Gli artisti milanesi Francesco Rugi e Silvia Quintanilla hanno presentato da poco nel cuore della zona est di Londra al DreamBagsJaguarShoes il loro progetto dal titolo La Selva.
Il duo noto col nome di Carnovsky è conosciuto per l’uso curioso della tecnica RGB: sovrapposizione di tre immagini a colori primari su di una stampa multistrato, dove le immagini originali attraverso un filtro, una luce od un materiale trasparente di colore rosso, verde o blu emergono estraniandosi l’uno dagli altri livelli sovraimpressi.
E’ un gioco di layers messi prima in relazione tra di loro e poi, estrapolati singolarmente. Nel tema della giungla, compaiono foreste esotiche con belve feroci, foglie dalle mille forme e geometrie grafiche ad ispirazione dai racconti di Kipling, dai dipinti di Henri Rousseau e dai film di Werner Herzog.
L’evoluzione al progetto denominato ‘RGB: Black Series‘ e per ora disponibile solo in carta da parati e in edizione limitata, è nelle immagini al negativo, dove oscurità e notte hanno i colori invertiti: il nero è il fondo ed il bianco, attraverso filtri colorati, fa apparire delle figure.
Definita la Cenerentola di questa regione spagnola, Avilés è una rivelazione avvolta in una sorpresa, che oggi sta scommettendo sul suo nuovo centro per le arti di Oscar Niemeyer, puntando ad emergere come nuovo ed avveniristico centro culturale e ottenere così, un “effetto Guggenheim“.
Costato circa 44 milioni di Euro, il Centro Niemeyer è “una piazza aperta verso il mare per tutti gli uomini e le donne del mondo, un luogo per la convivenza, istruzione, cultura e pace “, così come lo descrive il suo giovanile creatore di ben 103 anni!
Il museo fa parte di un piano di riqualificazione urbana l’“Isla de la Innovaciòn” per il recupero di un’area portuale di oltre 570mila mq, minata negli anni Cinquanta dagli stabilimenti siderurgici, che ne hanno fatto la città più inquinata della Spagna. Il masterplan, firmato da Norman Foster, prevede la realizzazione di un polo sportivo, un terminal crociere, parchi verdi, zone per il tempo libero, piste ciclabili e passeggiate pedonali, circondati da una serie di canali artificiali sulle cui rive sorgeranno loft e uffici.
Il Centro accoglie al suo interno diversi edifici che si affacciano su di una grande piazza pubblica in grado di ospitare fino a 10mila persone: un auditorium per 1.000 spettatori; un museo caratterizzato da una cupola in calcestruzzo armato realizzata con una membrana in PVC gonfiabile e pressurrizzata, dotata di una maglia esterna in poliestere bianco, dove sono stati gettati a spruzzo dell’isolante e poi il cemento; una struttura polifunzionale ed una torre panoramica alta 20 m per uso caffetteria-ristoro.
Attenzione per il dettaglio più sorprendente con lo sforzo o meglio dire sfarzo di rendere eccezionale uno spettacolo di soli 15 minuti. I grandi della moda incontrano i grandi dell’architettura e stiamo parlando di Karl Lagerfeld e Zaha Hadid per la sfilata della collezione primavera/estate femminile di Chanel, al recente Fashion Week di Parigi 2012.
Il Grand Palais è stato trasformato in un ambiente marino, un grande contenitore bianco adornato da installazioni di creature del mare di grandi dimensioni, coralli dalla magia illimitata e rafforzato da drappeggi iridescenti. Ennesimo esempio che la moda, non è solo creatività ed originalità nei modelli e nei tessuti, ma è anche un evento da progettare nei minimi dettagli come un edificio.
Così come è già stato nel 2008, dove Karl Lagerfeld ha arruolato l’archistar per realizzare un padiglione itinerante per il mondo di 700 mq, il Chanel Mobile Art, ispirato alla celebre borsa in trapuntata della Maison francese.
UNStudio in collaborazione con Handel Architects LLP per il New Amsterdam Plein & Pavilion, crea 5.000 mq di spazio accuratamente programmato all’interno del Lower Manhattan Peter Minuit Plaza accanto al Battery Park di New York, come simbolo di alleanza con l’Olanda e soprattutto in commemorazione permanente dei 400 anni di storia olandese nella Grande Mela.
Padiglione altamente scultoreo, dove la storia incontra il futuro, perché si pone come un gateway dove incontrarsi, rilassarsi ed ammirare il lungomare, che guarda direttamente verso il porto in cui Henry Hudson navigò.
Caratteristica anatomica è il tetto ondulato e le pareti curve; un salotto all’aperto di un bianco luccicante, piccolo e compatto con l’autorità di un importante punto di riferimento, che evoca un fiore aperto all’ambiente circostante. Ogni sera alle h24 la struttura s’illumina con i colori in omaggio alla figura di Peter Minuit, il cui nome si traduce per l’appunto in ‘mezzanotte’.
Assistere ad uno spettacolo di La Fura dels Baus è come interagire ai progetti dell’architetto Alex Schweder La, creatore di “performance architecture” dove gli ambienti vengono manipolati alternando percezione visiva del visitatore e spazio che lo circonda.
Costante mutamento in installazioni ridimensionate dove l’intenzione è quella di portare l’attenzione tra soggetto ed architettura, dove i rapporti tra spazi occupati e soggetti occupanti sono permeabili. Questo per dire che un soggetto percepisce prima il suo ambiente e poi ne cambia la percezione, alterandolo in base alla propria fantasia o esigenza.
Nella carriera dell’architetto si elencano una serie di mostre internazionali realizzate specificatamente in loco con creazioni che hanno sfidato i confini tra realtà e sogno, come la dimora concettuale, come esempio di studio sul movimento di due persone all’interno di una struttura galleggiante, oppure il ‘snowballing doorway‘ gonfiabile in maniera alternata.
Concorso internazionale, indetto dall’Associazione Nazionale degli Architetti Norvegesi, per creare un centro culturale a Jøssingfjord in Norvegia e vinto dal gruppo lettone NRJA (età media degli architetti che lavorano in ufficio è di 25 anni).
Giovani ma già iper impegnati in molti progetti di notevole calibro e per citarne alcuni, come il grattacielo Torri Z a Riga, lo sviluppo di una nuova piazza e molo nella città di mare Pavilosta ed un centro commerciale W5 in Kipsala.
In questo caso il progetto del museo, incorpora fascino del luogo in cui è sito e culturae contemporanea storica . Infatti, il rivestimento esterno è in legno per evocare un aspetto conservatore ed uniforme con il paesaggio circostante. Le gallerie espositive ruotano intorno ad un cortile centrale, a cielo aperto, creando una simmetria di estensioni dal fabbricato esistente. Gli spazi espositivi sono alloggiati sotto ad un tetto a due falde, dove i visitatori percorrono spazi completamente aperti e la visuale è libera grazie alle vetrate anche sul soffitto, che permettono di ammirare la gola ripida, dove appunto, il museo è inserito.
Simbiosi tra architettura e cinema, come tra arte e cinema si direbbe dei progetti di Julian Schnabel, dopo l’Istanbul International Architecture and Urban Film Festival ed l’Architectuur Film Festival Rotterdam, è stata la volta di New York, concluso giusto ieri, presso il Cinema Tribeca con l’Architecture & Design Film Festival.
Più di 30 film selezionati come “How Much Does Your Building Weigh, Mr. Foster?”, “Lioness Among Lions – The architect Zaha Hadid” e ”EAMES: The Architect and the Painter”, provenienti da 12 Paesi di tutto il mondo per un progetto ricco di eventi che riunisce cineasti e leader nel mondo dell’architettura e del design. Occasione per informarsi, documentarsi ed avvicinarsi al patrimonio architettonico contemporaneo, comprendendo attraverso l’immagine progetti urbani, architetture, archi-star, designer e altri leader del settore e docu-film su piccoli gioielli architettonici nascosti così come scempi e abbandoni strutturali.
Durante il festival ci sono stati numerosi incontri con esperti, rinomati nei loro campi, tra cui Paola Antonelli, Senior Curator del Department of Architecture and Design, Museum of Modern Art, Bill Moggridge, Direttore al Smithsonian Cooper-Hewitt, National Design Museum e Paul Goldberger, Architecture Critic al The New Yorker, che sono stati a disposizione come moderatori a discussioni e dibattiti in seguito alle proiezioni filmiche.
L’architettura organica assume un significato tutto nuovo con il progetto, dal fervore artistico, di Huan Miao Khoo. Abitazioni modulari a forma di petalo che fanno parte di una ricerca universitaria presso l’Università di architettura digitale di Sydney e che si propongono di indagare la progettazione digitale e le tecniche di fabbricazione composite attraverso strategie specifiche per l’ambiente, in particolare per il basso contenuto di carbonio.
Sinonimi all’idea del montaggio kit delle unità abitative sono assemblaggio, accatastamento, aggregazione e raggruppamento, che espongono il concetto nella sua complessità e semplicità al tempo stesso. L’idea esteticamente suggestiva ha un design eco-friendly pensato per ridurre rifiuti e quindi sprechi di almeno del 30-40% delle metodologie di costruzione convenzionale, dato che la prefabbricazione off-site ha un impatto significativamente ridotto se relazionato al “disturbo” sull’ambiente.
Il Mandarin Oriental è sulla prestigiosa Rue Saint-Honoré di Parigi, dal gusto prettamente francese grazie allo Jouin Manku Studio in collaborazione al famoso progettista gourmet Thierry Marx.
Un luogo très chic per la ristorazione, con bar e due ristoranti, considerato come un atelier di Haute Couture, nascosto all’interno di un’architettura ristrutturata da Jean-Michel Wilmotte del 1930, con opulenti e raffinati interni di Sybille de Margerie.
Bar 8 è una “grotta” misteriosa, scarsamente illuminata, dove colori sottili che vanno dal lillà, sabbia al melanzana e texture di foglie riproducono una vegetazione tipo giardino, con tavoli bassi punteggiati da piccole luci scintillanti, perline di legno che conducono gli ospiti fra percorsi alberati ed un bancone di ben 12 tonnellate di marmo (pezzo unico). Dettagli di Art Déco li troviamo nel ristorante Sur Mesure dal design d’interni così particolare che esalta il piacere di cenare piuttosto che di mangiare. Camélia, è il ristorante “Prêt à Porter” o meglio da giorno, il cui nome si riferisce ai fiori profumati, che sono profusi negli ambienti. I pavimenti sono in piastrelle lasciando il posto a superfici in legno e lampade che sembrano spuntare da terra.
Al Mandarin Oriental si aggiungono 138 camere e suite dal prezzo di 765 € a notte dalla comodità assoluta e neanche a dirlo: dal lusso contemporaneo al suo culmine con delicati dettagli femminili, lampade in cristallo e cuscini ricamati a mano sul letto…
La XXX Olimpiade nel 2012 sarà a Londra dal 27 luglio al 12 agosto 2012 e Viaggi di Architettura già organizza itinerari specifici per architetti e tecnici, industriali e imprenditori nonché per tutti gli interessati che vogliano visitare il Parco dei Giochi e la metropoli inglese.
Partenze ogni mese in pacchetti da 3 a 6 notti di Viaggi Studio ed Aggiornamento Professionale per piccoli gruppi con visite guidate da architetti ed ingegneri italiani residenti in loco.
Un’esclusiva visione delle ultime urbanizzazioni della metropoli ma anche l’occasione di poter avere un’osservazione dettagliata dei singoli edifici come il Wembley Arena di Rod Sheard, Wimbledon All England Club di Norman Foster, Velodromo dello studio Hopkins Architects, Aquatic Center di Zaha Hadid, l’Energy Center di John McAslan, l’Handball Arena di Make e il Media Center di Allies & Morrison, oltre a molte altre infrastrutture costruite appositamente per l’occasione.