Londra non è nuova all’uso dei container come luogo (progettato) da abitare: Container City nel Trinity Buoy Wharf di Tower Hamlets testimonia oggi, quanto abbia funzionato l’idea che più di dieci anni fa, nel 2001, fece sorridere come alla vista di un giocattolo destinato a breve vita.
Il pop-up restaurant commissionato da Wahaca a Softroom Architects testimonia (oggi) che l’uso dei box container è ormai invalso per assolvere le più disparate funzioni; e non fa certo sorridere di “compromesso”, anzi. Il box container è apprezzato per la sua propria versatilità compositiva, come unità spaziale minima-indivisibile, per questo autosufficiente. Il container con le sue dimensioni standard, immodificabili diventa un “vincolo” creativo, un modulo progettuale bell’e pronto, da cui partire per lavorare sul tema dell’aggregazione più che sul dimensionamento geometrico dell’architettura. Il risultato visibile –e attraversabile- nel ristorante di Wahaca a Southbank, lo testimonia appieno.
In soli due ordini sovrapposti di otto contaniner in linea si sperimenta una sequenza di spazi e funzioni estremamente variegati, per attività e ambientazioni. Ci sono le sale ristorante al piano terra e c’è l’area lounge al primo piano, in terrazza e al coperto, attrezzata con sedute da living room nuove, e anche riciclate. Alle pareti murales di artisti messicani. Un disimpegno vetrato centrale collega le due file di container, accoglie il corpo scala e illumina l’insieme con luce naturale. I container colorati di Wahaca resteranno “agganciati” alla Queen Elizabeth Hall, a Southbank Centre, da luglio a settembre, pronti ad un nuovo “riciclo” in un altro luogo del mondo.
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