Una galleria immersa nel profondo blu. Giacciono così, in fondo al mare dei Caraibi, al largo di Grenada o in quello del Messico, le sculture dell’artista inglese Jason de Caires Taylor. A difesa dell’ambiente, i suoi lavori vengono installati nelle acque più immerse per sostenere l’ecosistema marino. Corpi umani in azione, gesti e sentimenti quotidiani animano il regno dei pesci. Un ciclista che pedala, uno scrittore seduto al tavolo intento a scrivere il suo romanzo, i nuovi abitanti del mare si prestano alle metamorfosi e ai cambiamenti. L’artista stesso ha reso le sue sculture appositamente ruvide e porose, creando così degli speciali spazi che permettono ai pesci di andare in perlustrazione alla ricerca di cibo e ai coralli di “fare presa”. Resti di “colonie morte” di coralli sono state applicate per favorire ai nuovi organismi vivi di aggrapparsi alla superficie sconosciuta.
Lo scopo è anche quello di mettere in evidenza i processi naturali che si attivano nell’ambiente sottomarino e la bellezza dell’habitat che le circonda. Lasciando che le alghe e i molluschi vi crescano sopra liberamente, le statue si evolvono con la natura e ne subiscono la lenta colonizzazione, mimetizzandosi sempre più con uno straordinario, inalterato fondale. Corrose dall’acqua, levigate dalla sabbia e dalle correnti, le sculture sommerse creano, così, una scogliera artificiale utile al ripopolamento della vita sottomarina.
Un bar temporaneo per una nuvola di gin&tonic. Nell’Alcoholic Architecture, nuova proposta londinese che apre e chiude i battenti nel giro di una settimana, precisamente dal 17 al 25 aprile 09, si offre la possibilità di ubriacarsi d’aria. Invenzione degli avventurieri della cucina Sam Bompas e Harry Parr, l’Alcoholic Architecture crea un vapore usando lo stesso sistema di umidificazione a ultrasuoni visto nell’istallazione di Antony Gormely all’Hayward del 2007 chiamata Blind Light. I clienti pagano poco più di 5 euro l’ora dalle 19 alle 21, durante la quale possono indossare una tuta protettiva stile CSI e inebriarsi di aria. I biglietti per il drink a vapore si possono comprare anche online, altrimenti basta recarsi al n. 2 di Ganton Street, naturalmente a Londra, la capitale europea dei trendy bar.
E’ il nuovo totem della contemporaneità: l’attesissimo albergo newyorkese della catena degli Standard Hotel. Posizionato al Meatpacking District in Washington Street, nel west side di Manhattan, il volume verticale in cemento e cristallo, dalla forma quasi brutale, scavalca i vecchi binari di una ferrovia sopraelevata in disuso adibita a parco urbano. Alla struttura esterna, in cemento armato, si contrappongono i dettagli in mattone, legno, metallo e vetro, uniti al dinamismo interno. Progettato in funzione del panorama, dall’angolazione alle facciate che convergono al centro della composizione, fino alle grandi superfici vetrate, l’albergo più trendy del momento propone camere in otto diverse forme e dimensioni. Colori, luci e tessuti confezionano le 337 stanze dove regnano sovrani accoglienti divani che sostituiscono tradizionali scrivanie. Il soffitto è raggiunto dalle testate dei letti in legno e la scenografia si fa spazio attraverso le pareti vetrate che illuminano gli ambienti. Il nuovo gioiello della grande mela è di proprietà di André Balazs. Un’intera squadra di designer è stata reclutata per l’occasione, oltre al veterano Shawn Hausman, progettista delle altre sedi dello Standard a Miami, Los Angeles e Hollywood, vi sono Todd Schliemann dello studio Polshek Partnership Architects e la firma newyorkese Roman and Williams che ha voluto creare un “senso dell’architettura” in tutti i propri interni e il cui utilizzo di materiali non convenzionali è evidente in tutti i dettagli. Inaugurato solo in parte alla fine di gennaio, si prevede che tutti i lavori, compresi gli spazi pubblici, siano completati entro l’estate 2009. Sul sito, in tempo reale, si può seguire l’andamento dei lavori.
Il prestigioso National Museum of African American History and Culture in Washington DC verrà progettato dal team capitanato dall’architetto britannico, David Adjaye e costituito da The Freelon Group and David Brody Bond Aedas. Il gruppo, selezionato dallo Smithsonian Institution, ha battuto le squadre di Norman Foster, Antoine Predock, Moshe Safdie e IM Pei, assicurandosi un contratto da 500 milioni di dollari. Il nuovo edificio verrà costruito nella National Mall della capitale statunitense. ” Maestoso ed esuberante, dignitoso e trionfante – secondo i vincitori della competizione, Freelon, Adjaye e Bond – il National Museum of African American History and Culture, così come è stato concepito, incarna il vero spirito africano e arricchisce il luogo e la vista della National Mall.” La progettazione verrà realizzata nel giro dei prossimi tre anni e la costruzione inizierà nel 2012. I battenti del nuovo museo dovrebbero aprirsi nel 2015.
La città del sole esisterà davvero. Non sarà il regno dei balocchi sognato dai bambini ma un vero agglomerato urbano alimentato ad energia solare. Sorgerà in Florida, vicino Fort Myers e si chiamerà Babcock Ranch. Frutto della joint venture tra l’agenzia immobiliare Kitson & Partners e la società energetica Florida Power & Light, sarà estesa su 7kmq, con 20mila case, negozi e zona industriale. La rete wireless coprirà il territorio puntellato da colonnine di ricarica per macchine elettriche. Un impianto fotovoltaico del valore di 400milioni di dollari e con una potenza di 75 MW, addirittura in eccesso rispetto al fabbisogno, alimenterà l’intera città. Secondo Syd Kitson, Amministratore Delegato di Kitson & Partners, Babcock Ranch costituisce il modello delle città del futuro e consentirà alle aziende e ai residenti il pieno accesso alle tecnologie più innovative nel campo delle informazioni, delle comunicazioni e dei trasporti. Nel 2010 cominceranno a costruirla impiegando circa 20mila risorse umane con un costo stimato di 2miliardi di dollari.
Il Premio Pritzker, il più prestigioso dell’architettura mondiale, è stato assegnato a Peter Zumthor, l’architetto svizzero creatore delle terme di Vals (GR). Zumthor, 67 anni, è stato ricompensato per il suo “talento nel combinare pensieri chiari e rigorosi con una dimensione autenticamente poetica”, ha citato in una nota Thomas Pritzker, presidente della fondazione Hyatt, che attribuisce il premio dal 1979. Zumthor riceverà il premio in occasione di una cerimonia che si terrà il 29 maggio a Buenos Aires. Dotato di 100’000 dollari e simbolizzato da una medaglia di bronzo, il Pritzker è talora soprannominato “il Nobel dell’architettura”. È la seconda volta in meno di dieci anni che il premio arriva in Svizzera. Nel 2001 si erano aggiudicati il riconoscimento i basilesi Jacques Herzog e Pierre de Meuron.
Eccentrico, provocatorio, stravolgente. E’ il Nhow di Milano, il trendy hotel dallo stile fashion e underground ubicato in Zona Tortona, a due passi da Porta Genova e dai navigli. Ogni quattro mesi, l’eclettico albergo appartenente dalla catena spagnola NH, si rinnova per dare spazio a nuove unicità. Racchiude, nel suo stile, gli aspetti modaioli, artistici, mondani, dinamici e business oriented della capitale della finanza italiana. Le aree comuni sono disegnate come spazi espositivi ed emozionali, le 246 camere, tutte concepite in modo originale, sono state disegnate per stimolare i sensi: funzionalità e singolarità si integrano alla perfezione, insieme ai colori che decorano gli spazi fino a creare una dimensione esclusiva. Esposizione d’arte, vernissage, sfilate di moda, servizi fotografici vengono ospitati nel contenitore dell’ospitalità milanese dove si contaminano linguaggi innovativi e forme sorprendenti. Il Nhow è un involucro di esperienze emotive in grado di accogliere eventi con più di 2500 persone.
Sei aprile 2009. Una data che rimarrà nella storia dell’Italia e della regione Abruzzo. Alle 3.32 la terra ha tremato con una forza di magnitudo di 6.3 della scala Richter e interi quartieri, a L’Aquila e nei comuni limitrofi, sono implosi lasciando posto alle macerie e alla polvere. Il numero totale delle vittime non è ancora del tutto stimato ma è destinato a salire, gli sfollati sono circa 50000. Il crollo di edifici nuovi ed antichi in Abruzzo dimostra che “vi e’ assoluta necessità di un grande piano urgente di messa in sicurezza di ampie parti delle nostre città e dei nostri paesi”. Lo evidenzia il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, che, insieme a tutti gli Ordini territoriali e gli iscritti italiani, sono vicini alla popolazione abruzzese che e’ stata colpita dalla tragedia del terremoto. “Si impegnino i denari pubblici per il risanamento dei centri storici e del patrimonio abitativo italiano per calare il rischio sismico, piuttosto che continuare a costruire senza criterio”. È questa la risposta a caldo che Mario Tozzi, geologo del Cnr e divulgatore scientifico, ha dato questa mattina alla radio nel corso di un intervista fatta al “Ruggito del Coniglio”. Parole che ha confermato più tardi anche ad Apcom in un’intervista telefonica. “Sappiamo – ha continuato il geologo – che il terremoto non uccide, è la casa fatta male che uccide, dobbiamo intervenire lì. Sarebbe veramente delittuoso non cogliere questa occasione dolorosa per ripensare allo sviluppo abitativo del paese e risanare quello che già esiste perché non crolli. “Riteniamo opportuno – hanno aggiunto dal Consiglio Nazionale degli Architetti, che parte del Piano Casa, annunciato dal Governo, sia destinato a questo scopo, al fine di salvaguardare il bene primario che è la vita di molte nostri concittadini. Da tempo, a tal fine, stiamo chiedendo l’adozione di misure idonee anche attraverso il Fascicolo del Fabbricato, rimasto purtroppo pressoché lettera morta”, proseguono gli architetti. Il sisma ha colpito una zona vasta intorno al capoluogo abruzzese dove risiedono piccoli centri, tutti con costruzioni in muratura che sono rimaste così com’erano per secoli”. I più bei monumenti de L’Aquila sono stati danneggiati dal terremoto. I sopralluoghi hanno registrato il crollo della parte absidale della Basilica di S. Maria di Collemaggio, dal transetto sino al fondo della chiesa, la più grandiosa chiesa romanica della città, fatta costruire nel 1287 per volontà dell’Eremita Pietro del Morrone, che vi fu incoronato papa Celestino V il 29 agosto del 1294. La facciata quattrocentesca della basilica di Collemaggio pare si sia salvata perché in restauro e sostenuta da grandi ponteggi. E’ ricoperta da un insieme di masselli color bianco e rosso che la decorano con motivi geometrici. Nella cappella in fondo alla navata destra c’è il sepolcro di Celestino V. Tra i crolli, la cupola di Giuseppe Valadier della chiesa delle Anime Sante, del campanile della chiesa di San Bernardino. Venuto giù parzialmente anche il transetto del Duomo e crollata Porta Napoli. Nella fortezza spagnola si registrano danni al terzo piano dove hanno sede il Museo Nazionale e gli uffici delle due soprintendenze. E’ pericolante anche il ponte d’ingresso. Crollato anche il cupolino della chiesa di Sant’Agostino, uno dei monumenti del barocco aquilano, finito sul palazzo della Prefettura che è andato completamente in rovina, luogo dove era custodito l’Archivio di Stato dell’Aquila. Crollò per il terremoto del 1703 e venne ricostruito dall’architetto Giovan Battista Contini.
Spazi vetrati, cromatismi liquidi nelle ore diurne e proiezioni di colore a notte fonda. E’ la Cable Industry di Empoli, quartier generale della società che fornisce servizi informatici per il settore bancario. Il progetto porta la firma dell’architetto Massimo Mariani. Fuori città, nella zona industriale, la struttura di 4500 metri quadri, circondata dalla campagna toscana, si presenta con un volume orizzontale con due piani fuori terra e uno interrato. Parallelo alla strada, una striscia di verde pubblico protegge il fronte principale. Le passerelle, sospese su un ampio scavo, consentono l’accesso all’interno e al livello zero, spazio destinato ad ospitare attività culturali come mostre e installazioni. Di notte si trasforma in una piscina di luce e crea un effetto galleggiante dell’intera struttura. Il colore, proiettato all’esterno nell’oscurità, sottolinea le bucature, i tagli, le forme dell’edificio. Open space e piccole cellule isolate caratterizzano il piano terra, mentre, in quello interrato, c’è una tipografia e altri spazi per varie attività. Il pavimento è in gres porcellanato e i soffitti sono ribbassati con controsoffittature modulari, ispezionabili o a lastra continua. La struttura, costruita con elementi prefabbricati in calcestruzzo, è rivestita in copertura e sulle testate in alluminio grigio. La lana di roccia, applicata sulla faccia interna dei pannelli, va a coibentare le pareti in calcestruzzo determinando anche una parziale tenuta termica. L’edificio, attraverso un sistema di pannelli fotovoltaici nascosto che utilizza tecnologia amorfo cristallina, raggiunge la totale autosufficienza energetica con una produzione di 150 kW.
Histò Relais San Pietro, l’accoglienza che non ti aspetti. Attorniato di ulivi secolari, elegante e sobrio. Immerso nella natura e flora selvatica, nella storia del Mediterraneo, a Taranto, sorge tra le calme acque del Mar Piccolo una dimora d’eccezione. Testimonianza di un grande passato, la Masseria di San Pietro è stata costruita sulla struttura di una villa rustica romana poi riadattata in un convento. La vecchia corte nobile e la Basilica del I secolo dopo Cristo, dedicata ai SS. Pietro e Andrea, fresche di restauro conservativo, sono perfettamente concilianti con gli spazi e gli ambienti dedicati all’ospitalità. L’azienda Culti, che ne ha curato la ristrutturazione, ha rispettato i materiali, i colori, la storia, lo spirito e gli odori del luogo. Il Relais dispone di 46 camere, 9 nella zona nobile, 37 nel Chiostro dell’antica sorgente e 26 classiche, arredate con stile semplice e contemporaneo. Per gli ospiti sono a disposizione la zona lounge, il caffè Histò, il ristorante la Lanternaia e, per i grandi eventi, anche l’ambiente esclusivo della Basilica. A breve ai servizi si aggiungeranno anche la piscina, la zona fitness e la Spa. Il Relais fa parte della prestigiosa collezione Exclusive Hotel che inaugurerà, nel giro di poche settimane, l’hotel Imperiale di Taormina.