L’architetto Stefano Boeri ripresenta il suo Bosco Verticale a Nanjing, in Cina.
Lo scopo è abbassare l'inquinamento atmosferico grazie ad un piano di ‘treescrapers’; torri ricoperte da piante.
La madre di questo progetto è a Milano, ai margini del quartiere Isola nella zona di Porta Nuova, come abbiamo già avuto modo di parlare in un nostro tour sul tema della nuova veste d’architettura contemporanea della capitale meneghina.
Qui, si tratta di un esempio a piccola scala, mentre quello cinese è una visione più ampia e rivoluzionaria, in cui la panoramica urbana si sviluppa in torri verdi e il paesaggio si copre di vegetazione.
L’emergenza è di dare un contributo positivo al cambiamento sulla qualità della vita, congestionata oramai anche visivamente da estrusioni in cemento ovattate da fuliggine di smog perennemente grigia.
Le cifre fornite alla stampa sono impressionanti: queste nuove costruzioni potrebbero, secondo le stime, rimuovere dall'aria 25 tonnellate di carbonio l’anno e creare un processo di produzione naturale di ossigeno pulito. Anche se una forma di inquinamento, meno tossica ovviamente, può presentarsi sul manto stradale visto che le foglie o i rami secchi cadono dall’alto degli edifici stessi.
Un intervento di design sostenibile dal valore sensibile a livello umano, anche se con le dovute criticità di manutenzione, perché l’idea funziona solo se il verde viene gestito e curato (innaffiamento, potatura, invasamento, ecc) e non sempre è un servizio da poco - molto più impegnativo di un semplice lavavetri che va su e giù per i lati di un grattacielo - o di facoltà di ognuno di noi, il famoso “pollice verde”.
L’architetto è fiducioso e lancia la proposta:
Speriamo che questo modello di architettura verde può essere ripetuto e copiato e replicato.
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