Che la crisi colpisca tutti i settori lo potevamo immaginare, ma i diversi modi che si possono inventare per superarla, sono indubbiamente quanto mai originali. Il Signor John Morefield, giovane architetto statunitense, è uno dei migliaia progettisti disoccupati che si stanno reinventando a causa del licenziamento. L’implosione del mercato immobiliare ha gettato migliaia di architetti e designer nella disperazione, costringendoli a cercare o inventare nuovi posti di lavoro. Secondo gli ultimi dati del Dipartimento del Lavoro, l’occupazione degli studi di architettura americana ha avuto un decremento dai 224.500 del luglio scorso ai 184.600 di novembre. Per rispondere a questo quadro abbastanza tragico nasce l’idea del signor Morefield di aprire un banchetto all’Old Ballard di Seattle per vendere “architettura al mercato” e quindi a bassissimo costo: solo 5 centesimi. I passanti, inizialmente scettici, hanno poi iniziato a fermarsi ed utilizzare questo comodo servizio offerto da John per la soluzione e consulenza di piccoli problemi di architettura come sopraelevazioni o modifiche di interni. Il costo di 5 centesimi si riferisce al consiglio iniziale che viene fornito su progetti di interni; si paga realmente una volta che il cliente ha accettato il progetto. L’idea, diffusa tramite il suo sito internet, si è rivelata molto fruttuosa, tanto da far registrare a Morefild il suo reddito più alto sino ad ora.
Pete Walker, direttore del centro universitario sui materiali edili innovativi, prevede che le case di paglia che stanno mettendo a punto, dovrebbero durare più di 100 anni. Sottoposte a prove estreme di resistenza, tipo simulazioni di vento con una forza simile a quella che si sviluppa durante un uragano, hanno l’unico inconveninete di avere pareti spesse quasi mezzo metro, caratteristica che riduce la superfice utilizzabile dell’appartamento. Anche le prove per gli incendi sono risultate positive, infatti pare che le fiamme impigherebbero circa 1 ora e mezza a raggiungere la paglia, ossia ben oltre il tempo di 30 minuti richiesto dalle normative di sicurezza. L’unica reale preoccupazione è l’umidità in caso di inondazioni. Vantaggi straordinari invece ci sarebbero nella riduzione delle emissioni di carbonio e sui consumi da riscaldamento. Certo è probabile che sia ancora difficile ottenere un mutuo per la realizzazione di una casa di paglia, forse non molte banche credono ancora in questo progetto….
Ma i ricercatori del progetto BaleHaus dell’università di Bath ci credono molto, e inoltre una casa da loro progettata, che richiede otto pannelli per ogni piano, si monta in soli quattro giorni, rispetto a uno minimo di quattro settimane per una casa convenzionale. Certo hanno deluso un sacco di bambini, perchè non basterà un soffio del lupo a buttarle giù!
Essenzialità e precisione sono le caratteristiche dominanti della “Casa di Pietra”, una istallazione dell’architetto britannico di fama mondiale John Pawson, collocata in uno degli splendidi cortili settecenteschi della sede dell’Università Statale di Milano, gioiello rinascimentale dell’ex ospedale Ca’ Granda. Il progetto, realizzato in collaborazione con “Salvatori” e gli specialisti la Ditta KKDC, consiste in una casa a forma di struttura architettonica, completamente realizzata in un materiale riciclato a base di un residuo di pietra costituito per il 99% degli scarti e appena l’1% di resina naturale utilizzata come collante. Una costruzione che è al tempo stesso semplice e accattivante e crea dei costanti contrasti tra la pietra e il taglio netto delle superfici che trasmettono un senso di essenzialità e precisione. Fondamentale nel progetto è il sistema di illuminazione messo a punto dagli specialisti della KKDC che hanno studiato o LED MoMo, per illuminare la costruzione di notte, trasformando i tagli delle travi in elementi brillanti che evidenziano la texture della pietra e l’architettura minimalista. Ovviamente a basso consumo.
Dal 23 aprile al 6 giugno 2010 a Lussemburgo si svolge il Design Luxembourg City, edizione 0, organizzata dal MUDAM, ovvero il “Musée d’Art Moderne Grand Duc Jean”, progettato da Ieoh Ming Pei, lo stesso autore della piramide vetrata di fronte al Louvre. L’evento si propone di mettere a punto una forma di comunicazione tra i progettisti e professionisti legati allo spazio urbano e i cittadini che utilizzano a tutti gli effetti la città quotidianamente. Lidea è di sensibilizzare il pubblico all’interazione tra l’arredo urbano e la qualità della vita, attraverso una serie di iniziative nel corso di sei settimane. Proposte come visite guidate, proiezioni, conferenze, un workshop e un mercato delle pulci e diversi altri eventi, mettono sotto i riflettori il design industriale e la progettazione urbana. Da non perdere l’installazione di 3RS Ar (t) chitectures, ospitata al Centro Aldringen che fa parte del circuito Outdoor Design che caratterizza l’arredo urbano di designer (nomi interessanti come Philippe Starck, Ross Lovegrove, Sebastien Wierinck, Lucile Soufflet, Peter Newman, Michael Bihain & Cédric Callewaert). Interessantissima inoltre la proiezione notturna del video Clock Spazzatrici, del designer olandese Maarten Baas, sulla facciata del Museo Nazionale d’histoire et d’art. Alcuni dei prossimi eventi: creatori di mercato dal 29/05 e 30/05/2010, giovani designer mostrano le loro collezioni di oggetti originali e gioielli per un fine settimana, presso il Mudan caffè; una serie di conferenze che mostrano la diversità dei designer e la loro metodologia di lavoro (conferenza proposta dal vzw Mudam Amici Design, Camera di Commercio e il Circolo Città). La città insomma si candida ad essere un vero centro nevralgico dell’ urban-design e forse non molti sanno che è stata insignita per la seconda volta (la prima fu nel 1995) del titolo di Capitale Europea della Cultura per tutto il 2007. Una capitale sempre più facile da raggiungere grazie ai voli speciali diretti da Bari e Firenze per i mesi estivi della Luxair. VDA inoltre propone da tempo programmi su Arte e Design dedicati a Lussemburgo, a bordo ai voli Alitalia.
Sei centri già costruiti, uno a Londra e cinque in Scozia, a firma di maestri del calibro di Frank Gehry, Zaha Hadid e Sir Richard Rogers; altri sei centri previsti nell’immediato futuro che prevedono il coinvolgimento dell’OMA di Rem Koolhas, del Foreign Office Architects e di Piers Gough e Richard MacCormack. Una unica filosofia: la ricerca di conforto, compagnia, aiuto ma anche consigli utili a risoluzione di problemi apparentemente banali che i malati di tumore possono incontrare, come trovare una parrucca accettabile magari ad un prezzo contenuto. Ma cosa c’entra l’architettura in tutto ciò? Il problema se lo è posto Maggie Keswick, l’ideatrice dei centri, la quale, dopo aver ricevuto la diagnosi della sua malattia allo stadio terminale, si trovò a riflettere su come la bellezza dell’ambiente nel quale riceviamo le cure possa essere determinante non solo sul nostro umore ma anche sugli effetti della terapia. Una idea pretenziosa che è stata sposata da Michelle Obama, Bob Geldof, Sam Taylor-Wood e Sara Brown. I Maggie’s Cancer Caring Centres hanno una struttura architettonica molto varia a seconda del proggettista coinvolto e alcuni sono addirittura criticati per l’effetto finale considerato ostile e spigoloso, come il centro di Fife, progettato da Zaha Hadid e inaugurato da Gordon Brown nel 2006. Di sicuro hanno un nobile fine comune.
Un trompe l’oeil al contrario, così si potrebbe definire questa nuova tecnica, che sa tanto di performance, ideata e realizzata dalla giovane artista americana Alexa Meade. Il quadro pulsa di vita propria in quanto contiene persone vere che, con una tecnica di pittura elaborata dall’artista e grazie a foto che sfocano i contorni delle figure, sembrano piatte pur essendo tridimensionali. Uan interpretazione della realtà quindi, creata direttamente sul soggetto che, avvolto in una maschera di vernice, si distorce modificando il modo in cui il nucleo del soggetto è percepito. Pare che questa modalità di realizzare le sue opere le derivi dalla esperienza politica avuta in passato, che le ha insegnato che non tutto è ciò che sembra: come darle torto?
Nel cuore della bassa Atesina, nel 1898, il parroco della comunità, insieme ad alcuni viticultori, fonda la Cantina sociale di Termeno (Tramin). Da allora ad oggi c’è una lunga storia di vini di pregio che ha portato al nuovo progetto architettonico di Werner Tscholl, una vite ideale che abbraccia l’intero edificio. La funzione principale della nuova veste della cantina è quella di distinguere nettamente le varie funzioni operative del sito: una netta divisione quindi tra l’attività di cantina e i flussi dei visitatori. Il risultato finale è una vera scultura, elaborazione del concetto di vite, che con l’unione di diversi materiali come il vetro, il cemento e il metallo, ha un forte impatto visivo e iconografico legato all’ambiente e al territorio. Alla base della costruzione sono collocati gli accessi per i contadini e i lavoranti, oltre che il trasporto delle merci che raggiungono e che partono dall’azienda, nella parte superiore il foyer d’entrata da dove si diramano le due nuove ali dove sono collocati gl i uffici amministrativi, le sale di rappresentanza ed un piccolo museo. Sempre qui è collocata la nuova enoteca che si apre nella parte più panoramica dell’edificio aperta sopra i maestosi vigneti curatissimi.
Se nella vostra lista delle 10 cose da fare assolutamente nella vita c’è una serata trascorsa a rimirare il fenomento straordinario dell’aurora boreale, questo è il momento di realizzare il vostro sogno. Infatti da ora e sino al 2014, l’aumentata attività solare e le variazioni di campo magnetico interplanetario, moltiplicano la frequenza delle aurore. Per realizzare questo sogno è fondamentale il confort dell’hotel Ranga, situato a circa un’ora da Reykjavík, in Islanda e definito dal The Sunday Times come il migliore hotel al mondo per ammirare le “luci del Nord”. L’hotel ha anche un eccellente ristorante con una moderna cucina nordica che prepara piatti a base di trota marinata con salsa di frutta e panna acida o d’oca affumicato. Le camere sono eccentricamente lussuose e l’offerta economica di € 218 per camera per notte, basata su un soggiorno di quattro notti, prevede anche l’uso della vasca idromassaggio e la colazione. Una offerta imperdibile!
Otto pannelli sensibili installati lungo un marciapiede nel centro della cittadina francese di Tolosa per due settimane: questo l’innovativo esperimento che permetterà di capire se l’invenzione rivoluzionaria dell’azienda olandese Jaap Van der Braak, potrà realmente rappresentare un investimento positivo nel progetto di risparmio energetico globale. L’idea era stata già sfruttata nel pavimento della Club Watt, nota discoteca di Rotterdam che già tempo fa si è dotata di una pista da ballo collegata ad un dispositivo basato sui cristalli piezoelettrici. Più i pannelli vengono premuti dagli irrequieti ballerini più si accumula energia che viene utilizzata per alimentare lampioni. Qualche modifica è stata necessaria nel marciapiede di Tolosa, visto che la pressione esercitata dai passanti non è la stessa dei ballerini e comunque i pochi pannelli istallati riescono a generare 30 watt di elettricità. Il prossimo progetto della Sustainable Dance Club, la società che ha lanciato l’iniziativa, è un impianto pilota nello stadio di Rotterdam, per il
quale ha già firmato un contratto.