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Singapore | ArtScience Museum by Moshe Safdie

E’ il 17 febbraio 2011, all’ una e diciotto minuti in punto, la data ufficiale ed anche il momento ideale per l’apertura del Singapore lArtScience Museum come indicato dal maestro di feng shui, l’antica arte geomantica taoista che si occupa di architettura, della cui consulenza si avvale la ditta costruttrice del progetto, la Marina Bay Sands. Tre anni di lavori e un progetto futuristico che prevede la comunione di arte e tecnologia, creatività e innovazione come biglietto da visita per il rilancio al quale Singapore, il secondo paese più densamente popolato del mondo, da qualche anno ambisce.

Il progetto, del famoso architetto Moshe Safdie, si sviluppa in 50.000 mq e e 4.600 metri di gallerie e si ispira secondo alcuni ad un fiore di loto e secondo altri ad un palmo di mano aperta con dieci dita ancorate ad una base circolare nella parte centrale che simboleggino l’apertura ai visitatori di ogni età, ceto e provenienza. Il tetto, che raccoglie l’acqua piovana sino a formare una cascata che scende nell’atrio centrale del palazzo, di notte si trasforma in un anfiteatro con spettacoli di luci e laser e sullo sfondo lo straordinario skyline di Singapore.

La mostra permanente “A Journey Through Creativity” permetterà di percorrere un viaggio attraverso i simboli della storia dell’umanità tra cui la macchina volante di Leonardo, un recentissimo pesce di alta tecnologia robotica e la dinamica galleria multimediale Expression.

Il Museo esprime la volontà di diventare capitale di scambio della cultura nel mondo e centro attrattore di conferenze e nuove idee e discussioni sulla relazione tra il mondo scientifico e la creatività artistica. “ Ciò che unisce arte e scienza è l’istinto di osservare, mettere in contatto, percorrere le nuove idee che modellano la nostra cultura”, come spiega lo stesso Tom Zaller, direttore del Museo.

Avery Coonley House del maestro Frank Lloyd Wright

…ma certo non in svendita visto che servirebbero circa due milioni di euro (2.890.000 dollari) per fare questo affare. E’ da poco sul mercato, infatti, la Avery Coonley House, uno dei gioielli del maestro Frank Lloyd Wright, forse il più grande architetto americano di tutti i tempi, realizzata circa un secolo fa e ultimata con esattezza nel 1912. Dopo aver cambiato diverse volte proprietario, la Coonley House è stata di recente completamente restaurata e, tornata nel suo antico splendore, è offerta sul mercato da una agenzia immobiliare. Situata nel sobborgo Riverside di Chicago , dove sono ospitate molte delle case più note dell’architetto, rappresenta l’espressione massima del periodo “Prairie houses”, che coincide con la maturità di Wright, il periodo caratterizzato dalla linea orizzontale ampia e prolungata, le proporzioni strettamente legate al terreno, i grandi aggetti, i tetti dall’inclinazione dolce e la “pianta aperta”. In poche parole quella che era, un secolo fa, l’immagine della casa moderna americana. Un affare d’oro!

New York | MoCCA di Erick Kristanto

L’architettura non fa ridere, gli architetti non sono divertenti e si prendono generalmente troppo sul serio. Ogni tanto qualcuno prova ad uscire da questo schema, anche se con scarsi risultati, e a noi di VDA questo piace un sacco!

E’ il caso di Erick Kristanto, giovane architetto newyorkese, che ha ricevuto una menzione d’onore per il suo progetto, non scelto dalla giuria, del concorso indetto dalla SuckerPUNCH per l’ampliamento del MoCCA, il Museo del fumetto e dei cartoni animati, fondato nel 2001 e attualmente situato nel quartiere Soho di Manhattan a New York.

L’idea resa da Kristanto, la Bubble Art Display, si costruisce intorno alle bolle dei discorsi tipiche dei personaggi dei fumetti, che vengono usate come unità, montate una sull’altra, che si librano apparentemente nel cielo e ospitano all’interno spazi per mostre, negozi e altro. Un vero e proprio monumento al funny!

Ecco i tre, molto più seri, vincitori:1 ° posto: “museo mocca NYC” Volkan Alkanoglu, Los Angeles, California . 2 ° posto: “zampogna” MAST (Heggheim Ivar, Jon Andersen, Møller Rasmus, Mads M. Andersen), Copenaghen, Danimarc. 3 ° posto: “tartaruga” Erin Ruhl & Jordan Hines, Lexington, Kentucky

Accoglienza fashion

La prima stilista italiana ad aprire un hotel fashion è stata Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, con il suo K Club sull’isola caraibica di Barbuda, seguita subito dopo da Renzo Rosso, di Diesel con il Pelican Hotel a Miami.

Il resto è storia.

In questo momento è di moda aprire hotel nel Golfo dove infatti stanno sorgendo come funghi: dopo il debutto ad Edinburgo, Missoni ha due nuove inaugurazioni in Kuwait e Oman; Versace sta aprendo la seconda struttura dopo il Palazzo Versace a Dubai, nei pressi del primo di una serie di Armani Hotels al Burj Khaliffa (che ottiene il premio di VDA per il peggior servizio del 2010:! 45 minuti per un aperitivo).

Eccovi una lista di hotel “d’alta moda” in Italia consigliati da VDA:

A Milano il Bulgari Hotel che ha una posizione particolarmente privilegiata essendo nascosto tra Via Montenapoleone e Via della Spiga, 4000 mq di parco privato e interni realizzati da Citterio & Partners, oltre alle migliori terme della città. Il mio preferito è il surreale Maison Moschino in Via Monte Grappa, una sorta di piccola-Red-Riding Hood-on-decor-acido, disegnato da Rossella Jardini, con suite dai nomi fantasiosi come “La stanza di Alice”, “Cappuccetto rosso” o “dormire in un abito di seta”.

Poi c’è Alberta Ferretti con il Carducci 76 a Cattolica, sulla costa adriatica; un must per prendere il sole a bordo piscina in tranquille notti d’estate, con musica lounge e tantissimi ospiti. Il gruppo Ferretti gestisce anche un castello da fiaba del 13 ° secolo, Palazzo Viviani a Montegridolfo, a solo un’ ora da Firenze. Sale riccamente decorate con soffitti alti, camini, affreschi e letti a baldacchino.

Ferragamo invece ha recentemente deciso di diversificare le sue proposte inaugurando una serie di boutique e grandi alberghi a marchio Lungarno Hotels, quattro delle quali sono a Firenze e il mio preferito, Portrait Suites, a Roma. Con solo 14 suite e un attico panoramico incredibile è possibile ricreare l’atmosfera della Dolce Vita. L’hotel  è posizionata proprio sopra al negozio Ferragamo uomo di via Condotti. Gli interni sono arredati con boiserie, tappezzeria in varie tonalità di grigio e velluto lilla e tende in sontuoso taffetà. Potrebbe essere necessario accendere un mutuo anche solo per trascorrere un weekend nella suite al piano attico…..ma vi garantisco che la colazione sulla terrazza privata con vista sui tetti e Piazza di Spagna non ha prezzo!

Sempre a Roma potete trovare un Bed & Breakfast (per modo di dire…) a marchio FENDI: Villa Laetitia a cura di Anna Fendi Venturini e del suo staff molto creativo. Situato sul Tevere in un antico palazzo, ogni appartamento dispone di una zona soggiorno e angolo cottura, con giardino o terrazzo privato e decori che risultano un mix di sobrio arredamento moderno e cimeli di famiglia. Da non sottovalutare anche la proposta per le vacanze estive, sempre a cura di Fendi, collocata sull‘Isola di Ponza.

Una Ferrari nell’uovo di Pasqua

Tra le ultime proposte da scoprire in viaggio con VDA c’è anche l’At.mosphere, uno dei ristoranti più lussuosi al mondo, ubicato al 122° piano del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, a ben 442 metri da terra.

Questo succede solo a Dubai, la patria delle creazione fuorimisura! Il “viaggio nel cielo”, come dice lo stesso architetto Adam Tihany, si percorre in solo 57 secondi attraverso un ascensore privato in una ascesa davvero vertiginosa. Ospitalità per 210 persone e menù a cura del famoso chef Dwayne Cheer che propone mix di cucina europea in versione rielaborata con particolare attenzione alla cottura alla griglia.

E’ solo una delle esperienze che vi proponiamo nel nostro tour di aprile, che prevede i pernottamenti in uno degli hotel più belli di tutti gli emirati arabi.

Altra tappa fondamentale sarà il Parco a tema di Casa Maranello, il Ferrari World  200.000 metri quadrati per il più grande parco di divertimento indoor che esista al mondo.

KLM cool

E’ diventato di moda nelle compagnie aeree avviare collaborazioni con noti designer e questa volta è toccato alla società olandese KLM che ha commissionato al famoso e iperdecorativo designer  Marcel Wanders, il restilyng degli accessori da tavola per i voli in categoria business class. Wanders, non nuovo a progettazioni simili avendo realizzato in precedenza per Christofle dei servizi di posate con la sua distintiva traccia barocca, ha lavorato in modo raffinato e funzionale, salvaguardando lo stile floreale che lo contraddistingue e non sacrificando la manegevolezza e la leggerezza degli oggetti del set tableware.

Ma anche meno peso, meno impatto ambientale, meno emissioni di CO2 e, grazie alle linee ergonomiche, tecniche, economiche e logistiche del design il nuovo servizio corrisponde agli standard di qualità dei migliori ristoranti. Un investimento importante che sottolinea tutta l’attenzione della compagnia verso la categoria business, come dichiara Erik Varwijk, Executive Vice President Commercial di KLM.

Berlino | Nhow di Karim Rashid

Nhow Berlino reception

Da pochissimo è stato inaugurato a Berlino l’hotel Nhow, figlioccio della catena internazionale NH Hotel, che vanta più di 300 alberghi in 20 paesi del mondo. Il concept NH, ossia un concentrato unico di originalità e design, linguaggi innovativi e forme sorprendenti, è stato ulteriormente arricchito dalla componte “audio”. Infatti il Nhow di Berlino si può a buon diritto definire il primo hotel musicale o “albergo rock” d’europa, con i suoi due studi di registrazione e un room service 24 ore su 24 che in pochissimi minuti è in grado di fornire sturmenti e apparecchiature adeguate a cogliere i possibili momenti di ispirazione degli ospiti musicisti. Ubicato direttamente sulle sponde del fiume Sprea, nel cuore dell’Osthafen, l’ex porto della parte est di Berlino, per gli interni vanta la firma del celebre designer canadese Karim Rashid, che ha spaziato con gusto e creatività in ognuna delle 304  camere e nella suite mozzafiato di 258 m2.

Buon compleanno auto!

Porsche Museum Gallery

Ha 125 anni e non li dimostra. Parliamo dell’automobile che il prossimo 29 gennaio raggiungerà il traguardo di un secolo e un quarto, da quando, nel 1986 a Stoccarda quasi contemporaneamente Gottlieb Daimler e Carl Benz inventano la carrozza a motore, ossia la prima automobile al mondo, un veicolo che nel giro di pochi anni diventerà il capostipite di tutte le autovetture, i mezzi commerciali e gli autobus su cui viaggiamo e lavoriamo oggi. Una ricorrenza di tutto rispetto che la città e l’intera regione si prepara a celebrare degnamente con una serie di manifestazione che gravitano soprattutto intorno agli avveniristici Musei Porsche e Mercedes Benz, moderne e imponenti strutture, che sono vere e proprie calamite per gli appassionati di auto di tutto il mondo. Il primo, a firma dell’architetto Roman Delugan dello studio viennese Delugan Meissl, con 5.600 m² di superficie espositiva è un blocco monolitico dalle forme dinamiche, quasi sospeso nell’aria; il secondo con 16.500 metri quadrati e più di 1.500 affascinanti pezzi da esposizione ad opera degli architetti di UNStudio viene considerato una pietra miliare dell’architettura moderna. Dunque eventi, esposizioni e celebrazioni che vanno dalla fiera “Retro Classics” (10 al 13 marzo) alla “Solitude Rennen” la corsa di automobili che, negli anni ’50, attirava quasi mezzo milione di spettatori (22 al 24 luglio) al Solitudering. Appuntamento il 7 e 8 maggio per la cerimonia d’apertura dell’Estate dell’Automobile 2011.

Architettura in gelatina

Liz Hickok è un artista di San Francisco che si occupa prevalentemente di fotografia, video, scultura, installazione. Dopo il master in Belle Arti conseguito al College di Oakland, in California e la laurea alla Tufts University di Boston, Massachusetts, da qualche tempo si dedica a lavorare con il Jell-O, ossia la gelatina di frutta. Si si, avete capito bene, proprio quella molle gelatina colorata adorata dai bambini, con la quale l’artista inonda i suoi paesaggi immaginari che hanno come soggetto San Francisco ma non solo. Siti urbani ricreati in scala e trasformati, grazie al materiale trasparente ma anche alla luce e alle inquadrature, in scenari effimeri e inaspettati nei quali è semplice cogliere il parallelo legato all’insicurezza geologica della città di San Francisco e, più in generale, alla natura transitoria delle costruzioni umane. Opere che si sfaldano e distruggono rapidamente lasciando solo foto e video come uniche testimonianze. I lavori di Liz stanno avendo molta popolarità tanto da valere all’artista il premio per il “Miglior uso del cibo come arte Medium”nel Food Network Awards Show.

Auguri alternativi di VdA

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