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São Paulo | The Tea Gourmet di Alan Chu

Ora in Brasile è inverno (anche se il freddo non è inferiore ai 15 gradi) e anche qui, la cultura del tè non manca. Nero, bianco, verde, ayurvedico, rooibos oonlong caldo o freddo; 35 miscele di tè biologico al 100% provenienti da tutte le parti del mondo e conservate in barattoli colorati, si possono acquistare e degustare al concept store The Tea Gourmet di São Paulo, aperto nel marzo del 2010.

Un negozio longue dal design semplice ed economico, ma assolutamente chic a firma del giovane architetto Alan Chu. Arredamento minimal con tavolini in legno, pareti di mattoni a vivo dipinti di bianco in cui l’unica variazione cromatica è data dalle scatolette del tè e dalle lampade, in stile al nuovo marchio Tea Gourmed.

Anche se non seduti per terra come fanno in Giappone, qui è comunque possibile godere del rituale del tè con la precisione di un timer a suoneria ed una teiera trasparente con acqua bollente, per osservare l’infusione del tè, che viene servito a parte su di un piattino.

Seoul | Dancing Water Pavillion di Angelo Tomaiuolo, Yeol Park e Gianluca Littardi

Seoul è montagne e corsi d’acqua con predominante Han, il fiume più ampio definito la culla naturalistica dell’area metropolitana. E’ una vera e propria oasi naturale, circondata da eventi culturali, di svago e di relax.

Il flusso dell’acqua è continuamente increspato dal vento e questa danza è stata la geometria naturale ispiratrice per il progetto ‘Dancing Water Pavillion‘ di Angelo Tomaiuolo, Yeol Park e Gianluca Littardi, che nel 2008 ha vinto la medaglia di bronzo al concorso internazionale Seoul Design Olympiad nella sezione earth, architettura e paesaggio.

Un’architettura creata dalla trasformazione dinamica dell’acqua in una fossilizzazione organica di un corpo coralliforme per offrire spazi pubblici come un osservatorio, aree concerti e mostre temporanee, un ristorante, un bar e persino una piscina. Spettacolare di giorno e di notte con l’ausilio di effetti illuminotecnici che costruiscono una sorta di miraggio sulle acque del fiume. Una struttura galleggiante ormeggia in diversi punti del fiume concepita anche come simbolo identificativo di contemporaneità della città nel mondo.

Buenos Aires | Safari Verticale di Influx Studio

Altro che camminate lunghissime sotto il sole cocente, altro che gite estenuanti alla ricerca dell’animale selvaggio che spesso è appartato o mimetizzato fra i cespugli… Ora c’è il Safari Verticale, geniale, nonché stravagante progetto di Influx Studio per conto di Arquitectum, di una Riserva Ecologica di Puerto Madero a Buenos Aires in Argentina.

5.000.000 m2 che mirano a ridefinire il concetto tradizionale di zoo mantenendo l’aspetto di intrattenimento molto apprezzato soprattuto dai piccini. In una capsula speciale i visitatori viaggeranno all’interno di una strattura mix tra grattacielo e ruota panoramica con tanti piccoli habitat naturali ricreati per gli animali ospitati. Un safari moderno dove i visitatori possono guidare i propri veicoli e osservare gli animali liberi, piuttosto che vederli chiusi in gabbie o recinti di piccole dimensioni.

Un progetto dal budget di 84.000.000 di Euro per immergersi in un’esperienza unica con focus implementare una nuova funzione urbana e ridefinire il layout tipico delle visite turistiche della fauna selvatica.

Nuuk | Greenland National Gallery for Art by BIG

3000 m2 per il Greenland National Gallery for Art, che si affaccia su uno dei fiordi più belli della Groenlandia e sito nella città di Nuuk. Vincitori al concorso di progettazione sono gli architetti danesi Bjarke Ingels Gruop (BIG) in collaborazione con TNT Nuuk, Ramboll Nuuk e Andarkitekti.

Un edificio dinamico concepito come una proiezione di un cerchio geometricamente perfetto che si plasma seguendo la topografia naturale e posizionandosi in modo armonioso e sensibile sul terreno rude a ripida pendenza. Un complesso espositivo unico in cemento bianco suddiviso al suo interno da tante gallerie minori per ospitare mostre temporanee. Il cortile centrale, nell’anello, nasconde dei laboratori studio e atelier sotterranei, illuminati da lucernari e finestre a strisce orizzontali.

Di certo, una galleria d’arte che fisicamente e visivamente si presenta un ibrido di forma astratta in simbiosi però, con la natura e molto diverso dall’architettura danese funzionalista tipicamente a scatole quadrate. Questo perchè vuole rappresentare ed evidenziarsi come il punto cruciale e lo strumento simbolico dell’intrapprendenza nella cultura, nel sociale e nella politica di un Paese che si sta aprendo al contemporaneo.

Realtà virtuali del 2030

L’anno è il 2030 e il futurologo, nonché consulente del colosso British Telecom, Ian Pearson, ha stabilito in uno studio fatto per Travelodge, brand low cost del Wyndham Hotel Group, che il pernottamento in un hotel verterà tra tecnologia virtuale e benessere.

Tutto si evolverà in un contesto personale e personalizzabile di sensazioni e percezioni dal concierge, al fitness trainer, al consulente di lifestyle e perfino allo psicologo. La camera da letto sarà un momento sì, di relax e di riposo, ma anche d’intrattenimento per dedicarsi alle più svariate passioni come l’amore per lo shopping, per il gioco al casinò o addirittura per il appassionante momento di un “virtual love making”, che per l’epoca e per le strutture ricettive che offrono questo tipo di servizio, saranno certamente dotate di connessioni a distanza con partner distanti od immaginari e di ‘active skin’: sensori collegati al sistema nervoso periferico per emozioni pienamente condivise. Pannelli interattivi ed impianti per effetti sonori a 360°, occuperanno le pareti della propria stanza, con immagini animate 3D identiche al reale, scelte a discrezione del cliente.

E infine, perchè non avere anche un check up completo, con consigli sull’alimentazione per il peso forma, da parte di un discreto consulente medico, sotto le lenzuola? Attraverso sottilissimi cavi elettroconduttori si analizzeranno lo stato di salute del paziente-ospite durante il sonno come pulsazioni, pressione e respirazione, scongiurando tra l’altro un eventuale intervento medico.

Hong Kong | Chinese University di RMJM

Pellicole colorate come tavolozza periodica degli elementi per la facciata curva della Chinese University di Hong Kong, che ospita 80 laboratori di ricerca scientifica sperimentale per 11 dipartimenti, distribuiti su cinque piani in un’area di 2.600 mq a picco sul porto di Tolo Harbour.

Il layout e il design dell’edificio sono stati attentamente considerati in un’architettura sensibile al contesto del Campus Centrale dell’Università fondendosi ed integrandosi al paesaggio collinare circostante.

Progetto dello studio RMJM e vincitore del Community Building 2006 al Hong Kong Institute of Architects (HKIA) Merit Award – come miglior edilizia universitaria.

A volo d’uccello di Airbus

Un viaggio nei cieli del mondo con il massimo del confort e della tecnologia sarà possibile grazie al progetto chiave per i trasporti pubblici del domani, di Airbus con il suo Concept Cabin, appena presentato al Salone Internazionale di Aeronautica Le Bourget di Parigi.

Il velivolo del 2050 è un corpo volante trasparente, ovviamente panoramico, per non far mancare al viaggiatore il senso dello spazio e della mobilità, con ali più lunghe del normale e sottili per migliorare il flusso d’aria. I motori sono integrati nella parte posteriore del mezzo, ottimizzando l’uso del carburante e riducendo i livelli di rumore all’interno. L’innovazione è data anche dalle sedute: poltroncine confortevoli, che raccolgono il calore del corpo e lo trasformano in energia che alimenta le strutture della cabina. Inoltre, offrono un servizio di benessere adattandosi all’anatomia del proprio corpo e fornendo massaggi con aromaterapia a scelta. E’ consentito trasportare solo un bagaglio a mano, che all’imbargo viene scansionato tramite un sensore biometrico per essere poi, spostato ed inserito in modo automatizzato presso il proprio posto di viaggio.

L’Airbus prevede anche degli spazi d’intrattenimento sociale come un bar, aree personalizzate con cabine private, una ‘smart tech zone‘ con schermi a 360° per incontri o conferenze on line, uno spazio dedicato allo shopping collegato via cielo con un centro commerciale ed aree per il gioco sportivo, tutto virtuale.
Alla fine sarà più piacevole e divertente stare per aria che per terra…

45 Design – Affinità di coppia

Non solo i piccoli ma anche i grandi si possono divertire con i giochi didattici. Si tratta di ‘45 Design‘ progettato per conoscere, riconoscere e ricordare 45 tasselli stampati con le immagini degli oggetto-icona di grandi maestri del design, dagli esordi al 1981.

Probabilmente ce lo ricordiamo in molti, questo famoso “memory game”, che da due mazzi di carte uguali si deve individuare la coppia nascosta. In questo caso, ogni carta è abbinata ad un bugiardino contenente il nome dell’oggetto, chi lo ha disegnato, chi lo ha prodotto e l’anno di progettazione; quindi, ogni giocatore scoprendo le due carte e cercando la carta gemella, se riesce a ricordare anche tutti i dati relativi alle due carte scoperte guadagna un punto (due punti per l’anno esatto) e se trova la carta uguale raddoppia il punteggio. E per chi invece, non ricorda nessun dato, può comunque accumulare punti grazie però, ad una buona dose di memoria visiva.

Un gioco di società che favorisce la comunicazione ed una sana competizione nel riconoscere quei simboli inconfondibili ed intramontabili del design, che quotidianamente utilizziamo o che si vedono un po’ ovunque. Un contribuito (in maniera indiretta) è stato dato all’iniziativa da Giovanna Castiglioni e da tutti i designer e le aziende che hanno concesso i permessi alla pubblicazione e la divulgazione del materiale.

Over the top

17a edizione per l’atteso e temuto World Architecture Top 100, classifica degli studi di architettura più grandi al mondo per fatturato e numero di architetti impiegati. Una graduatoria basata sulle preferenze di 2.000 studi, redatta dall’agenzia di comunicazioni Camargue per conto di Building Design Mag.

La top ten del 2011, simile a quella dell’anno scorso, riconferma società come Gensler, Nikken Sekkei, IBI Group, P&T Architects & Engineers, Rmjm e Foster & Partners, tra le più apprezzate. Incollato al secondo posto da tre anni consecutivi c’è Aedas e ad un gradino più alto la società americana quotata in borsa, Aecom, con il primato di uno staff di 1.488 architetti; questo grazie a sapienti acquisizioni e fusioni strategiche che l’hanno portata a modello nel mercato sempre più competitivo dell’architettura per gli studi emergenti. Progetto CMR, è l’unico studio italiano di Massimo Roj e Marco Ferrario, che guadagna il 97° posto per i suoi 88 architetti e per il fatturato che va dai 10 ai 19 milioni di dollari.
Arup Associates, invece, al 21° posto è una new entry. Società discussa di recente per il massiccio licenziamento di 600 dipendenti e per il rifiuto al progetto da 4 miliardi di dollari del King Abdullah Sports City in Arabia Saudita.

La validità della graduatoria è dimostrata dal fatto che la reputazione in architettura non si ottiene solo sommando fatturato e numero d’impiegati, perchè archistar del calibro di Nicholas Grimshaw e David Chipperfield, quest’anno non sono stati nemmeno nominati.

Roskilde Festival 2011 con Re-Make/Re-Model

Build What Here?‘ concorso di design organizzato dal Danish Architecture Centre – DAC per la realizzazione di un edificio temporaneo in occasione del Roskilde Festival 2011, dal 30 giugno al 03 luglio sull’isola di Zelanda in Danimarca.

Vincitori due studenti, che fanno parte del gruppo berlinese Re-Make/Re-Model, Victor Serrander (Stoccolma) e Anders Grivi Norman (Oslo) con il progetto ‘Why Don’t We Do It On The Stairs’. Una struttura in compensato riciclato, composta da due scale a grandi dimensioni, simili agli spalti di uno stadio di calcio, poste una di fronte all’altra. Vuole essere uno spazio dinamico di interazione delle persone, un luogo multifunzionale attraverso le sedute e le cosiddette “finestre di attività“: piccoli stand per proiezioni filmiche, per dibattiti, per poter ballare, riposarsi o avere dei momenti di privacy.

Uno spazio quindi, che ospita ogni tipo di attività durante ogni ora del giorno del festival come punto d’incontro e di svago e, dove di notte si trasforma in una discoteca con luci ed installazioni d’arte, nonché copertura nei momenti di pioggia. Una piattaforma per la creatività, per il relax e per poter godere della festa senza sentirsi schiacciati dalla folla, rappresentando una progettualità fatta sulla gente con particolare attenzione alla flessibilità e alla facilità d’uso dell’architettura.

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