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Koolhaas e Foster di scena a Dallas

Dallas ha avuto uno sviluppo importante negli anni ’80. La sua impostazione, urban planning e grattacieli specchiati postmodern, è testimonianza del boom dell’edilizia nella città ai tempi di Southfork…. Ora Dallas aspetta l’inaugurazione del nuovo Centre for Performing Arts.
Con un conto totale di 242 milioni di euro, il centro apre le porte il prossimo 12 ottobre e comprende il Wyly Theatre e il Winspear Opera House. Il Wyly di Rem Koolhaas, con i suoi 575 posti a sedere, usa metodi innovativi per modificare le misure e le funzioni del teatro attraverso pareti e pavimenti mobili (Koolhaas lo definisce ‘una macchina per far teatro’). Il centro comprende anche il Winspear Opera House, con 2200 posti a sedere e un’ impostazione decisamente più classica, a firma di Norman Foster. Il complesso va ad aggiungersi al Downtown Arts District di Dallas dove si trovano già edifici di altri due premi Prizker: il Meyerson Symphony Centre di Pei e il Nasher Sculpture Centre di Renzo Piano.
L’anno prossimo vedrà l’inaugurazione di un anfiteatro all’aperto che avrà sale più piccole del City Performance Hall di SOM previsto per invece per il 2011

La trasparenza della Ferrari factory store

Un nuovissimo edificio di 370 mq, interamente dedicato al mondo Ferrari, è stato appena inaugurato nei pressi di Alessandria, nella zona di Serravalle Scrivia. Interamente progettato da Iosa Ghini Associati è caratterizzato da una enorme galleria di vetro che da al visitatore la sensazione di assistere ad una gara di Formula 1 e proietta immediatamente nel mondo Ferrari. Il progetto è particolarmente innovativo per la facciata curva senza giunture che utilizza un sistema di montaggio fremeless e conferisce un aspetto di leggerezza a tutto il sistema. All’avanguardia anche per il controllo del clima, è dotato di un sistema di aereazione che consente il raffreddamento passivo per induzione naturale e inoltre il vetro esterno è trattato con speciali pellicole di protezione UV, nonché una serigrafia che riduce i raggi solari per il risparmio energetico,
come previsto dalle norme nazionali per il settore. Lo store è completato dalla zona dedicata allo spazio commerciale che prevede la zona per i tifosi, la zona di lusso e la zona dei bambini, tutte realizzate con l’uso di materiali materiali morbidi come pelle spazzolata e lacca lucida. Lo stile grafico è parte integrante del progetto in un luogo studiato per catturare tutti i sensi e trasmettere un’idea coinvolgente attraverso una interpretazione fisica e iconografica.

TOKYO DNA: Design Nipponico & Architettura

Tokyo è la mecca del design: unione affascinante tra la tradizione ed il contemporaneo. Progetti urbani all’avanguardia, centinaia di boutiques e flagship store con la firma degli architetti più rinomati del mondo, alberghi di design estremo. Dai progetti multimediali, ai musei di recente apertura, Tokyo fa scuola a progettisti del contemporaneo.
Unisciti ad un piccolo gruppo di Archi-turisti dal 16 al 22 dicembre, a seguito di un architetto giapponese per scoprire gli angoli più affacinante, inquietanti, mozzafiato e controversi di questa capitale che non dorme mai. Scopri con VdA come Kenzo Tange, Richard Rogers, Tadao Ando, Toyo Ito, Cesar Pelli, Jean Nouvel e Renzo Piano hanno modificato l’assetto urbano e visivo. E infine shopping natalizio da capo giro nella città dove puoi trovare ogni genere di abbigliamento e oggetti all’ultima moda, comprese le tendenze più strane in voga tra i giovani giapponesi, da sempre all’avanguardia. Fai lo Shopping Therapy nei quartieri Ginza, Shinjuku e Shibuya-ku, dove troviamo uno dei templi della moda giapponese, il centro commerciale Shibuya 109. Da non perdere poi è il negozio di Prada nel distretto di Minato-Ku dove troneggiano le creazioni dell’esclusiva firma milanese in un edificio dal design d’avanguardia di Herzog & de Meuron che è considerato in sé un’opera d’arte contemporanea.

Week-end all’Eur: per i rappresentanti di immagini e non solo

Eurtour: una passeggiata di due ore e mezzo a piedi organizzata attraverso l’architettura dell’ Eur, il quartiere caro a Fellini nato per ospitare l’Esposizione Universale del 1942 impedita poi dalla guerra. Ogni fine settimana un percorso attraverso edifici e design che racconta la storia del quartiere. Il percorso ha inizio dal Palazzo degli Uffici, con la lettura dell’iscrizione sul frontone del Salone delle Fontane, per sottolineare la vocazione espansionistica di Mussolini, unita alla celebrazione della cultura dell’Antica Roma, ben evidenziata nel decoro architettonico circostante e delle strutture museali. Passato e presente, quest’ultimo inteso come avanguardia nella sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche, convivono nel Palazzo degli Uffici: dalla fondazione di Roma su tela del Quaroni, alla tarsia con il progetto dell’ E42, ai saliscendi delle vetrate, ai congegni di posta pneumatica, agli arredi. La visita interna al Palazzo termina con il Bunker dei Granatieri (o di Mussolini), per poi proseguire verso il Palazzo del Ristorante e il Palazzo di Civiltà Italiana, la cui mole aperta con 216 archi domina il decumano che Palazzo dei Congressi chiude al lato opposto. Si prosegue per la basilica dei SS. Pietro e Paolo, circondata da un ampio spazio porticato che si rispecchia all’altro lato del decumano con l’Archivio di Stato e la piazza delle Forze Armate, enfasi architettonica dell’adunanza
La passeggiata include il lago artificiale, su cui si staglia il Palalottomatica, là dove nel progetto iniziale un arco di trionfo di 200 metri avrebbe coronato la marcia lungo la Via Imperiale. Lasciandosi alle spalle il Palazzo delle Poste, si raggiunge il Palazzo dei Congressi e l’area museale che, dalla Piazza delle Esedre si sviluppa con un susseguirsi di pilastri e colonne fino al Museo della Civiltà Romana, passando per i musei di “Arti e Tradizioni Popolari” e “Pigorini”. Il circuito termina in piazza delle Esedre, spazio di ingresso al quartiere E42, con la panoramica del percorso della progettata Via Imperiale, interrotta dalla stele a Marconi al centro della piazza omonima. Il quartiere EUR, la città nella città ideologicamente pensata e progettata  per le Olimpiadi della Civiltà, accoglie la struttura del PalaSport e della Piscina delle Rose , nello scenario del Laghetto artificiale il cui progetto  originario  fu attuato  per l’occasione dei Giochi Olimpici. Indimenticabile fiaccolata di chiusura allo Stadio Olimpico, nell’area del Foro Italico (di Mussolini).
Organizzato dalla società Suerte in collaborazione con Eur SpA

Milano design-in-the-city

Dal 22 al 25 ottobre si svolgerà in tutta la città di Milano un evento open air, interamente dedicato al design, che mira a creare nuove e diverse occasioni di comunicazione e vendita. Si potranno finalmente scoprire in anteprima ed acquistare le ultime novità presentate alla settimana del design milanese di aprile, in un percorso che si snoda tra showroom, intrattenimento e iniziative culturali.
Ideato da Design Patners, gruppo di servizi di business specializzato in marketing strategico, ha come tema unico e conduttore “La forma dei sogni” e prevede tra le altre cose l’apertura straordinario dei migliori showroom e negozi di Milano. Un lungo weekend che vede Milano trionfare come città europea regina del design d’autore e un’occasione unica, per milanesi e turisti,  ma soprattutto per gli appassionati del genere per entrare a stretto contatto con  le più importanti firme del design internazionale.

Venezia | Starck, l’architettura arriva in gondola

L’architettura del poliedrico designer Philippe Starck in un palazzo del XVI secolo nel cuore della Venezia dell’arte di fianco a Palazzo Grassi sul Canal grande. La nuova Palazzina Grassi entra nella nuova generazione dei luxury hotel. Il taylor made sembra essere il filo conduttore con inediti arredi su misura ed ospitalità su misura. Sarà possibile vivere le emozioni e le esperienze della vita veneziana secondo elevati standard internazionali di confort con i servizi di check in personalizzato, room service h24, la possibilità di pranzare e cenare a qualsiasi ora del giorno e della notte e in qualsiasi area dell’hotel.
Nelle 16 camere e 6 suite dell’hotel gli arredi di design si coniugano con elementi della tradizione veneziana. A disposizione degli ospiti anche un ristorante, un club room ad ingresso limitato ed una serie di terrazze con affaccio sui tetti veneziani.

VdA tra i top 40 al mondo

Ma non lo diciamo noi. Il numero di Ottobre di Conde Nast Traveller ha citato proprio Viaggi di Architettura come uno dei 40 tour operator migliori al mondo. E’ il nostro tour sulle orme di Frank Lloyd Wright ad essere selezionato come uno dei più bei viaggi da fare nel 2009. Un tour che proponiamo spesso per architetti in viaggio di nozze alla ricerca di un giusto mix tra grattacieli e luoghi incredibilmente romantici. Si tratta di un ‘fly and drive’ fuori dal comune che parte da New York (dove il Solomon Guggenheim ha appena spento 50 candeline) e arriva a Chicago per visitare la casa e lo studio di Wright a Oak Park, nonchè le numerose Prairie houses che portano la sua firma e la cappella mozzafiato Unity Temple.
Come tappa intermedia, un relais romanticissimo a Laurel Higlands, in Pennsylvania, per vedere da vicino la Casa sulla Cascata.

Il nostro pane quotidiano

Idee e passioni. In Spagna il kitchen design è glamour. Tra le diverse novità mostrate la scorsa settimana alla fiera di Valencia Ideas y Pasión, Papila, l’ evento curato dal designer spagnolo Alberto Arza ha riscosso maggiore successo. Le proposte “Food Design” e “Nomadic Kitchen” rappresentano le ultime tendenze in materia e hanno stimolato la discussione sulle forme più innovative di design applicate al cibo. Per comunicare idee e accrescere l’esperienza del mangiare, sono infatti stati presentati diversi progetti legati ai prodotti della gastronomia internazionale. Indiscutibilmente, il risultato più soddisfacente è stato ottenuto dal workshop proposto dal CEU (Cardinal Herrera University) con la presentazione de “Il nostro pane quotidiano“, un laboratorio dedicato al pane e ai suoi aspetti sociali. Il re della tavola è stato così protagonista: forme inconsuete l’hanno reso ancora più appetibile ai piccini ma anche ai grandi: piccole barche che galleggiano sull’olio, contenitore per uova alla coque con pezzettini da degustare pronti all’uso. Reinventare il pane ha così rivelato infinite possibilità, non solo per gustare il cibo, ma anche per divertirsi.

Premio Riba: Medaglia d’oro ad IM Pei

Piramide di Im Pei – Museo del Louvre – Parigi

Una lunga carriera, fuori dai circuiti modaioli e a riflettori spenti. L’architetto cinese-americano, IM Pei, arrivato a 92 anni, dopo una vita coronata di successi e di progetti memorabili, è il vincitore del premio Riba 2010. La “Royal Gold Medal for architecture” gli è stata attribuita da sua Maestà, la Regina Elisabetta, per onorare l’instancabile lavoro condotto nell’ambito dell’architettura a livello internazionale. Tra i progetti più influenti e importanti realizzati da IM Pei, spicca la contestatissima Piramide del Museo del Louvre a Parigi. Ad oggi, spente le polemiche sul monumento trasparente – progetto eccezionale e non tipico per il suo portafolio – la Piramide francese viene immortalata più della Mona Lisa.  Se la Regina sfogliasse tutti i progetti dell’architetto dei due mondi si accorgerebbe del potere delle sue geometrie. Tra le altre opere lasciate da Pei: la Rock&Roll Hall of Fame in Ohio; l’ala est della National Gallery of Art a Washington; la Bank of China ad Hong Kong. Edifici e monumenti che sembrano necessari e inevitabili e che non sembrano appartenere ad uno stile preciso e riconoscibile. Oggi, anche se ritirato a vita privata, Pei svolge attività di consulenza presso lo studio Pei Cobb Freed and Partners, fondato da lui circa 50 anni fa e presso Pei Partnership Architects, società costituita da i due suoi figli nel 1992. A riflettori sempre spenti, la sua reputazione continua inesorabilmente a crescere.

Stuttgart 21: ultima chiamata

Stuttgart 21

La frattura incolmabile tra i costruttori di grandi opere edili e i conservatori, è vecchia quasi quanto lo è l’architettura e ha raggiunto la sua massima profondità nella recente età dell’oro. Specialmente in Germania, dove, dopo la riunificazione del paese, il boom delle attività edili è stato strumentalizzato quasi a voler coprire la verità della storia celata nei contesti urbani.

Pochi sono i progetti che illustrano una crisi di tal genere. Tra questi, Stuttgart 21 rappresenta emblematicamente un piano di sviluppo nel quale sono vivi l’attaccamento al passato e la tensione al futuro. L’intero progetto, tra i più maggiori in Europa, prevede la costruzione di una grande stazione ferroviaria, con un percorso di 37 miglia che attraversa il centro della vecchia città industriale. Con un costo che si aggira sui 7 milioni di euro, l’alta velocità e la connessione con il network europeo contribuirebbero a trasformare completamente il contesto urbano cambiandone così l’assetto e il profilo. Questo significherebbe distruggere alcuni dei landmark monumentali che costituiscono l’identità stessa di Stoccarda, tra cui la stazione ferroviaria Hauptbahnhof di Paul Bonatz, un esempio del modernismo tedesco costruita tra il 1914 e il 1928. I detrattori del progetto sostengono che i segni del passato, della storia e dell’architettura del tempo non devono essere distrutti e che una loro eventuale demolizione, anche parziale, lascerebbe i monumenti amputati. Nella sua controversa figura, Bonatz rimane comunque uno degli architetti più discussi per la sua ambiguità. Le sue opere più celebrate rimangono ottimi esempi di reminiscente eleganza. Non solo, anche i suoi  progetti dell’era nazista contengono una dimensione umana a cui gli abitanti di Stoccarda sono affezionati e dove estetica e morale sono unite in un eterno compromesso. La stazione di Stoccarda, terminata parecchi anni prima del sopravvento di Hitler, rappresenta l’opera maestra: con la sua facciata imponente, marcata da arcate e pilastri a torre, si mostra classica e severa con le sua ali monumentali che si estendono fino ai binari del grande terminal. Pur volendone smorzare l’effetto rigido, Bonazt piazzò l’orologio sulla torre sud donando a quella drastica simmetria una dimensione umana, trovando un perfetto equilibrio tra classicismo e modernismo. La nuova stazione, progettata da Ingenhoven Architects, non rincorre simili ambizioni: per costruirla l’autorità ferroviaria intende distruggere gran parte dell’opera di Bonatz tranne la hall principale del terminal e la torre. La piattaforma verrebbe immessa sottoterra con i binari sistemati parallelamente all’entrata principale. Un largo spiazzo coprirebbe il piano inferiore con grandi pozzi che ne puntellerebbero la superficie. Quattro nuove entrate costruite con vetro e cemento guiderebbero i viaggiatori verso le piattaforme ferroviarie. I difensori del progetto sostengono che un’opera di queste dimensioni contribuirà allo sviluppo dell’economia e riposizionerà Stoccarda come luogo cerniera tra l’Europa dell’est e dell’ovest. Rimane il dubbio che, porre l’economia sopra la cultura comporta perdita e distruzione di opere monumentali come il Palazzo della Repubblica a Berlino, oppure come il Tempelhof Airport, uno dei pochi e ottimi esempi di architettura nazista. E se l’economia dovesse continuare a vincere, porterebbe a semplificare con una visione misera la storia, per sopprimerne i conflitti e le contraddizioni che invece rendono le città vitali.

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