The Shard, che dispone di un design affusolato e che fa riferimento alle guglie delle chiese storiche di Londra, la torre di 31 London Street è progettato secondo una forma cilindrica di 224 m, che si presta a diventare il quarto edificio più alto della capitale londinese dopo The Shard, One Canada Square e 110 Bishopgate.
Avrà ristoranti sul 60°, 61° e 62° piano, un roof garden all’aperto sul modello Kew Gardens, 200 appartamenti, uffici, negozi e caffè, il tutto all’interno di 4.000 m² di nuovi spazi pubblici.
“L’attuale spazio pubblico a Paddington è povero, con frequenti congestioni”, ha detto il presidente Sellar Property Group Irvine Sellar. Con il completamento previsto per il 2020 ”questa nuova architettura sembra porre rimedio a tali problemi e creare un meraviglioso senso di luogo che l’area necessita.”
Chic come un bistrot parigino, costellato da piastrelle lucide e immerso in uno scheletro di metallo industriale, Meat West è il ristorante a firma di Framework Studio ad Amsterdam. Sito all’interno di un ex deposito di tram in riparazione a De Hallen, l’incubatore restaurant-concept offre un interior design che combina una tavolozza di materiali a contrasto tra soluzioni tech e artigianato locale.
In un’area di 360 m² il ristorante è un elegante spazio aperto, racchiuso in un architettura industriale sotto una vibrante texture di lucernari in vetro e metallo. A causa del patrimonio industriale del luogo, Framework Studio ha dovuto affrontare una vera e propria sfida, il poter creare angoli d’intimità per gli avventori, ma la soluzione creativa è arrivata studiando gli elementi di contrasto tra materiali e colori, forme regolari e ruvide, forme geometriche e linee grafiche, nonché una perfetta combinazione tra design e illuminazione.
La cucina è il cuore vivo del ristorante dove si possono osservare gli chef mentre lavorano le proprie creazioni. La disposizione lineare dell’arredamento ricorda i lunghi vagoni dei treni sulle rotaie, dove gli iconici tavoli e gli schermi grafici garantiscono un certo livello di privacy seppur collocati in un’unità open-space.
Foto di Peter Tijhuis.
Il Maruhon Ryokan è un complesso alberghiero del 17° secolo nella prefettura giapponese di Gunma, che nel tempo ha subito diversi ampliamenti e ricostruzioni. Lo studio Kubo Tsushima Architetti ha ridisegnato lo stabilimento balneare, sito sul nodo di passaggio tra due ali di alloggi.
Dal livello della strada, l’edificio sembra seguire la forma architettonica tradizionale con tanto di tetto a due falde, ma l’interno minimal è costituito da travi curve in legno, che creano una parete separatoria tra un bagno e uno spazio relax. “Per costruire la panchina, abbiamo utilizzato del cipresso giapponese”, ha spiegato l’architetto “perché ha un piacevole aroma, e rende le persone rilassate che reclinabili in panchina dopo il bagno.”
Attraverso la fluidodinamica computazionale, che analizza l’algoritmo sul flusso del fluido, gli architetti hanno progettato il design della ventilazione. Il vento naturale viene guidato dalla finestra del bagno, sito al piano terra, e quando lo spazio è troppo riscaldato dai vapori dell’acqua di sorgente che sgorga in una piccola piscina sommersa nel pavimento da un rubinetto in bambù nero, questo confluisce verso la finestra sul tetto. L’obiettivo di questo progetto è una pianificazione a lungo raggio per attirare turisti e per promuovere la zona per la sua sostenibilità.
Sviluppi monumentali per i due principali aeroporti della città di New York. Il governatore, Andrew Cuomo ha annunciato di recente che verranno investiti 4 miliardi di dollari per il nuovo aeroporto LaGuardia e trasformato lo storico ed iconico centro di volo internazionale TWA del JFK in un grande e moderno hotel, sviluppato attraverso una partnership tra MCR Development LLC e JetBlue.
Dalla celebre architettura di Eero Saarinen il nuovo progetto di ristrutturazione prevede 505 camere, 3716 m² per conferenze, eventi e spazi di incontro e un ponte di osservazione di 929 m². Tyler Morse, MCR Ceo, ha dichiarato alla stampa, quando sono stati presentati i primi render del progetto, che ”il TWA Flight Center Hotel celebrerà e preserverà il capolavoro di Eero Saarinen, riaprendo al pubblico in cui i visitatori internazionali e newyorkesi potranno vivere nella straordinaria icona di metà secolo con la sua magia del Jet Age.”
La notizia ha mobilitato l’Istituto per la simulazione e la formazione universitaria della Florida centrale che organizzerà un team per documentare digitalmente la struttura storica e i significativi cambiamenti attraverso l’applicazione di scansioni laser 3D di ultima generazione.
Protetta sotto una campana di vetro per evitare qualsiasi possibilità di danneggiamento la casa di un comandante delle SS è oggi un esempio di architettura a firma dello studio olandese Oving Architekten.
Inteso come un memoriale della seconda guerra mondiale, la scatola di vetro di grandi dimensioni è l’involucro-vetrina della residenza di Alberto Konrad Gemmeker, utilizzata per ospitare eventi formativi. La casa di legno verde e bianco, dichiarato monumento nazionale nel 1994, è uno dei pochi edifici rimasti a Kamp Westerbork, nei Paesi Bassi, centro di detenzione originariamente aperto nel 1939 dal governo olandese per rifugiati ebrei in fuga dalla Germania nazista.
“L’approccio territoriale è stato quello di mettere in scena la scala umana e la relazione con il paesaggio” spiegano gli architetti. Una cornice di acciaio color ruggine è apposta all’estremità dell’ingresso, che si espande verso l’alto e verso l’esterno per incapsulare la casa. “Il ritmo della costruzione in acciaio composta da colonne e travi portanti accentua la forma della pelle in vetro ed è parte integrante del progetto.
“La fotografia è di Susan Schuls.
La strategia del design d’interni utilizzata da One Plus Partnership per il Nanchang Insun International Cinema è basata sulla relazione concettuale tra il libro e il grande schermo. Un’architettura di narrazione dove volumi e pagine prendono corpo e funzione. Non è un caso che il Cinema si trovi nella Cina Book City di Nanchang, combinazione per l’appunto ideale per la comunicazione del suo design.
Entrando nel cinema, i visitatori si immergono in un ambiente asettico dove pagine di libri o copioni di sceneggiature sembrano svolazzare sui muri, in un mondo bianco come la carta, laddove, in contrasto, si staglia il materiale cinematografico di color nero. La cassa, nel cuore della hall, è nascosta dall’illusione ottica di pile di carta accatastate sul pavimento. Dalla lobby al corridoio lo sfondo passa dal bianco assoluto al nero intenso, presente su tutto lo spazio, compreso il pavimento, il soffitto e le colonne. Qui, in diversi font e colori emergono, come messaggi cifrati, celebri battute estrapolate da film classici.
Dal corridoio si passa alla sala d’attesa dove strette strisce di riflettori cilindrici verdi sono appesi al soffitto e disposti in maniera casuale ed incrociata per giocare un ruolo importante nell’architettura non solo estetica ma anche di geometrie riflesse sia sul pavimento che sul soffitto in imitazione dei dorsi dei libri.
L’immagine idealistica del pittore o dell’artista spesso è ancora associata a quella del bohémien, ma i tempi cambiano e (per fortuna) si evolvono in forme nuove sempre più sofisticate e ricercate. L’esempio è dato dallo Studio di un pittore a firma di Felipe Assadi, che ha realizzato questo laboratorio dedicato alla creatività e all’arte accanto all’abitazione privata del pittore, assieme agli architetti colleghi Francisca Pulido e Alejandra Araya.
Immerso e isolato nella suggestiva costa cilena, lo spazio è racchiuso in un involucro rettilineo, che sporge dalla parete rocciosa come un un’estensione di un telaio. In rispetto alla pittura, la luce naturale è studiata per non essere diretta. Gli interni sono puliti e minimali dediti unicamente all’area di lavoro. I materiali predominanti sono il legno chiaro utilizzati per creare complementi d’arredo e il cemento lasciato a vista per un effetto squadrato in contrasto alle linee diagonali della casa principale chiamata Casa Bahia Azul, che si staglia lungo la costa e dispone di una serie di finestre inclinate, le quali accentuano l’angolo off-kilter.
“È un piccolo rifugio dal resto degli edifici” come dichiarano gli architetti; una composizione sapientemente incorniciata e proietta verso l’Oceano Pacifico per ispirare un capolavoro.
Cirkelbroen, il nuovo ponte ciclopedonale nel quartiere di Christianshavn di Copenaghen, a firma dell’artista Olafur Eliasson, è la donazione alla capitale danese dalla Fondazione Nordea.
Il nuovo ponte è costituito da cinque piattaforme circolari di diverse dimensioni che creano un sistema di micro piazze interconnesse; ognuna con al centro un albero, come il termine e il design marinaresco prevede.
Forme avvolgenti e dinamiche, il Cirkelbroen, in lontananza e con le luci della sera, sembra proprio un’imbarcazione. La sua sinuosa silhouette, che induce il pedone a rallentare il passo e invita a prendersi un momento di pausa per osservare il panorama circostante.
Olafur Eliasson, non è alla sua prima esperienza architettonica, in quanto già famoso per l’opera ‘Your Rainbow Panorama’ realizzata sul tetto dell’ARoS Aarhus Museum of Modern Art, e spiega: “Spero che diventi un nuovo spazio urbano, un punto di riferimento per ritrovarsi in città. Nella mia arte lavoro elementi transitori quali il vento, la nebbia o i flussi d’acqua. È stato per me meraviglioso potere creare una struttura come il Cirkelbroen, che incarna questo senso di transitorietà: da un lato la stabilità e la lunga vita del ponte, dall’altro il passaggio continuo dell’acqua che crea la calda l’atmosfera del waterfront”.