News

Trainspotting a Modica

Edificio degli anni ’60 usato come dormitorio per gli impegati FS in arrivo a Modica, cittadina di 55.000 abitanti del sud-est siciliano è stato recentemente trasformato in un concept hotel.
Interni hanno un’aria decisamente anni ’70: carte da parati con disegni vintage e pezzi di design italiano sparsi per la struttura.
Le 21 camere, hall e spazi communi richiamano il concetto delle ferrovie con memorabilia da viaggio, macchinari vintage e vecchie valigie sparsi.

Posizionato direttamente alla stazione di Modica (e solo 700 metri dalla piazza principale), l’hotel offre un panorama sorprendente sulle colline di Monserrato, e ovviamente sui binari.
Da non perdere una cenetta al Binario Quattro, ristorante della struttura con menu stagionali e eventi legati a Choccobarocco, fiera del cioccolato che si tiene all’inizio di dicembre a Modica.

La gestione della struttura è in mano a Luca Guerrieri e la sua squadra che fissano nuovi standard di hospitality nel sud.
Se ciò non bastasse, la Ferro Hotel è stato premiato la scorsa settimana durante il World Tourism Expo dei siti Unesco per l’impegno nella ricettività sostenibile.
Chapeau!

Anima italiana sulla Quinta

Sulla celebre 5th Avenue dove hanno sede i flagship store e icone della città come il Guggenheim, il Metropolitan e il Rockfeller Center, sorgono 60 piani di eccellenza italiana. Lo scorso 5 novembre il Setai 5th Avenue, ha aperto le sue prestigiose porte modificando ancora una volta lo skyline di Manhattan.

Progetto del developer Italiano Bizzi&Partners con uffici in tutto il mondo e un team affiattato composto da Davide Bizzi, Steven della Salla, Alessandro Gelli, Andrus Laurits e Giuseppe Rossi. Quest’ultimo, vice presidente esecutivo e  Project Manager EVP per gli USA di Bizzi&Partners, è responsabile del progetto Setai.
I primi 27 piani sono dedicati all’hotel (inclusivi di 214 stanze tra cui 57 hotel suites realizzate da Cassina) che fa parte della catena Capella Hotels progettato dallo studio newyorkese Gwathmey Siegel & Associates; gli interni sono stati affidati a DAS Concepts. Dal 31 al 60 piano abbiamo 184 appartamenti residenziali con cucine realizzate da varenna/Poliform).

Più di 200 tra camere e suite, con l’immancabile spa, fitness centre, e tutti i fronzoli che il nomade urbano vuole trovare. Le 54 suite hanno stanze da letto e saloni separati oltre a cucine attrezzate firmate da un’altra eccellenza del design italiano Varenna e Poliform. Arredi d’interno sobri e lineari, materiali puri e porta la prestigiosa firma di Cassina contract.  Tra i ristoranti spicca ‘Ai Fiori’ regno dell’acclamato chef Michael White.

Architetture da vivere

Chi non vorrebbe trasformare le proprie vacanze in un’esperienza estetica a trecentosessanta gradi nell’architettura moderna? Ci ha pensato proprio l’associazione Living Architecture che per promuovere l’apprezzamento  dell’architettura moderna ha chiesto a una serie di grandi architetti di progettare delle case per le vacanze. L’organizzazione ha tra le sue intenzioni quella di cambiare la percezione dell’architettura moderna, in un certo senso di avvicinarla alle persone comuni permettendo loro di fare un’esperienza di vita quotidiana come dormire e mangiare in uno spazio progettato e pensato in tutti i suoi aspetti da uno studio di architettura famoso. La maggior parte delle persone usufruisce di questo tipo di spazi solamente passandoci attraverso quando si tratta di musei, aeroporti od uffici. Living Architecture  ha lanciato sul mercato uno standard di case per le vacanze inusuale per il mercato britannico dove il cottage era la norma. Le case costruite e arredate utilizzando i migliori materiali e le migliori tecnologie sono situate in posti affascinanti che permettono di apprezzare i vari aspetti della natura di quest’isola. I prezzi sono più che accessibili dato che parliamo di circa 20 sterline a notte. Il progetto Living Architecture nasce da un’idea dallo scrittore/filosofo Alain de Botton direttore creativo dell’associazione e autore del libro “L’architettura della felicità” che si sofferma proprio su come la qualità dell’ambiente incida sulla qualità del nostro vivere quotidiano. Con un team di esperti quale  il direttore di Living Architecture Mark Robinson anche project manager per il Serpentine Pavillion e altri esperti del settore l’associazione ha portato quasi a compimento le prime 5 case che portano la firma di MVRDV, Nord Architecture, Hopkins Architects, Jarmund/Vigsnaes Architects, e Peter Zumthor. Successivamente si prevede di costruire una casa per anno.

The Balancing Barn, Thorington, Suffolk

architetture_da_vivere_balancing_barn

Lo studio olandese MVRDV firma the Balancing Barn (il granaio sospeso) a Thorington nel Suffolk. La casa potrà essere affittata dal prossimo 22 ottobre. Già dal nome si intuisce qualcosa su questa casa che per il 50 per cento è sospesa nel vuoto, con ampie porzioni di pavimenti e muri in vetro che la rendono totalmente permeabile alla vista del paesaggio circostante fatto di boschi, stagni e prati. Progettato dagli olandesi MVRDV famosi per la giocosità di quasi tutti i loro progetti, il granaio “sospeso” si ispira alla tradizione dei granai locali e alle case su palafitte di Amsterdam. Situato a tre miglia dall’antico villaggio di Walberswick lungo la Sufffolk Heritage Coast,  vista dalla strada la sua sagoma richiama immediatamente l’ immagine di una casa tradizionale con il camino e il tetto a falda. L’edificio lungo 30 metri è sospeso con la sua parte posteriore immergendosi cosi nel paesaggio circostante del quale di può ampiamente godere grazie alle grandi finestre. Nascondendo i lati lunghi dell’edificio con gli alberi e coprendolo con tegole di acciaio riflettente la casa cambia aspetto lungo tutto il corso dell’anno prendendo i differenti colori della stagione. All’interno ci sono una cucina., una sala da pranzo e una serie di stanze da letto doppie ognuna con il suo bagno. Al centro della cucina ci sono una scala nascosta con accesso al giardino sottostante. Tutte le stanze hanno finestre scorrevoli a tutta altezza, lucernai e un pavimento di vetro. I rivestimenti dei muri e dei pavimenti sono decorati con dipinti di Gainsborough e Constable entrambi artisti originari del Suffolk, i cui dipinti sono stati campionati e manipolati dal poliedrico designer olandese Jurgen Bey il quale ha anche disegnato arredi su misura e messo insieme una collezione di pezzi di design olandese contemporaneo per arredare la casa.

The Shingle House, Dungeness, Kent

architetture_da_vivere_shinglehouse

La Shingle House porta la firma dello studio scozzese Nord Architecture Northern Office for Research & Design. Non sono ancora celebri ma hanno firmato una serie di progetti molto interessanti nel Regno Unito. La Shingle House verrà completata a settembre e potrà essere affittata a partire dal prossimo 29 ottobre. Situata nell’unica regione deserta della Gran Bretagna la casa si relaziona alla geografia del Dungeness un promontorio lunga la costa del Kent, e alle sue condizioni ambientali. La Shingle House è una casa scura semplice e monumentale. Rifinita all’esterno con le tradizionali assi di catrame della tradizione locale e all’ interno cemento e legno. Si trova vicino alla casa dell’artista Derek  Jarman. Per il resto nei dintorni c’è solo una grande spiaggia rifugio di pescatori, due fari, il capolinea di un piccolo treno a vapore e si intravede in lontananza una vecchia centrale nucleare. L’intera spiaggia è parte ora di una riserva naturale. Alan Perton direttore di NORD Architecture ha dichiarato che molte delle idee per la Shingle House sono venute proprio dall’esperienza di questo territorio singolare come se avessero filtrato elementi del paesaggio circostante nel progetto, come ad esempio all’interno il pavimento di legno color porpora che si ispira ai fiori violetti che d’estate ricoprono tutto. La Shingle House combina elementi dei cottage dei pescatori con riferimenti ai vagoni dei treni che passano da quelle parti. Una finestra nel mezzanino della casa offre una fantastica vista sul paesaggio circostante. La casa ha un bagno privato con una vasca di cemento lucido nero e una finestra posizionata ad hoc per consentire dalla vasca di avere una vista mozzafiato sul paesaggio circostante. La casa può sia aprirsi tutta all’esterno sia chiudersi completamente nelle notti invernali poiché dotata di solide imposte. Le tre camere da letto doppie e il salone con un grande camino si trovano al pian terreno. Al primo piano un’altra camera da letto e successivamente, bagno, cucina e sala da pranzo. Cucina e sala da pranzo hanno una parete di vetro che si apre su una corte privata.

The Dune House, Thorpeness, Suffolk

architetture_da_vivere_dune_house

The Dune House potrà essere affitatta dal prossimo 21 gennaio. La Dune House è progettatata da Jarmund/Vigsnæs Architects, uno studio norvegese attivo dal 1996 che ha completato una serie di residenze private nei dintorni di Oslo ma soprattutto ha firmato nella capitale norvegese il progetto per il ministero della difesa (2006) e la scuola di architteura (2002). La Dune House è caratterizzata da una geometria del tetto molto complicata  una reinterpretazione in chiave contemporanea dei tetti tradizionali delle case marine dei dintorni. È situata al limite sud del villaggio di Thorpeness, lungo la costa del Suffolk L’intenzione era appunto quella di creare qualcosa che si mescolasse al paesaggio circostante ma che fosse nuova. Il tetto a spioventi di questo tipo è particolarmente inglese, dice il direttore dello studio Hakon Vigsnaes. Rivestito di una lega metallica leggera colorata di arancione riflette i colori cangianti del mare e del cielo. Le finestre panoramiche al pian terreno offrono un’ampia vista del mare, pur avendo  la  sensazione di una casa annidata tra le dune. Le stanze da letto al piano superiore  hanno ognuna una piccola biblioteca e una terrazza. I materiali usati al piano terra: cemento, vetro e alluminio ancorano l’edificio al terreno mentre il piano superiore fatto di assi di legno è  più simile ad una nave e fa eco ai cottage circostanti.

The Long House Cockthorpe, Norfolk

architetture_da_vivere_long_house

The long House progettata da Hopkins Architects potrà essere affittata a partire da marzo 2011. Hopkins Architects è uno degli studi da sempre all’avanguardia nel panorama inglese dell’architettura moderna, da quando  è stato fondato nel 1976. Hanno costruito molto nel Regno Unito e all’estero. La Long House vuole essere nelle intenzioni dei progettisti sensibile ai materiali locali e alle forme vernacolari pur ispirandois alla migliore tradizione moderna. .Situata ai bordi del villagio di Cockthorpe nel  Norfolk questa casa creata da due dei più grandi architetti moderni inglesi Sir Michael and Lady Patty Hopkins, si ispira alla tradizione dei granai e delle chiese del nord Norfolk con i loro muri fatti a mano in pietra. Lo  scopo degli architetti era creare una casa che si ispirasse alla tradizione locale in termini di forma e materiali ma dotata di qualità che la rendessero duratura nel tempo e assolutamente contemporanea. La Long House si espande sull’ampio e piatto paesaggio. Dal livello superiore si la vista sulle paludi e le insenature del mare del nord. La casa si distingue per i suoi muri artigianali di pietra. Una grande hall che richiama gli spazi medievali percorre la casa in lunghezza, presentando una copertura con travature in legno rinforzata da cavi in acciaio. Gli architetti si sono identificati molto con lo scopo del progetto di Living Architecture, ovvero quello di permettere al comune pubblico di vivere, mangiare, e dormire in uno spazio moderno progettato con cura e che offrisse una qualità dello spazio diversa da quella a cui normalmente siamo abituati.

The Secular Retreat, South Devon

architetture_da_vivere_secular_retreat

The Secular Retreat di cui si prevede il completamento nel prossimo inverno porta la firma del celebre architetto svizzero Peter Zumthor uno dei più grandi al mondo vincitore del Pritzker nel 2009 e autore di numerosi progetti tra cui le terme a Vals in Svizzera, e la cappella Bruder a Colonia. È un maestro dell’artigianato ed un esperto nell’uso dei materiali naturali che conferiscono a i suoi edifici quella qualità e severità che li contraddistingue. The Secular Retreat come si evince dal nome è un ritiro, uno spazio dedicato alla calma e alla riflessione. Nel South Devon tra i villaggi di Salcombe e Hallsands il paesaggio è fatto di colline dolci, valli boscose, fiumi, campi coltivati e piccoli villaggi in pietra. Qui Zumthor è alle prese con il suo primo progetto inglese: uno spazio dove le persone possano andare per staccare dalla vita di tutti i giorni, e prendersi del tempo per lavorare o riflettere. Il progetto fa uso di un cemento con una particolare lavorazione, come se fosse “battuto”, che conferisce all’edificio una massa ed una scala tipici degli edifici ecclesiastici senza tempo. Zumthor dice di essersi immediatamente innamorato del posto di aver colto un’opportunità unica per creare un qualcosa  che si fondesse e scaturisse dal paesaggio circostante. Si augura che il suo progetto sembri abbastanza british e che si fonda bene con i dintorni, provocando nei suoi ospiti futuri la sensazione di non voler più andar via.

 

Spuntino a regola d’arte

 

Addio vassoi di plastica e lunghe code d’attesa nei musei. Non solo l’occhio vuola la sua parte, anche il palato richiede le sue soddisfazioni: così il necessario spuntino, da fare dopo una lunga visita al museo, diventa una vera e propria esperienza. Mentre il concetto di arte in esposizione cresce, nelle istituzioni culturali del mondo nascono nuovi spazi per la gastronomia: di design, panoramici, accoglienti. Tra dipinti d’eccezione, installazioni luminose e sinuosissime sculture il museo contemporaneo prende i suoi visitatori anche per la gola con appetitose proposte culinarie e originali ricette d’autore.  Alle più importanti collezioni d’arte si affiancano i nomi di grandi chef. Tra food design, menù griffati ed happening di tendenza il museo del nuovo millennio incrementa il numero dei visitatori. Appagando il gusto e aiutando il bilancio.

 

Il Mudam, Lussemburgo

mudam_cafe_1

Aperto nel 2006, il Mudam (Museo di Arte Moderna del Gran Duca) si pone in netto contrasto con la città tradizionalista che lo ospita. L’edificio straordinario, aperto e luminoso, opera dell’architetto Pei, al suo interno accoglie un giardino con bistrot gestito dall’italianissimo Maurizio Galante. Imperdibile il brunch della domenica mattina: menù biologico, quiche, zuppe e delizie varie. Gli ospiti si siedono intorno ad un unico grande tavolo sotto una tettoia – istallazione dei fratelli Bouroullec. Ogni venerdì, alle 5pm in poi, il Mudam Café si trasforma in lounge bar con dj, regalando happy hour molto divertenti.

 

Museo Louisiana, Copenhagen

web_cafe

A 40km fuori Copenhagen, in un contesto di rara bellezza, sullo stretto dell’Øresund che divide la Svezia dalla Danimarca, si trova il Museo di Arte Moderna e Contemporanea Louisiana. Al suo interno sono esposte collezioni d’arte moderna e contemporanee tra le più interessanti d’Europa e la sua struttura rappresenta un’interazione unica tra arte e natura (e ovviamente anche ottimo cibo).  Da provare le aringhe, il lax (salmone) o roast beef con le prugne, specialmente in estate sul terrazzo Calder, all’ombra di gianteschi mobili, oppure d’inverno con il camino acceso. Ogni venerdì sera, il Louisiana Café diventa Lounge bar e propone ottima musica dal vivo e vino a volontà.

 

Museo Serralves, Porto

novo_restaurantes_197027280450edb460666dc

Solo dopo aver visitato tutti gli edifici possibili di Siza e Souto de Moura, si consiglia vivamente una tappa al Museo Serralves. Una porticina piccola e intima, come spesso capita di trovare nei palazzi di Siza, vi porta al Museum Café. Tra gli optional il buffet con decine di piatti caldi e freddi, con pietanze portoghesi rivisitate e cucina fusion. Durante i mesi caldi, si mangia sull’enorme terrazzo con vista sullo straoridinario paesaggio. Il ristorante è aperto anche di sera dove, nell’auditorium annesso, vengono organizzati frequentemente eventi di danza e musica

 

Musee du Quai Branly, Parigi

12330-1-grande-1-lespercento20ombres7

Il meraviglioso museo di Quai Branly merita una visita.  E quando si è lì occorre ritagliatarsi del tempo per non perdere l’esperienza di gustare pietanze parigine a Les Ombres. Ubicato al quinto piano dell’edificio a firma di Jean Nouvel, il ristorante si trova sotto una tettoia trasparente con una complessa struttura di travi. Il terrazzo ha una vista mozzafiato verso la parte ovest della città, sulla Senna e sulla torre Eiffel. Lo chef a capo della brigata è Sébastien Tasset accompagnato da Pascal Chanceaut chef pasticcere, creatore del famoso babà al rum.

 

Castello di Rivoli, Torino

cyberopen

Davide Scabin è lo chef alchimista che concepisce e mescola i sapori del Combal. Zero, il luogo che accoglie i visitatori del magnifico museo di arte contemporanea del Castello di Rivoli. Originali i piatti proposti: dalle cybereggs (tuorlo d’uovo ripieno di caviale) alle ostriche virtuali (anguria, bottarga di muggine, mandorle tostate e sale di Bretagna). Gli interni sono decisamente minimal con una sala lunga 110 metri e larga solo 7, pareti di cristallo con vista sull’istallazione di Mario Merz. Combarl. Zero rappresenta un ulteriore motivo di visita del museo, delle sue 38 sale e della sua collezione vastissima che spazia da Anselmo a Zorio.

 

Museo Tinguely, Basilea

museum-tinguely_01

Progettato dall’architetto Mario Botta, il Museo Tinguely è dedicato alla vita e alle opere dell’illustre scultore dei metalli. L’edificio presenta sale con geometrie variabili, che si prestano ad ospitare le opere dell’artista adattandosi alla loro dimensione e all’atmosfera cangiante. Il ristorante Chez Jeannot si presenta come un luogo davvero speciale e particolare. L’ingresso è separato e l’ampia terrazza si affaccia direttamente sul fiume Reno. I locali sono decorati con le immagini dell’artista Jean Tinguely. Ampia l’offerta di stagione e ricca la carta dei vini.

 

Moderna Museet, Stoccolma

restaurangen_lokal

Progettato dall’architetto spagnolo Rafael Moneo, il Museo Statale di Arte Moderna, posizionato sull’isola Skeppsholmen, espone importanti opere di artisti svedesi e internazionali del XX secolo, tra cui lavori di Matisse, Léger, Picasso, Gris e Munch. Oltre ai laboratori per bambini e ai simpatici negozietti, il museo offre la possibilità di degustare nel suo ristorante antipasti, zuppe, insalate e dolci. Il sabato e la domenica il brunch è servito. Ma non saranno i sapori a rimanere impressi, quanto lo splendido panorama di Djurgården e Strandvägen.

 

Palazzo delle Esposizioni, Roma

open_colonna_01

Inaugurato a fine 2007, all’interno del Palazzo delle Esposizioni di Roma (dopo un lifting dell’edificio durat 6 anni) Open Colonna è lo spazio dello Chef filosofo, pluripremiato, Antonello Colonna. Tra sapori romani rivisitati da un tocco di internazionalità ricercata, il nuovo roof garden – spazio serra avveniristico di grande impatto scenografico – con il suo gazebo urbano domina i tetti della capitale. Negli ultimi due anni, Open Colonna è diventato un luogo cult per eventi e happening  romani, dove regna un’ atmosfera rilassata e la luce è sempre perfetta. Da provare il brunch, ogni domenica, con ortaggi e erbe coltivate sul terrazzo.

 

Reina Sophia, Madrid

arola_restaurantr

Design elegante e cucina mediterranea d’avanguardia, il ristorante del rinomato museo madrileno è gestito dal grande chef Sergi Arola. L’architettura minimalista è quella progettata da Jean Nouvel, e l’atmosfera è decisamente rilassata ed elegante. Dallo stile fashion, il ristorante Arola è contaminazione di culture, gusti, ispirazioni, mode. I clienti si divertono e vivono un’esperienza d’arte tra guacamole per aperitivo e squisiti secondi a base di pesce e carne. Servizio impeccabile con ragazze vestite con giubotto di pelle nera e ragazzi in distinto abito scuro. Privacy e minimalismo sono complici di un lusso molto informale.

Ospitalità alternativa

Sulle rotaie, negli aereoporti, oppure in movimento. Negli autobus, nei vagoni ferroviari, nei vecchi battelli. Sono gli hotel, i ristoranti e perfino le attività culturali e religiose che VdA ha scovato in giro nel World Wide Web per proporre ai suoi naviganti una lettura sui posti più strani, originali e bizzarri che fanno dell’ospitalità alternativa una vera virtù.

di Mikaela Bandini e Mariateresa Cascino

Controversy Tram Hotel and Train b&b, Hoogwoud, Paesi Bassi

Tram metropolitani e vagoni ferroviari convertiti in B&B. L’idea è di Frank e Irma Appel. Da semplici cuccette per viaggiatori notturni, la coppia li ha trasformati in confortevoli camere doppie con doccia e servizi per drink e snack. I tram che prima sfrecciavano nelle vie di Amsterdam, adesso nel piccolo paese di Hoogwoud, si presentano accoglienti e perfetti per una vacanza alternativa: quattro gli stili che li differenziano, italiano e francese per fumatori, americano e inglese per non fumatori. La vecchia carrozza, ristrutturata, studiata per quattro ospiti, con il suo stile messicano dispone di una grande jacuzzi a forma di sombrero. Non manca l’imbarcazione, con due camere doppie, dove Irma e Frank hanno provveduto a sistemare un impianto Tv e stereo per ascoltare la musica anni ’70 e ’80. Di fianco alla carrozza sorge The Appel House, nominata Controversy in onore all’album della grande rock star, Prince. Irma e Frank dormono all’interno di un autobus londinese a due piani, posizionato nel salotto di casa mentre la loro cucina è un Van francese convertito in sala da pranzo.  Tutta la loro casa è decorata con motori e armamentario d’automobile. Non mancano gli oggetti alieni, come la libreria e la videoteca a forma di ufo, cimelio di una piattaforma per l’estrazione dell’olio. Vale la pena dormire da loro per un paio di notti al costo di 60 euro a persona, per notte, incluso tasse e pulizia finale, con un’ottima colazione e il tour della loro incredibile casa.

trinint

Jumbo Hostel, Arlanda airport, Stoccolma

Un hotel con le ali. E’ il nuovo Jumbo Hostel realizzato dall’imprenditore svedese, Oscar Dios, che ha aperto i battenti lo scorso gennaio nei pressi dell’aeroporto di Alranda a Stoccolma. Il Boing 747 della Transjet, attivo dal 1976 fino al 2002, offre un’insolita proposta, se non l’unica al mondo, visto che è il solo albergo sul pianeta realizzato all’interno di un Jumbo Jet. Ottantacinque posti letto per un totale di venticinque stanze, tutte dotate di Tv e collegamento Internet, oltre che di informazioni sugli orari delle prossime partenze dal vicino aeroporto di Arlanda. Alcune stanze dispongono di un bagno in comune posizionato lungo il corridoio, altre sono invece dotate di servizi privati. La spaziosa Cockpit Suite, ex cabina di pilotaggio, concepita per una o due persone, offre una vista panoramica e un ampio bagno con doccia. Il check-in è previsto a partire dalle 16 mentre il check-out non deve avvenire oltre le 10 del mattino. Le prenotazioni si possono effettuare sin da subito.

Lifeboat hotel ad Harlingen, Paesi Bassi

Mare, vento e gabbiani. Nella magia della sua atmosfera, il Lifeboat hotel a Harlingen, nei Paesi Bassi, offre un’esperienza unica e particolare. La Lilla Marras, gioiellino nautico che ha partecipato a 105 operazioni di salvataggio tra il 1955 e il 1979 nei mari del nord, è stata ristrutturata e arredata per accogliere due persone a bordo. Ideale per una fuga romantica. I prezzi variano a seconda dei periodi dell’anno e partono da 229 euro a persona.

photo_2

Old Railway Station, Petworth, West Sussex, U.K.

Ideale per una scappatella campagnola, per gustare la nostalgia di altri tempi, per prendersi tempo. Comodo, anche se in cuccetta, il piccolo albergo nel West Sussex in Inghilterra, non troppo lontano da Londra, offre un’esperienza particolare. Quattro vecchie carrozze elegantemente arredate in stile coloniale, accolgono gli ospiti a caccia di intimità. Anche la vecchia stazione è stata deliziosamente restaurata e dispone di due camere da letto matrimoniali.

the-old-railway-station-hotel-tren-decimononico

The Old Station, St. Andrews Fife, Scotland, U.K.

Cuccette e vagoni letto elegantemente arredati per gli amanti del golf. Vicino alla località di St. Andrews, il BB su rotaie dispone di due lussuose suite con letti matrimoniali, bagni privati, zona lounge e terrazzino. Una delle suite è dotata anche di cucina con tutti gli accessori utili per una cenetta fai da te. Altre sei camere sono presenti nella casa adiacente e sono personalizzate con stili diversi: africano, scozzese, cinese e con giardino.  Ideale per chi intende scoprire la Scozia a piedi e in bicicletta, ma anche per chi intende rilassarsi o intrattenersi con attività sportive. Per gli amanti del golf, nelle immediate vicinanze, sono disponibili green field a prova di campione.

theoldstation633828129936595416_big

Imbarcazioni e battelli in Burgundy, Francia

Sono più di 30 e galleggiano lungo i canali e i fiumi percorrendo più di 750 miglia di pittoresche rive e corsi d’acqua. Si trovano in Francia, nella zona del Burgundy, i vecchi battelli che ospitano a bordo viaggiatori romantici che adottano l’antitodo contro il turismo di massa. Tempo e relax sono a disposizione dei naviganti che scelgono un nuovo modo di concepire la vacanza.  A bordo di vecchie imbarcazioni che un tempo trasportavano spezie e mercanzie,  adesso si trova eleganza a comfort. Ce n’è per tutti i gusti: con servizio di B&B o di pensione completa e per gruppi da 6 a 20 persone. I prezzi variano da 1500 euro a persona a settimana e includono esclusivi itinerari offerti su misura con degustazioni di vino, visite ai castelli e giri in esclusivi in minivan. Alcuni sono equipaggiati anche per accogliere bambini.

hint-of-charter-main

Root-Master: il bustorante londinese

Il ristorante all’interno di un vecchio ‘routemaster’ (il classico bus rosso a due piano) nel quartiere multietnico di Spitalfields a Londra, offre menù esclusivamente vegetariani. Molto alternative-chic, ha 28 coperti al secondo piano e cucina sotto. La carta delle bevende offre anche la birra biologica. Solo il servizio lascia un po’ a desiderare.

dining_table_index

Grubus, Matera, Italia

Autobus a due piani trasformato in teatro viaggiante. La compagnia teatrale, il Teatro delle Gru, ha usato i finanziamenti di Sviluppo Italia per trasformare un bus grand turismo a due piani in un grande e misterioso palcoscenico ambulante, rendendo particolare e inedito il contesto urbano in cui agisce. Il Grubus è un automezzo attrezzato adeguatamente che diviene sede operativa della Cooperativa Teatro delle Gru, luogo dove mostrare le proprie attività produttive itineranti, all’esterno e all’interno: spettacoli per adulti e per ragazzi, teatro musicale, eventi, laboratori di teatro, musica, arti visive, cicli di letture narrate, cineforum ambulante, mostre. Magica la scenografia che propone durante i viaggi immaginari a Lisbona, a Parigi e a Lourdes.

grubus_theatre_540_01

La chiesa battello di St. Peter a Londra, U.K.

Il Battello di St Peter è una chiesa anglicana galleggiante nel cuore del financial district di Canary Wharf a Londra. Offre la possibilità ai fedeli di incontrarsi e organizzare eventi specifici per divulgare la parola di Dio. Il tutto mentre si galleggia e si prega.

index

Soho in the Sassi

Una posizione mozzafiato per il nuovissimo design hotel I Basiliani, a Matera, nel cuore del Rione Sasso Caveoso, quasi a strapiombo sulla Gravina, il canyon naturale che caratterizza l’antico abitato della città. 20 camere total white con un raffinato design minimal, spazi ampi e scorci panoramici sorprendenti. Gli ambienti evocano  il fascino delle grotte preistoriche sulle quali si affaccia l’hotel e permettono di immergersi in una atmosfera quasi surreale a stretto contatto con la natura. La felice posizione permette di muoversi a piedi per tutte le visite più interessanti della città di Matera e la riutilizzazione della tradizionale abitazione  dei Sassi si fonde con l’arredo minimale e contemporaneo, dalle forme essenziali e rigorose. Il tutto studiato per il massimo comfort e il massimo benessere.

Fra tradizione e design il Nobis Hotel

Il Nobis Hotel di Stoccolma sembra essere l’ultima frontiera del lusso che unisce in se l’essenzialità scandinava e la tradizione italiana dell’ospitalità. Il proprietario e gestore Alessandro Catenacci ha natali romani e viene da una famiglia di cuochi che emigrano a Stoccolma alla fine degli anni cinquanta. Insieme al padre nel 1980 finalmente Alessandro apre nel centralissimo quartiere di Södermalm il ristorante italiano Caina tuttora reputato il miglior ristorante italiano della capitale.  Ora Alessandro è anche gestore  e proprietario del Nobis Hotel ospitato in due edifici di fine milleottocento-ottimi esempi di quell’architettura decorata che contraddistingue la capitale svedese alla fine del secolo- nella centralissima piazza Norrmalmstorg. La piazza fino a quel momento sede del mercato del pesce alla fine del 1800 viene interessata da quella che oggi chiameremmo un’operazione di restyling urbano e valorizzazione immobiliare, diventando una delle piazze più eleganti e rappresentative di Stoccolma che forma un asse con il boulevard dello shopping Hamngatan, situata di fronte al Royal Dramatic Theatre e allo splendido lungomare. L’hotel che aprirà il prossimo primo dicembre ha 201 stanze e vuole offrire il massimo confort sia agli utenti che viaggiano spesso per lavoro ai quali si vuole offrire qualcosa di più della solita anonima stanza di albergo, che a chi invece si trova in viaggio per motivi di piacere. Il design degli interni è stato effettuato dallo studio svedese Claesson Koivisto Rune.  Gli interni originali sono stati restaurati con cura dando origine ad un netto contrasto con gli elementi contemporanei creando così uno stile unico,  che vuole essere classico e senza tempo con grande attenzione alla qualità dei materiali per lo piu naturali come le varie lane, le pietre o il vetro, e ai dettagli tempo inconfondibilmente scandinavi. Anche l’illuminazione contribuisce alla valorizzazione degli interni. Gli spazi comuni il ristorante Caina, il Golden Bar e un bistrot più raccolto, occupano un’area al pian terreno di 800 metri quadri. Le stanze sono lussuose ma assolutamente quello che non si voleva replicare era il lusso “pacchiano” che spesso di trova nei grandi alberghi di lusso, un ambiente sofisticato in cui il lusso deriva dal confort e dalla funzionalità: un lusso sofisticato e senza eccessi.

Pop Up Llove Hotel a Tokyo

Stanza 308 – Foto Takumi Ota

Il Pop up Llove hotel è stato creato da designers giapponesi e olandesi ispirati dal fenomeno dei love hotel giapponesi. Le stanze ognuna diversa dall’altra sono delle installazioni in cui si può però scegliere di soggiornare come in un vero hotel per un notte. L’iniziativa promossa dal Lloyd hotel di Amsterdam per celebrare in occasione della Tokyo Designers Week quattro secoli di relazioni culturali commerciali tra Giappone e Olanda si chiama non a caso still in love. Il Lloyd hotel di Amsterdam situato nel nuovo quartiere trendy degli ex moli a est dell stazione centrale è una vetrina del design olandese. In questo caso invece Il nostro pop up hotel si trova nel quartiere centrale di Daikanyama e resterà aperto per altre due settimane fino al prossimo 23 novembre.

Suzanne Oxenaar direttrice artistica del Lloyd hotel aveva già in mente di realizzare un progetto simile avendo vissuto in Giappone per alcuni anni ed era rimasta affascinata dal fenomeno tutto giapponese dei love hotels e soprattutto dal fatto di poter scegliere una stanza in base al proprio umore. Ha deciso di rivolgersi all’architetto giapponese Jo Nagasaka di Sschemata chiedendogli di scegliere gli altri designers e di supervisionare i lavori. L’edificio sul quale si è intervenuti- un blocco abitativo che ospitava studi per artisti- era abbandonato da almeno 20 anni. Llove hotel ha aperto il 22 ottobre qualche giorno prima della Tokyo Designers Week. Più di 50 designers hanno contribuito al Llove hotel; tra gli olandesi : Richard Hutten, Joep van Lieshout, Pieke Bergmans, Scholten & Baijings and Thonik; tra i giapponesi Ryuji Nakamura, Hideyuki Nakayama, Hiroko Nagayama.

Le stanze sono tutte ironiche: ognuna in un certo senso si diverte a rovesciare o portare all’estremo un concetto.  La 302 progettata da Nagayama è un mare di sassolini con piante qui e la confondendo i concetti di esterno e interno. Jo Nagasaka ha progettato una stanza con un letto montato su un disco rotante come un ingranaggio di un orologio gigante;  tolto la carta di riso dalle porte scorrevoli lasciando solo l’intelaiatura. Nakamara nella stanza 304 ha restituito l’impressione di una superficie acquatica con dozzine di fili da pesca tesi da una parete all’altra all’altezza di circa 50 cm dal livello del pavimento. Quando dal letto si guarda in su si ha l’impressione di trovarsi sottacqua. Se si sta seduti siamo invitati a giocare con palline colorate e  papere di gomma. Richard Hutten nella stanza 307 ha tappezzato l’intera superficie di pavimento e muri con tutti i nastri adesivi possibili e immaginabili. E una pila di materassi coloratissimi come quelli della celebre fiaba della principessa sul pisello è piazzata al centro della stanza. Ma spazio alla fantasia si può anche nascondere qualcosa tra i materassi. La stanza 308 progettata da Pieke Bergmans è un nido di amore marrone come fosse cioccolato scuro con un materasso di 8 metri che si arrotola come un onda nella stanza obbligandoci a buffe acrobazie per passare da una parte all’altra; e poi ci sono una serie di oggetti doppi: le lampade sono intrecciate,  le stampelle e le sedie anche;  tutto è fallen in love. La stanza 301 di Hideyuki Nakayama anche ribattezzata “little big room” vuole essere una replica della stanza tradizionale giapponese che si trovava lì prima. La stanza più grande compressa in quella attuale più piccola appare schiacciata! Infine le stanze singole dalla 309 alla 314 sono letteralmente la metà di una stanza singola: vedere per credere. L’ autore di Alice in wonderland avrebbe sicuramente amato questo pop up llove hotel.

Eleganti sculture da attraversare: i ponti più belli del mondo

Ingegneria estrema, architettura avveniristica. Giochi di forme e materiali innovativi. Sono i ponti pedonali del terzo millennio, eleganti sculture che collegano spazi urbani e paesaggi rendendo più attraenti e vivibili vecchi e nuovi quartieri delle metropoli del mondo. Il linguaggio dei ponti pedonali sembra proporre una nuova grammatica, in cui l’involucro gioca un ruolo essenziale e determinante nella relazione con l’ambiente, con la tecnologia, con la creatività e con la comunicazione. VdA attraversa, per i suoi lettori, i ponti più belli del mondo realizzati non solo per essere percorsi ma anche per sostare, relazionarsi, esporre.

di Mikaela Bandini e Mariateresa Cascino

Ponte Padiglione a Saragozza

Scalpore, entusiasmo e ammirazione. Il Ponte Padiglione di Zaha Hadid, protagonista dell’Expo di Zaragoza, l’estate scorsa ha accolto milioni di visitatori avvolgendoli nei suoi estesi spazi “baccelli”. Come un gladiolo posto sull’acqua, il ponte che collega la nuova stazione ferroviaria della città spagnola con uno dei tre ingressi principali dell’Expo, esplora e propone nuove funzioni integrando quattro distinti spazi espositivi al suo interno. Costruito da Arup, la struttura è interamente rivestita da una leggera copertura di vetro e cemento, ispirata alla pelle degli squali, che contribuisce a mantenere costante la temperatura al suo interno.

ponte_padiglione_02

Ponte Padiglione, Saragozza

Der Insel in der Mur a Graz

Porta la firma dello studio Acconci di New York il progetto Der Insel in der Mur a Graz- isola sul fiume Mur, concepito appositamente per la candidatura a città europea della cultura nel 2003. Lo spazio, posizionato tra le due sponde del fiume, è un ibrido tra architettura, design e ingegneria estrema e si presenta con materiali e forme organiche di grande impatto al cui interno sono inglobati un anfiteatro per 200 persone, un bar e  uno spazio dedicato ai giochi per bambini.

gaz_02

Insel in der Mur, Graz

Puente Pedro Arrupe a Bilbao

Un percorso verso l’arte. Il Puente Pedro Arrupe, opera dell’ingegnere José Antonio Fernández Ordóñez, è costruito in acciaio duplex, un materiale usato qui per la prima volta e per questo tipo di costruzioni, insieme al legno di Lapacho. Ha una lunghezza di 140 metri, una larghezza di 7 metri e la realizzazione è costata 7,4 milioni di euro. Ispirato a una lucertola che posa le zampe sulle due rive del fiume Nerviòn di Bilbao, il ponte va ad aggiungersi all’elenco di interventi contemporanei che fanno parte del progetto di restyling urbano della città basca e mette in comunicazione il Guggenheim al Campus universitario.

bilbao_03

Puente Pedro Arrupe, Bilbao

Ponte Reiman a Milwaukee

Rimanendo in tema, a Milwaukee, nel Wisconsin, il Ponte Reiman di Santiago Calatrava, collega l’ampliamento del Milwaukee Art Musuem con l’area di downtown. La nuova zona del museo porta anch’essa la firma del grande maestro Calatrava. Dall’altra parte del ponte un parasole gigante sovrasta e protegge il Padiglione Quadracci.

e2a1b33006

Ponte Reiman, Milwaukee

Millennium Bridge a Londra

Nella capitale di sua maestà, in Gran Bretagna, il Millennium Bridge di Foster & Partners, sospeso a filo d’acqua, utilizza le più recenti risorse della tecnologia strutturale. Il suo ampio arco appare come un sottile nastro d’acciaio di giorno e, illuminato di notte, come una splendente lama di luce sul fiume. Otto cavi, quattro per ogni lato del ponte, si immergono per 2,3 metri oltre i 144 metri della rampa centrale. Con il suo camminamento di 325 metri, costituisce l’elemento chiave del nuovo asse pedonale che unisce la City con il trendy South Bank, dove è ubicata la Tate Modern di Herzog & de Meuron, primo dei grandi progetti di riqualificazione dei quartieri di Bankside e Southwark.

millennium_bridge_02

Millennium Bridge, Londra

Limerick Living Bridge a Limerick

Il Limerick Living Bridge, nell’omonima cittadina irlandese, è stato concepito dallo studio Wilkinson Eyre. Ad elevata sensibilità ambientale, la passerella, con il suo modesto impatto visivo, crea una relazione organica tra paesaggio, ponte e uomo. La specificità del progetto risiede nella forma originale dell’impalcato che scavalca il fiume Shannon con 6 campate lunghe 44 metri. La connessione fra questi piccoli ponti, sostanzialmente indipendenti, avviene attraverso pilastri lunghi 8 metri, appoggiati su isolotti verdi. Lungo 350 metri, la sua forma fluida segue il fiume con un percorso ‘vivo’ composto da quattro pedane in legno che ospita piccoli concerti, incontri, lezioni informali e altre iniziative sociali.

living_bridge_03

Limerick Living Bridge, Limerick

 

BP Bridge a Chicago

Il primo ponte a firma di Frank Gehry, il BP Bridge rappresenta il proseguimento del progetto che già porta la sua firma: il Millennium Park di Chicaco. Con un palco all’aperto e posti per 11000 spettatori, il BP Bridge è un meandro in acciaio spazzolato che funge non solo da collegamento con il centro, ma anche da scudo acustico tra la strada trafficata e lo spazio dedicato ai concerti.

8a7c3e5d07

BP Bridge, Chicago

Webb Bridge a Melbourne

Firmato dai progettisti australiani Denton Corker Marshall, il Webb Bridge prende forma nell’area portuale di Melbourne, e intende porsi all’attenzione come opera di arte pubblica. Da una trappola per anguille tipica dei Koori (gli indigeni australiani dello Stato di Victoria), immaginata dall’artista che ha collaborato alla sua progettazione, il ponte ha poi assunto le sembianze di una rete da pesca. Sinuoso e curvilineo, nei suoi 80 metri è caratterizzato anche da un dislivello tra la sezione di ponte esistente e lo sbarco sulla banchina.

7bc5db2e12

Webb Bridge, Melbourne

I ponti liquidi ad Amsterdam

Le forme liquide dei tre ponti, concepiti dai paesaggisti pluripremiati West 8, rappresentano il legame tra Borneo e Sporenburg, due delle nuove isole residenziali dell‘Oostelijkhavengebied di Amsterdam. I ponti che collegano i nuovi quartieri della capitale olandese, ad alta densità di popolazione, sono concepiti come opere d’arte e di arredo urbano e creano un’atmosfera informale e giocosa.

09546e3751

Ponti Liquidi, Amsterdam

Nescio Bridge ad Amsterdam

Nei pressi di Amsterdam, il Nesco Bridge, il ponte più lungo d’Olanda con i suoi 790 metri, si presenta come un cerniera liscia per pedoni e ciclisti. Progettato dallo studio Wilkinsoneyre Architecs, il ponte rappresenta un collegamento vitale per i residenti di IJburg, un quartiere di recente costruzione realizzato su aree bonificate a est della capitale olandese. Con il suo arco di 170 metri, è sospeso nell’aria con un sistema minimale di cavi e piloni.

nescio_bridge_03

Nescio Bridge, Amsterdam

 

Plastica brasiliana

Uno dei simboli del paese restano le mitiche Havajanas. Le flip flop nate nel 1962  ormai disponibili nei modelli più disparati, sono diventate un simbolo del paese. Nel 2009 è stato inaugurato il flagship store nell’Avenida Paulista, una delle vie più costose del paese progettato da Isay Wenfeld uno spazio straordinario che somiglia ad una piazza pubblica, totalmente aperto verso la strada inondato di luce dove si possono trovare per la prima volta tutti i 350 prodotti Havaianas sotto lo stesso tetto.

A proposito di scarpe sono ormai un altro  must-have per le fashion addicted  le  scarpe di plastica melissa, eco friendly e riciclabili al 100 per 100.  Fatte con un material melflex iniettato con uno stampo, la fabbrica che le produce ha quasi zero scarti, ricicla la sua acqua e gli impiegati sono ben pagati. La compagnia sostiene molte campagne sociali e ambientali in Brasile. Pure essendo abbastanza economiche, le melissa sono disponibili in modelli creati da alcuni tra i più grandi creativi Vivienne Westwood,  Zaha Hadid, Paco Rabanne, Gaetano Pesce e ovviamente non potevano mancare i fratelli Campana.

Scroll to top